La Prima Commissione del Consiglio superiore della magistratura ha deliberato a maggioranza di aprire la pratica a tutela “dell’indipendenza e del prestigio” di Iolanda Apostolico, la giudice di Catania vittima di un’offensiva mediatica da parte del centrodestra per aver disapplicato il decreto Cutro sull’immigrazione. Si è astenuto il presidente, il laico di Forza Italia Enrico Aimi, mentre hanno votato a favore tutti e cinque gli altri componenti: i togati progressisti Mimma Miele (Magistratura democratica) e Francesca Abenavoli (Area), Eligio Paolini dei conservatori di Magistratura indipendente, Michele Forziati dei moderati di Unicost e Michele Papa, professore eletto in quota M5s.

L’apertura arriva a ben 23 giorni dalla richiesta (avanzata il 3 ottobre scorso da 14 consiglieri) e a 20 giorni dalla trasmissione della stessa richiesta alla Commissione. Nel mezzo ci sono stati vari rinvii e numerose richieste di pre-istruttoria avanzate in particolare dal presidente Aimi, che ha voluto acquisire tutti gli articoli di stampa usciti sulla vicenda (come se i suoi contorni non fossero già di dominio pubblico). Eppure lui stesso aveva dimostrato di avere le idee molto chiare sul caso, commentando il video della magistrata a un presidio pro-migranti (di provenienza ancora ignota) postato sui social del vicepremier Matteo Salvini: “Le eloquenti immagini del giudice Iolanda Apostolico, ritratta in prima fila sul molo a Catania durante un’accesa manifestazione dai connotati politici, esortano un richiamo ai principi che sovrintendono il nostro ordinamento. È opportuno non dimenticare mai che la giustizia è come la moglie di Cesare: non deve essere solo terza e imparziale, ma deve anche apparire tale”, affermava.

In mancanza di ulteriori richieste istruttorie, il prossimo passo sarà la redazione di una o (con ogni probabilità) più proposte di delibera, che saranno votate in Commissione per poi arrivare al plenum, l’organo al completo. Il fine ultimo, infatti, è arrivare a una presa di posizione pubblica del Csm in difesa delle toghe di cui si considerano a rischio l’autonomia e l’indipendenza. I numeri in plenum però sono sfavorevoli al fronte pro-Apostolico, perché la maggioranza è solidamente nelle mani nel centrodestra. Ma non è detto nemmeno che ci si arrivi in fretta: in contemporanea all’apertura, infatti, su richiesta del togato di Mi Eligio Paolini la Commissione ha deciso all’unanimità di procedere all'”analisi urgente” di tutte le altre pratiche a tutela pendenti (spesso dimenticate da tempo) per “valutarne la riunione” a quella su Apostolico, “ritenendo assolutamente necessario affrontare il tema con la completezza che merita“. Tradotto: si cercherà di tirare ancora per le lunghe e soprattutto di “spersonalizzare” la pratica per togliere dall’imbarazzo il gruppo dei togati di Mi, i più vicini al governo e gli unici a non aver sottoscritto la richiesta di apertura.

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