“Vieni qua, ti spacco la testa. Tagliati le palle”. Massimo Vacchetta è un veterinario. Gestisce il Centro recupero ricci “La ninna” di Novello, in provincia di Cuneo. Mercoledì 25 ottobre sente alcuni spari provenire da una zona abitata, tra il proprio Comune e Barolo, così accende il proprio telefono e, in diretta su Facebook, registra quella che sembra una zona di caccia – improvvisata da una decina di cacciatori – vicino a un casolare e a poca distanza dalle abitazioni. Vacchetta chiede conto di ciò che sta accadendo – c’è un cinghiale a terra, appena ucciso – e si rivolge ai cacciatori chiamandoli, ripetutamente, “vigliacchi”. Uno di loro si avvicina e, come si vede nel video, dopo averlo minacciato (“ti spacco la testa”) lo aggredisce. Vacchetta documenta l’accaduto, sempre col telefono acceso, e viene malmenato più di una volta (la notte si recherà in pronto soccorso per dolori al collo e a una gamba). L’episodio di aggressione ai suoi danni è stato diffuso e denunciato dalla Lac, che ha espresso solidarietà al veterinario.
La legge stabilisce che è vietato “esercitare la caccia a una distanza di 100 metri da case, fabbriche, edifici adibiti a posto di lavoro” e che è “vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore ai 150 metri“. Nel video, a un certo punto, il veterinario e un giovane cacciatore discutono proprio di questo.
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