È finita (forse) l’attesa per gli oltre tremila idonei non beneficiari delle borse di studio in Veneto. Con un anno accademico di ritardo, in queste settimane sono stati stanziati i soldi per gli aventi diritto del contributo, che non lo hanno ricevuto a causa di un buco nel bilancio regionale di oltre 11 milioni di euro. Con l’ultima variazione di bilancio, la giunta Zaia ha recuperato 31 milioni da un fondo legato alla costruzione di Pedemontana, che verranno versati in altri capitoli di spesa. Tra questi la cultura e l’istruzione, a cui sono stati destinati 2,5 milioni: 600mila euro agli ESU per le residenze, 1,9 milioni per le borse di studio. Ma i soldi per dare il sussidio agli universitari arrivano dal governo.
Secondo i dati forniti dall’assessora regionale all’istruzione Elena Donazzan, per coprire gli idonei non beneficiari servirebbero 11.266.342,16 euro. Il governo a settembre ha stanziato 17 milioni per le regioni, per coprire tutti gli aventi diritto rimasti esclusi. 11,3 verrebbero da fondi del Ministero dell’Istruzione legati al PNRR e finora non spesi: verranno ripartiti tra le cinque regioni che non hanno pagato tutte le borse di studio. Altri 7,4 sarebbero destinati al fondo italiano per il diritto allo studio. “Secondo le informazioni che abbiamo ricevuto, su 11.318.022,89 euro di risorse PNRR residue al Veneto ne arriveranno 7.287.441,12 – spiega Donazzan – inoltre il Consiglio dei Ministri ha stanziato per le borse di studio, in aggiunta ai residui PNNRR, ulteriori 7,4 milioni di euro complessivi, dei quali però non è ancora stata resa nota l’ipotesi di ripartizione tra le Regioni”. Se tutti gli spostamenti andassero a buon fine, l’amministrazione potrebbe quindi spostare quei 2,5 milioni che ha previsto nell’ultima variazione di bilancio e inserirli per le borse del 2024.
“Impossibile dimenticare che il Veneto della perfezione narrato dal presidente Zaia deteneva il 65% delle borse di studio non pagate di tutta Italia: 3.247 su 4.947 – dice Elena Ostanel, della lista di opposizione Il Veneto che Vogliamo – un ritardo inaccettabile”. Ora quei tremila universitari potranno contare sull’aiuto per gli studi. “Verificheremo che davvero gli studenti non beneficiari dell’anno scorso ricevano la borsa di cui hanno diritto”. Intanto il 15 novembre usciranno le prossime graduatorie per gli studenti dell’università di Padova. “I ragazzi avevano chiesto dei soldi per il merito e perché non riuscivano a pagarsi gli studi: molti hanno già rinunciato – aggiunge Vanessa Camani, capogruppo Pd – Il problema è strutturale: si sta scegliendo di sottofinanziare il sapere. Garantire il diritto allo studio a tutti, indipendentemente dal censo, è una questione democratica. Se non finanzio, decido di non potenziare i presidi di democrazia ed uguaglianza”.
“Siamo contenti, ma questi fondi arrivano con un anno di ritardo – chiosa Alessia Conti di Udu e presidente del consiglio nazionale degli studenti universitari – è il frutto di una mobilitazione partita lo scorso anno, dimostra quanto valga scendere in piazza”. Dall’anno prossimo le cose potrebbero complicarsi. “Sappiamo che ci saranno più idonei perché le soglie di ISEE e ISPE per richiedere la borsa di studio sono state adeguate all’inflazione. Quindi ci chiediamo quali sono le garanzie della sostenibilità del diritto allo studio nella nostra Regione: finora non abbiamo ricevuto risposte incoraggianti, dato che Zaia e Donazzan non hanno mai aperto ad un confronto. Speriamo che collaborino con il governo, con cui condividono il colore politico, e aumentino i fondi per noi studenti”.