Prima vittoria per il sindacato dei lavoratori dell’auto statunitensi (Uaw) che da 41 giorni portano avanti uno sciopero per ottenere aumenti delle retribuzioni, equiparazione tra giovani ed anziani e riduzione dei tempi di lavoro. Non tutti i dettagli sono noti ma si sa che il gruppo Ford ha accettato di aumentare le retribuzioni del 30% per i dipendenti con gli stipendi più alti e di ben il 68% per i lavoratori con i salari più bassi. Lo Uaw chiedeva incrementi del 40%, non una cifra a caso ma quello che hanno ricevuto negli ultimi 4 anni i top manager dei tre big americani dell’auto: Gm, Stellantis e, appunto Ford. L’accordo preliminare sarà ora sottoposto al voto dei 57mila lavoratori Ford he dovranno decidere se ratificarlo o meno. I dipendenti torneranno al lavoro mentre è in corso la votazione. Secondo le prime stime il nuovo accordo comporterebbe un incremento del costo del personale di 1,5 miliardi di dollari all’anno. L’ipotesi di intesa è stata comunque accolta favorevolmente sul mercato. del resto gli ultimi bilanci dei tre colossi erano gonfi di profitti: quasi 17 miliardi per Stellantis, 23 miliardi per Ford e 10 miliardi per GM.
Il presidente Joe Biden plaude all’accordo definendolo storico. “Credo che la classe media costruisca l’America e i sindacati costruiscono la classe media”, afferma Biden, sottolineando che l’accordo preliminare mostra il potere dei dipendenti e delle aziende che lavorano insieme per risolvere le loro differenze al tavolo delle trattative. “Voglio congratularmi con il Uaw per lo storico accordo preliminare con Ford. Quando i lavoratori di battono contro l’avidità delle aziende vincono. È il momento per General Motors e Stellantis di negoziare un contratto giusto per i loro lavoratori”, afferma il senatore democratico Bernie Sanders. Il sindacato sta utilizzando una tattica di mobilitazione piuttosto sofisticata con una quota di lavoratori che si fermano che cresce gradualmente. Già le prime mobilitazioni hanno comunque colpito punti chiavi della filiera dei tre gruppi rallentandone le operazioni. Con Stellantis e Geneal Motors, con cui non è ancora stata trovata un’intesa, il sindacato haappena intensificato la mobilitazione. In particolare 870 lavoratori del sito di assemblaggio di Stellantis a Sterling Heights nel Michigan si sono fermati lunedì, seguiti il giorno dopo da cinquemila lavoratori presso lo stabilimento GM di Arlington in Texas.