I boss avrebbero influenzato l’amministrazione del comune di Custonaci (Trapani), gestendo l’assegnazione di contributi durante la pandemia Covid e dirigendo appalti pubblici verso aziende collegate. In un caso, un’azienda avrebbe addirittura assunto fittiziamente un ergastolano per consentirgli di ottenere la semilibertà. Sono questi alcuni particolari che emergono dal blitz antimafia nel Trapanese condotto da Dia, Polizia e il Nucleo investigativo del Comando provinciale carabinieri di Trapani. Gli investigatori antimafia hanno eseguito 21 misure cautelari, di cui 17 in carcere e 4 ai domiciliari, nei confronti di altrettanti indagati ritenuti appartenenti alle famiglie mafiose di Custonaci, Valderice e Trapani, che fanno capo al mandamento di Trapani.
I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’operazione, denominata ‘Scialandrò, durata due anni, cui hanno lavorato la Dia di Palermo e Trapani, la Squadra Mobile della Questura di Trapani e il Nucleo Investigativo di Trapani dell’Arma dei Carabinieri, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza per reati di natura associativa di stampo mafioso o comunque per delitti connotati dall’aggravante mafiosa. Nel mirino degli inquirenti e degli investigatori le famiglie mafiose di Custonaci, Valderice e Trapani. Inoltre, sono state effettuate perquisizioni nelle case di diversi indagati e acquisite prove documentali presso l’ufficio comunale di Custonaci. Durante l’indagine, sono emerse collusioni tra esponenti dell’amministrazione comunale di Custonaci e i clan mafiosi. Inoltre, i clan hanno esercitato controllo sul territorio tramite estorsioni e minacce contro i proprietari di aziende agricole per impedire loro di acquistare terreni di interesse per le famiglie mafiose.
Tra gli arrestati c’è anche un ex vicesindaco di Custonaci (Trapani). Si tratta di Carlo Guarano: secondo gli inquirenti sarebbe stato eletto con i voti dei clan costituendo un punto di riferimento in giunta per le cosche. “Ancora un’altra vita ha … altri cinque anni si deve… a lui…a lui in questi cinque gli è servito di fare scuola guida… ora deve portare la macchina..”, dicevano di lui due mafiosi intercettati parlando del ruolo che aveva avuto il politico nel favorire i loro affari e di quel che ancora avrebbe potuto fare. Indagato a piede libero l’ex sindaco di Custonaci Giuseppe Morfino. Coinvolti nel blitz un ex assessore, Giovan Battista Campo, e un consigliere comunale di maggioranza in carica.
A svelare i rapporti tra Guarano e i clan, oltre alle intercettazioni, sono state le rivelazioni di un altro ex esponente della Giunta che ha raccontato che l’elezione dell’indagato era stata sostenuta dai boss Giuseppe Costa e Paolo Magro. Oltre a sovrintendere alle gestione illegale dei buoni spesa in favore delle persone segnalate da Cosa nostra, Guarano avrebbe spinto per l’assunzione del mafioso Costa in un cantiere lavoro del Comune di Custonaci da settembre a dicembre dell’anno 2020. Il 13 settembre 2021, inoltre, è stata registrata una conversazione di Guarano con altri due mafiosi, Mario Mazzara e Giovanni Marceca dalla quale emergerebbero sia i rapporti personali tra i tre, sia gli interessi di Mazzara riguardo all’attività politica dell’ex vicesindaco. “Ormai l’ultimo… l’ultimo sacrificio e poi ritiriamo… – diceva – ci chiudiamo la campagna elettorale per sempre!……… certo anche per mantenere fede agli impegni che ci siamo presi qua noi….noi altri facciamo una bella squadra… ehhh… e dobbiamo comandare, avere un ruolo nel nostro piccolo”. E ancora il 21 settembre 2021 i tre discutevano di un affare relativo alla gestione di un supermercato grazie ad una variante del piano regolatore sul cambio di destinazione per alcuni terreni di proprietà della suocera di Costa.