Dopo l’inchiesta de ilfattoquotidiano.it sulle condizioni di sicurezza del punto nascita di Avola (Siracusa), non si sono mossi solo i senatori Pd con un’interrogazione al ministro Orazio Schillaci. A distanza di quasi un mese, si è mosso anche il deputato regionale Fdi Carlo Auteri chiededendo all’assessora regionale Giovanna Volo, esponente della giunta Schifani, di intervenire.
In una nota il meloniano conferma che l’ospedale “Giuseppe Di Maria” è sprovvisto del servizio di trasporto di emergenza neonatale (Sten) con l’ospedale “San Marco” di Catania. E chiede con “urgenza l’intervento all’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo”, per sapere “quali provvedimenti intenda prendere contro una disposizione chiaramente contraria alle disposizioni regionali” perché “l’ospedale San Marco di Catania non può rifiutarsi di inviare l’ambulanza della rete Sten/Stam ad Avola”.
Auteri nella sua nota, in cui allega anche la foto di google maps con la distanza tra i due nosocomi, sottolinea che “l’ospedale di Avola si trova a 48 minuti dalla sede della Rete Sten, prevista all’ospedale San Marco” ma che “il dirigente di pediatria, Raffaele Falsaperla, ha comunicato di non poter inviare l’ambulanza perché oltre i 60 minuti”. Il decreto regionale (maggio 2015) sulla “procedura operativa reti Sten”, specifica che nella Sicilia Orientale è “l’Ospedale Santo Bambino (oggi San Marco)” che “garantirà” per “servizi resi dalle reti Sten” le “province di Catania, Ragusa e Siracusa”. Inoltre, “qualora non sia possibile mantenere i tempi stabiliti per il trasporto nel più breve tempo possibile e comunque entro i 60 minuti, il centro trasferente è autorizzato ad utilizzare i servizi di trasporto di altra sede Sten, o provvedere direttamente, soprattutto se i tempi di attesa espongono il neonato ad un maggior rischio”.
A sollevare le criticità del punto nascite di Avola, è stata una lettera firmata dai medici di Lentini e indirizzata alla direzione dell’Asp di Siracusa in cui si chiedevano “delucidazioni” sul “comportamento da seguire nel caso in cui si verificassero le condizioni per l’attivazione del servizio di trasporto emergenza neonatale (Sten)”. I medici sottolineavano che la mancanza dello Sten, uno dei “requisiti necessari per gli standard di sicurezza minimi richiesta per l’apertura del punto nascita”, “esporrebbe i neonati ad un elevato rischio e costringerebbe i medici in servizio ad eseguire procedure che non rientrano nelle loro competenze, come il trasferimento di un neonato” nelle “unità di terapia intensiva neonatale (Utin)”. Dopo l’articolo de ilfattoquotidiano, i senatori dem Antonio Nicita, Annamaria Furlan ed Enza Rando hanno presentato un’interrogazione al Ministero della Salute, Orazio Schillaci, mentre i deputati regionali Pd chiesto un’ispezione ad Avola all’assessora della salute, Giovanna Volo.
Ora interviene anche Auteri, citando il dirigente di pediatria Falasperla. “Il decreto regionale è chiaro, ci sono dei criteri abbastanza evidenti e basterebbe leggerli – spiega il presidente regionale della Società Italiana di Neonatologia (Sin) Raffaele Falsaperla a ilfattoquotidiano.it -, non desidero commentare la nota, e non capisco come queste informazioni siano state veicolate”. Falsaperla precisa che le sue dichiarazioni sono rilasciate in qualità di presidente siciliano del Sin, e non come primario dell’Ospedale San Marco. E sollecitato sul servizio di trasporto tra Siracusa e Catania, replica: “Noi andiamo all’Utin di Siracusa, perché è un trasporto terziario, tra terapia intensiva a terapia intensiva, non centra la tempistica e la vicinanza, è un trasporto protetto come stabilito da decreto regionale – spiega il presidente Falsaperla -. Ma il punto nascita ha un altro percorso, e nel decreto c’è scritto che ogni punto nascita deve essere in grado di traportare in autonomia ogni neonato che nasce. La tempistica è di 60 minuti tra andata e ritorno, ricordo che il trasporto è in ambulanza, quindi bisogna pensare alla velocità massima per può raggiungere il pezzo, il tempo e la percorrenza”. E se pensassimo ad un trasporto tra il punto nascita di Avola e l’ospedale San Marco di Catania? “Ipotizziamo che lei chiami da Avola, noi non abbiamo qui un’ambulanza, e in modo ottimistico potrebbe essere qui in mezzora, quindi facendo un calcolo l’ambulanza potrebbe essere ad Avola tra un’ora e mezza – aggiunge il presidente Falsaperla -, siamo fuori decreto. Lei lo attiverebbe? Metterebbe a rischio un neonato? Non penso. Questo non è Sten, è un’altra cosa”.