Televisione

Fedez sullo stop a Belve: “Mi ha chiamato l’ad Rai per una conversazione piacevole e ci siamo chiariti. Non ho idea di quale sia la posizione Rai al momento”

Il giudice di “X Factor”, durante la presentazione alla stampa dello show targato Sky, ha rivelato di aver sentito l'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio

Colpo di scena durante la presentazione alla stampa della fase Live di “X Factor”, al via giovedì in prima serata su Sky e in streaming su NOW. Fedez interpellato sulla mancata partecipazione a “Belve” di Francesca Fagnani, ha risposto: “Mi sono sentito con l’AD ho avuto una conversazione molto piacevole dove ci siamo confrontati. Non ho idea di quale sia la posizione della Rai in questo momento, ma comunque mi ha fatto piacere la sua chiamata”.

La notizia della partecipazione del rapper a “Belve”, nei giorni scorsi, aveva scatenato una scia di polemiche. Specie dopo l’annullamento da parte della Rai per “scelta editoriale”, confermato dalla stessa Fagnani su Instagram che ha specificato di non condividere la linea dell’azienda. L’amministratore delegato Roberto Sergio aveva poi spiegato: “Il problema non è riferito alla presenza retribuita o gratuita. La decisione è legata ad una valutazione di opportunità riferita alle ultime sue presenze in Rai, sia per il Primo Maggio che per l’ultimo Sanremo, e ad affermazioni nei confronti dell’azienda che necessitano tempi ulteriori per ritrovarsi in un rapporto e clima diverso e più sereno”.

Il riferimento a Sanremo è quando Fedez ha puntato il dito contro alcuni ministri del Governo Meloni e contro il viceministro Galeazzo Bignami, strappando in diretta al termine della sua performance, davanti a milioni di telespettatori, una sua vecchia foto in divisa da nazista. Poi il famoso bacio con Rosa Chemical nella puntata finale.

Fedez successivamente a Il Corriere della Sera aveva spiegato che ci teneva a partecipare a “Belve” per “parlare specie ai giovani e a chi si sente incompreso, di salute mentale. La salute mentale è un tema che riguarda molte persone giovani, ragazzi e ragazze. Forse ascoltare la mia esperienza, proprio quella di una persona che si pensa sia felice perché possiede tutto, li avrebbe potuti aiutare a sentirsi meno soli o a dirsi: be’, allora può succedere davvero a chiunque”.