Un test, certo, ma la conferma di come la minaccia di un conflitto atomico resti sempre latente sui cieli dell’Europa e del mondo. Le forze strategiche russe hanno simulato un “massiccio attacco nucleare” in “risposta” a un “attacco atomico nemico”. Il tutto sotto lo sguardo attento di Vladimir Putin, collegato in videoconferenza mentre le forze di deterrenza strategica testavano tre missili.

Sono stati lanciati un missile balistico intercontinentale Yars, partito dal cosmodromo di Plesetsk, con obiettivo a Kura, nella penisola della Kamchatka, nonché di un missile balistico Sineva da un sottomarino nel mare di Barents e di missili da crociera da bombardieri Tu-95. Nell’esercitazione state coinvolte le forze e le capacità della componente di terra, aria e navale, delle forze nucleari di deterrenza. Il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov hanno riferito a Putin dell’esito delle manovre.

Un modo per ricordare al mondo la capacità distruttiva di Mosca, proprio nel giorno in cui il Parlamento russo ha completato l’iter di approvazione della legge per il ritiro della ratifica del trattato che vieta i test sulle armi nucleari Ctbt. Dopo la camera bassa della Duma, anche il Consiglio della Federazione ha infatti approvato il testo con 156 voti favorevoli. Manca solo la firma del presidente, che non tarderà ad arrivare a giudicare dai test sui lanci, “completati a pieno” secondo il Cremlino.

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