“Siamo a livelli vagamente lisergici, cioè stiamo proprio fuori. Non so che film si sia fatta“. È il commento ironico di Pier Luigi Bersani alle parole pronunciate dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un suo videomessaggio tramesso all’evento di Fratelli d’Italia dello scorso 22 ottobre “L’Italia vincente. Un anno di risultati del governo Meloni”.
Ospite di Giovanni Floris a Dimartedì (La7), Bersani osserva: “Io francamente non so che festeggino. Parlano di “risultati inimmaginabili” e di “cose straordinarie” ma i dati dicono altro. Loro è un anno che sono lì e danno sempre la colpa a quelli che c’erano prima. Ma dopo un anno anche i bambini camminano sulle loro gambe. Questi invece non hanno uno straccio di idea”.
Sul caso Giambruno, l’opinione di Bersani è netta: “Parlare del privato mi ha sempre dato fastidio ma vorrei dire una cosa, che potrebbe essere una lezione a chi (Meloni, ndr) dà sempre lezioni. Quando tu hai una responsabilità vera, grossa e seria, quelli più prossimi a te devono stare un passo indietro e non due passi avanti. E se non lo capiscono, devi essere tu a farglielo capire”.
E aggiunge: “Ai tempi di Renzi dicevo che c’erano troppe cose in troppi chilometri. Adesso devo dire che ci sono troppe cose in troppi metri. La capacità di trasformare i problemi del governo in una telenovela per non pagare dazio è una storia quasi secolare in Italia, l’abbiamo vista per tanti anni. In questo caso – spiega – per non pagar dazio hanno messo su questa cosa qui tra Giambruno e la Meloni vittima e poverina. Dopodiché, i problemi rimangono. Faccio comunque notare che Giambruno le ha dette peggio in diretta che in questi fuorionda. Lasciamo stare”.
Bersani conclude: “Questi hanno sempre bisogno di un nemico: oggi Mediaset, domani sono io, un altro giorno è il potere forte, un altro giorno ancora c’è un complotto, eccetera. Questo succede perché la loro logica è dividere il paese. Io – chiosa – sono quello che 2 anni fa diceva al centrosinistra: “Non vedete la mucca nel corridoio”. Adesso dico: “Guardate che non avete capito che mucca è”. Cioè questa divide il paese, lo sta sfasciando. Bisogna sentire questa urgenza. Io non ce l’ho con loro perché sono fascisti o altro, ma perché sono divisivi e corporativi“.