“Mi hanno appena massacrato con calci e pugni in faccia e nella schiena. Due Smart mi hanno seguito dall’aeroporto e quando sono sceso dalla macchina di un’amica mi hanno assalito”. Il messaggio corredato da un mezzo primo piano con il viso dell’italo-palestinese Karem Rohana, conosciuto su Instagram come “Karem dalla Palestina” o “Karem da Haifa”.

“Sono al pronto soccorso. Il dolore è abbastanza, soprattutto i colpi nella schiena. Riesco solo ad alzare il pollice. Ovviamente sporgerò denuncia”, dice Karem in un video selfie aggiunto alla storia. Il trentenne ’italo-palestinese, che nelle ultime settimane è diventato un influencer sul conflitto italo-israeliano, schierato su posizioni filopalestinesi, ha denunciato di aver subito un’aggressione dopo il rientro a Fiumicino da Gerusalemme, martedì sera a Roma, nel quartiere San Paolo, di fronte al Parco Schuster.

Rohana era rimasto bloccato in Israele per alcuni giorni dopo il 7 ottobre, a causa della cancellazione dei voli da parte della maggior parte delle compagnie aeree, ed era riuscito a tornare in Italia ieri. Sempre via stories di Istagram aveva avvisato i suoi follower che sarebbe rientrato ieri sera e aveva anche chiesto un passaggio dall’Aeroporto di Fiumicino.

“Volevano proprio ammazzarmi, secondo me”, ha raccontato su Instagram. Il suo profilo era da tempo oggetto di una campagna di attacchi online e di segnalazioni di massa da parte di gruppi di utenti esplicitamente filo-israeliani, che inviavano anche minacce di morte, in italiano ed ebraico. Almeno uno di questi profili sui social risultava basato a Roma. Il Fatto ha visto gli screenshot di alcune conversazioni. Proprio a causa delle segnalazioni degli utenti, l’account Karem_da_Haifa era anche stato ripetutamente chiuso e riaperto da Meta, la società che gestisce Instagram (ne avevamo scritto in un articolo a propoisito del fenomeno dello “shadowban).

Al momento dell’aggressione Rohana, secondo quanto riferito dalla diretta interessata, si trovava con Benedetta Sabene, redattrice di Servizio Pubblico di Michele Santoro, che sempre su Instagram ha confermato la versione: “Sono andata a prendere Karem alla metro, l’ho accompagnato in zona mia, ci volevamo prendere una cosa da bere. Una volta scesi dalla macchina, due persone a volto coperto, incappucciati”, ha scritto la giornalista. “Mi hanno spinta, poi hanno preso lui, l’hanno buttato a terra e l’hanno aggredito a calci e a pugni. Io ho cominciato a urlare per attirare l’attenzione e si sono per fortuna affacciate delle persone, che hanno visto questi due ragazzi correre verso due macchine, poi sono scappati”. La pagina Facebook del media di Santoro ha confermato l’aggressione: “Ieri sera, intorno alle 22:00, due uomini a volto coperto hanno aggredito Karem Rohana”.

Sulla vicenda sta indagando la Digos di Roma. Ai due è arrivata la solidarietà del Comitato Pace Terra Dignità “Non possiamo accettare che il clima di tensione di questi giorni sfoci in atti di violenza da qualunque parti essa venga. Auspichiamo che le indagini vadano avanti e che i responsabili siano consegnati alle autorità competenti”, scrive l’associazione in un comunicato.

“Siamo in un momento in cui delle persone si sentono libere di pedinare e aggredire un ragazzo soltanto perché è palestinese”, ha commentato Sabene. “Israele ha esportato la sua democrazia anche in Italia”, il duro commento di Rohana.

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