Si sta tenendo in questi giorni – dal 18 al 29 ottobre prossimo – la Festa del Cinema di Roma. La kermesse, giunta alla sua 18esima edizione, è entrata nel vivo. E, anche quest’anno, c’è pure “Alice nella Città“, ovvero la sezione autonoma e parallela alla Festa. Qui, nella sezione “Proiezioni Speciali”, è stato presentato “Un oggi alla volta”, che segna il debutto alla regia di un lungometraggio per Nicola Conversa. Non solo. È anche l’esordio in un lungometraggio di fiction di Tommaso Cassissa, content creator da 4 milioni di follower. FQMagazine li ha intervistati, ecco cosa hanno raccontato sul film prodotto da One More Pictures in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da Vision.
Cast e Sinossi
Cast: Tommaso Cassissa, Francesco Centorame, Marilù Pipitone, Ginevra Francesconi, Katia Follesa, Ginevra Francesconi, Edoardo Pagliai. Con Federica Pagliaroli e la partecipazione di Cesare Bocci ed Elisabetta De Palo.
Marco è un ansioso diciannovenne prossimo alla maturità, con 3 materie da recuperare, una madre che vive con lo smartphone in mano ed un fratello che sogna di fare il cantante indie. È a-social e vorrebbe amare come si faceva un tempo. Aria si è diplomata l’anno precedente, ha tatuato sul braccio “un oggi alla volta”; e vive ogni giorno come se fosse l’ultimo. A seguito di un numero di telefono memorizzato male, Marco e Aria si conoscono ed iniziano a piacersi. Marco però non sa che Aria vive un oggi alla volta, non perché bellissima e ribelle come vuole dimostrare di essere, ma per colpa di una malattia degenerativa che la fa andare a dormire senza sapere se un domani ci sarà veramente. Un teen love drama divertente e appassionante, che racconta il viaggio incredibile e sorprendente che i protagonisti si troveranno a fare. Il tutto per riuscire in una cosa talmente semplice da essere diventata complicata oggi: innamorarsi.
Qual è stata la genesi di questo progetto?
Conversa, regista: “Avevamo questa piccola idea, basata sullo scambio di numeri, l’abbiamo provata a far esplodere, è continuata perché abbiamo c’era la volontà di ampliare la storia parlando di un amore analogico. Il film ha due anime: per la prima metà è molto veloce, anche nelle transizioni, è quello che mi porto dietro da internet, ho voluto omaggiare quel linguaggio e farlo andare molto veloce. Da un certo punto in poi del film ho deciso di rallentare, anche la recitazione ha meno battute proprio perché volevo che ci fossero due anime”.
Avete deciso tutto preventivamente o strada facendo?
Conversa: Tutto preventivamente, anche la scelta della palette dei costumi, Marco tutti caldi e anche familiari, mentre Aria sono diversi.
Che rapporto avete voi con internet, arrivando da quel mondo lì?
Conversa: Sono abbastanza addicted. Questo film, dal titolo stesso, era una richiesta di aiuto che ho fatto alzando la mano. Sono sempre impaurito da quello che succede dopo e non mi godo mai il presente. Invece Aria, non avendo un dopo (ha una malattia che la porterà alla morte, ndr), deve goderselo per forza.
Tommaso Cassissa, protagonista: “Con i social ho un rapporto molto stretto e familiare. All’inizio era solo una passione, poi si è trasformato un lavoro e mi ha dato anche grandi possibilità. Mi ha insegnato tanto perché si riesce a comunicare banalmente con molte persone, mi ha aiutato in età adolescenziale. Mi sentivo molto supportato”.
Il personaggio che interpreta ha delle affinità con lei?
Cassissa: Sì, è un grande sognatore, cerca l’amore e va controcorrente però non usa i social. Calarmi al 100% nel personaggio mi ha aiutato a capire questa cosa. Ho imparato anche io a dare meno importanza alle cose che non la hanno.
Com’è andata sul set?
Cassissa: Prima di tutto mi sono fidato di tutti, mi hanno accolto con bontà, mi hanno insegnato tutto quello che non ero in grado di fare. Me la sono goduta come un grande gioco, sono molto soddisfatto perché ero a mio agio. Certo, differenze con il web ce ne sono: recitare con altre persone è diverso perché devi calarti nella situazione, mentre sui social, in camera, è diverso, sei da solo.
Le piacerebbe continuare questa strada?
Cassissa: Sì, mi piacerebbe replicare.
Conversa aggiunge: Tommaso ha un super potere, si intona quando qualcuno è più bravo di lui.
C’è stata una scena particolarmente difficile?
Conversa: Quella con Katia Follesa alla porta, perché è stata complicata sia per Katia che per Tommaso, una scena drammatica fatta da due comici. Hanno girato in due giorni diversi e dovevano ricordarsi quello che stava succedendo. Lì anche la troupe si è accorta che quel ruolo Tommaso poteva farlo. Lì forse ha iniziato a recitare sul serio. È come trovare un vestito in un armadio che hai dentro.
Cassissa: Anche io ho pensato alla stessa scena, soprattutto perché non lo avevo mai fatto. Non sapevo se ce l’avrei fatta o meno. Come tutti soffro, ma ho sempre cercato di sfogare le piccole-grandi cose brutte che mi capitano con l’ironia.
Aveva dei timori?
Cassissa: Sì, di essermi illuso tutta la vita di essere in grado di fare una cosa simile. Era un grande sogno e non volevo arrivarci impreparato. Non volevo fare un film per dire agli altri ‘L’ho fatto’. Volevo fare qualcosa di autentico.
Le sono arrivate quindi proposte che però ha rifiutato perché non si sentiva pronto?
Cassisa: No, questo non è successo. I miei modelli? Fabio De Luigi e Jim Carrey.
Quanto c’era di suo nel film?
Conversa: Riesco a dirlo a fatica, c’è abbastanza di mio. Ho dovuto fronteggiare un lutto, me lo sono portato molto sulle spalle, era arrivato il momento di lasciarlo andare. C’è una mancanza.
Cassissa: L’impacciatagine di Marco che ho sempre avuto nel gestire la mia persona. Io sono molto timido, poi tutto il percorso che ho fatto mi ha improntato ad adottare strategie per uscire dalle situazioni di imbarazzo. Questo è stato molto terapeutico.
Il film è stato realizzato appositamente per la kermesse?
Conversa: Le riprese sono iniziate in un momento in cui si sperava di fare in tempo; poi ci sono state tante incognite. Un film finisce ma poi c’è la produzione, la distribuzione. Qualcosa abbiamo tagliato, c’erano delle scene finali che dicevano dove finivano i personaggi, quindi c’è l’idea di continuare.