Otto dischi di platino e nove dischi d’oro solo in Italia. James Blunt pubblica il 27 ottobre “Who We Used To Be“, primo album in studio da “Once Upon A Mind” del 2019. Quattro anni in cui nella vita di James molte cose sono cambiate, altre si sono radicate, ma il cantautore si sente un’anima in movimento. Dentro di lui è rimasta un po’ la spensieratezza di quando era bambino tanto che sulla copertina c’è una foto scattata dal padre (elicotterista dell’esercito britannico) nello Yorkshire, in Inghilterra, vicino a un poligono militare. “L’abbiamo ritoccata un po’ perché in quella zona non c’è sempre il sole”, ammette ridendo Blunt che abbiamo incontrato a Milano. Sempre a proposito dell’infanzia l’artista ricorda: “Le amicizie sono durate solo due anni nella mia infanzia. Mio padre era un pilota e ci trasferivamo ogni due anni. Quando arrivavamo in un posto subito mamma mi spingeva fuori casa perché voleva andassi a bussare alle porte in cerca di altri bambini. E quindi ogni volta arrivavo lì e dicevo sorridente: ‘ehi ciao sono James!‘”.
Oggi James ha 49 anni due figli ed è sposato da 10 anni con Sofia Wellesley, avvocato e nipote del duca di Wellington. La sua vita si divide tra Londra, Ibiza e Svizzera. Un uomo risolto che però si mette sempre in discussione: “Faccio questo lavoro da vent’anni e quando ho iniziato avevo tante domande dentro di me. Il mondo era anche diverso da com’è oggi. A tutte quelle domande ho trovato delle risposte. Ad esempio, ho una donna che mi ha salvato da me stesso e con la quale voglio passare tutta la mia vita, ho i miei due figli, i miei genitori che stanno invecchiando e devo pensare a loro, un un po’ meno a me”. Tra i brani si parla anche di amicizia e ce n’è uno particolarmente toccante, “In Dark Thought”, dove l’attrice omaggia l’attrice Carrie Fisher (la celebre Principessa Leila di “Star Wars”, ndr), amica sin dagli inizi della sua carriera: “Sono tornato a Los Angeles per dirle addio, la canzone parla di questo”.
James Blunt ha anche partecipato alla missione di pace della Nato in Kosovo. Noi di FqMagazine abbiamo chiesto all’artista cosa ne pensa delle guerre in Israele e Ucraina che stanno mietendo centinaia e migliaia di vittime: “Sono un cantante, non un politico, – ci risponde – ma sono un umano e un ex soldato. La mia esperienza è limitata al Kosovo. Penso però che la guerra in Israele e Palestina sia la stessa cosa che in Ucraina. Parliamo di azioni di persone malvagie e il prezzo lo pagano specialmente i civili. Da esseri umani dovremmo avere gli stessi sentimenti, avere compassione, indipendentemente dalla provenienza di queste vittime che siano palestinesi o israeliani, ucraini e russi, kosovari a albanesi”. E poi aggiunge: “Triste vedere che il mondo si spinga sempre più nella divisione con i politici che sembrano interessati a dividerci, così tutto finisce in tragedia. Non siamo gang o partiti politici, ma abbiamo perso la capacità di capire le ragioni dell’altro, che non è pazzo, ma ha la sua visione delle cose”. Finito il giro promozionale nel mondo per il lancio del disco Blunt si dedicherà alle prove del tour, prevista una tappa in Italia il 2 marzo 2024 al MediolanumForum di Assago (Milano).