I dati diffusi oggi dall’Istat sulla povertà assoluta fanno a pezzi la narrazione propagandistica meloniana/salviniana.
Nel 2022 il 17,6% delle famiglie residenti in Italia ha un contratto d’affitto; il 73,2% possiede una abitazione di proprietà. La povertà assoluta varia a seconda del titolo di godimento dell’abitazione. Istat afferma che sono oltre 983mila famiglie povere in affitto, queste rappresentano il 45% delle famiglie in povertà assoluta, con un’incidenza di povertà assoluta del 21,2% contro il 4,8% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà.
I valori relativi alle famiglie in povertà assoluta sia in affitto che in proprietà sono in crescita rispetto al 2021, quando l’incidenza era 19,1% per le famiglie in affitto e 4,3% per quelle in proprietà. Nel Mezzogiorno le famiglie in povertà assoluta con unità immobiliare in affitto, presentano un’incidenza di povertà assoluta pari al 24,1%, rispetto al 19,9% del Nord e al 20,2% del Centro.
Tra i dati diffusi dall’Istat intendo soffermarmi sulle 983.000 le famiglie in affitto in povertà assoluta, che erano nel 2022, 889.000. Queste, quindi, aumentano di quasi 100.000 famiglie rispetto al 2021. Tra le famiglie in povertà assoluta il 27,1 vede la presenza di un minore. Mentre i minori in famiglie in povertà assoluta con stranieri, sono il 34,4%. Giova ricordare che nel 2022 erano ancora finanziati, insufficientemente, ma finanziati, il fondo contributo affitto e morosità incolpevole. Così come nel 2022 era ancora in vigore il reddito di cittadinanza e l’allegato contributo affitto mensile fino a 280 euro. Il futuro si prospetta ancora peggiore, in quanto il governo anche con legge di bilancio per il 2024, persegue la via dell’azzeramento dei fondi contributi affitto e morosità incolpevole, a questo si devono aggiungere le 200.000 persone alle quali entro il 31 dicembre di questo anno verrà tagliato il reddito di cittadinanza e il contributo affitto ivi previsto.
Ma non è solo il governo attuale responsabile di questo stato di cose.
Lo sono anche i governi precedenti, le amministrazioni regionali e comunali che negli ultimi decenni sono rimasti abbagliati dai poteri, falsi, taumaturgici di un mercato delle locazioni che avrebbe calmierato sé stesso, con la contestuale scelta politica dell’abbandono da parte dell’Italia di politiche abitative pubbliche che si ponessero l’obiettivo di aumentare la dotazione di case popolari a canone sociale, a favore di una politica di contributi. Dimostratasi ad oggi fallimentare. E che dire di quell’abbaglio collettivo a sinistra e a destra su un social housing pubblico/privato che è diventato affare per privati con risorse e immobili pubblici, con una scarsissima incidenza sul fabbisogno reale?
Sì, oggi quel quasi milione di famiglie in povertà assoluta in affitto rappresenta esattamente la fotografia del fallimento di una ideologia liberista che dovrebbe vedere a sinistra e a destra di un mea culpa collettivo.
Una ideologia liberista che ad oggi ha prodotto un milione di famiglie in povertà assoluta e un caro affitti insostenibile, foraggiato da assurde cedolari secche a chi affitta a libero mercato. In tale contesto non dimentichiamo che tra il 2021 e il 2022 il contestuale aumento del 9,40% delle sentenze di sfratto, non a caso nell’85% dei casi motivati da morosità, l’aumento del 199,07%, rispetto al 2021, delle richieste di esecuzione arrivate ad essere 99.316 nel 2022, e l’aumento nel 2022, rispetto al 2021, del 218,60% delle esecuzioni di sfratto.
Come è del tutto evidente i dati sulla povertà assoluta e l’aumento degli sfratti vanno di pari passo e di questi dati la politica non tiene conto, continuando a perseverare, ora si, in maniera diabolica, politiche abitative di sostegno al mercato o all’acquisto di case. “Si tratta di dati che messi in relazione dovrebbero scuotere le fondamenta di Palazzo Chigi, al contrario assistiamo sui canali televisivi nazionali, a reti unificate, ad una soap opera con protagonista la Premier che vede un Paese in piena crescita”, come ha affermato la giovane Segretaria Nazionale dell’Unione Inquilini, Silvia Paoluzzi.
Il governo attuale sta estremizzando le politiche liberiste e dell’esclusione sociale ne ha fatto la sua mission, ma noi non dimentichiamo gli sguardi di sufficienza rivolti a noi da ministri, sottosegretari, sindaci, assessori comunali e regionali quando parlavamo del fiato cortissimo di politiche di vendita di case popolari in cambio di contributi dati con ritardi di due anni, e della necessità di realizzare più case popolari con il recupero senza consumo di suolo o con l’acquisto. Noi per loro non eravamo moderni. Povertà assoluta e sfratti questi sì che sono moderni.