Archiviate le polemiche (strumentali) su un presunto “prelievo forzoso” inserito nella delega fiscale, il governo Meloni procede sulla strada del rafforzamento della riscossione delle imposte. Scelta probabilmente difficile da digerire per le frange della maggioranza sempre pronte a invocare nuovi condoni e paci fiscali. Ma tant’è: all’articolo 23 della più recente bozza della manovra – ancora attesa in Parlamento a otto giorni dal cdm che l’ha varata – compare una norma da tempo sollecitata da Agenzia delle Entrate Riscossione. Titolo: “Accesso alle informazioni e pignoramento telematico dei conti correnti”. In breve, l’AdER avrà accesso diretto alle informazioni sulle somme presenti sui conti di un contribuente debitore in modo da procedere poi a ragion veduta (e non al buio) all’eventuale invio alla banca di un ordine di pagamento.

La novità sta nel Capo II della legge di Bilancio, dedicato alla lotta all’evasione. Il comma 12 dell’articolo interviene sul decreto del presidente della Repubblica datato 1973 che disciplina la riscossione. Dopo l’articolo 75-bis, che già consente all’agente di chiedere all’istituto di credito (o al datore di lavoro) se chi non ha pagato le tasse ha crediti su cui rivalersi, aggiunge un articolo 75-ter. In base al quale “prima di procedere al pignoramento dei conti correnti rinvenienti dalla consultazione dell’archivio dei rapporti finanziari“, che contiene il saldo dei conti correnti a inizio e fine anno, le movimentazioni e la giacenza media, “l’agente della riscossione può, in fase stragiudiziale, accedere, mediante collegamento telematico diretto, alle informazioni relative alle disponibilità giacenti sui predetti conti correnti”. Se ci sono crediti, l’AdeR “redige e notifica telematicamente al terzo, senza indugio, l’ordine di pagamento (…) con le specifiche modalità informatiche stabilite con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze“. La notifica deve arrivare anche al debitore, non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo.

Il Mef è chiamato a definire le soluzioni tecniche necessarie dopo aver sentito Abi, Poste, Associazione Italiana dei Prestatori Servizi di Pagamento e Garante Privacy. Anche “ai fini dell’adozione, da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione, di idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo”, si specifica, in linea con il regolamento Ue sulla protezione dei dati personali.

Garante permettendo, viene in questo modo tradotta in pratica l’intenzione inserita nella delega fiscale di “razionalizzare, informatizzare e semplificare” il pignoramento presso terzi regolato dall’articolo 72-bis del Dpr del 1973. La prima versione della delega prevedeva anche l'”automazione” della procedura, termine poi cancellato per seppellire lo spauracchio del prelievo forzoso agitato da Matteo Renzi. La ratio è evitare che il fisco spenda risorse inutilmente procedendo, come avviene oggi, con pignoramenti al buio su conti che poi si rivelano vuoti o con fondi insufficienti per coprire il credito da recuperare.

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