Nel 1791 il rivoluzionario giacobino Jean-Paul Marat si rifugiò nelle fogne di Parigi mentre fuggiva dai suoi nemici e fu probabilmente in quelle fetide profondità che contrasse o aggravò la malattia della pelle che lo costringeva a immergersi per gran parte del tempo in un bagno medicinale. Proprio quello in cui sarebbe stato assassinato da Charlotte Corday per diventare, poi, il soggetto di un famoso dipinto di Jacques-Louis David. Le fogne della capitale francese ospitarono, nella finzione, anche Jean Valjean, il protagonista de I Miserabili di Victor Hugo: per sfuggire – lui e Marius – alla morte sulle barricate con la polizia alle calcagna e insidiose sabbie mobili ad attenderlo. Le stesse fognature diedero rifugio, oltre un secolo più tardi, ai membri della Resistenza durante l’occupazione nazista e servirono come quartier generale negli ultimi giorni di combattimenti.

Il mondo di sotto per sorprendere il nemico
Il “mondo di sotto” è stato in un passato più o meno recente il campo di battaglia invisibile dove hanno trovato salvezza e morte migliaia di uomini al fronte. Cunicoli naturali e artificiali dentro i quali nascondersi, dai quali vigilare o grazie ai quali sorprendere il nemico. L’invisibilità come strategia, il buio come arma in più. È accaduto nelle due guerre mondiali, in Vietnam cinquant’anni fa, in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa e già in passato in Medio Oriente. E proprio i cunicoli scavati nella Striscia palestinese – anche negli anni scorsi sfruttata da Hamas per sfuggire agli “occhi” israeliani – diventeranno il teatro di guerra più difficile per l’Idf, l’esercito israeliano, durante l’invasione di terra: una rete così estesa da essere stata ribattezzata la “metropolitana di Gaza”.

Le grotte durante le guerre mondiali
I tunnel scavati dai miliziani islamisti, del resto, altro non sono che un’evoluzione delle strade sotterranee dei liquami di scarto parigini e delle grotte alle quali fecero spesso ricorso i soldati nel corso della Prima guerra mondiale: punti di osservazione ma anche posizioni tatticamente vantaggiose per le artiglierie, molte caverne in alta montagna divennero vere e proprie fortificazioni per le truppe italiane e austriache. La grotta Pečinka, oggi in territorio sloveno, fu usata come rifugio militare da entrambe le parti, mentre nella Seconda guerra mondiale ospitò delle formazioni partigiane. Nella stessa zona, la grotta Lojzova negli anni 1916 e 1917 divenne un magazzino a tre piani che poteva ospitare fino a un migliaio di soldati. In fondo, a parte l’umidità e il fetore, non c’è molta differenza tra i cunicoli di una grotta e quelli di una fognatura quando si tratta di difendersi e di attaccare.

La “Guerra dei topi” a Stalingrado
Attraverso la rete fognaria, durante quella che i tedeschi della sesta armata a Stalingrado chiamarono Rattenkrieg (“Guerra dei topi”), la fanteria sovietica prese a colpire alle spalle le truppe del Reich: sanguinosi attacchi notturni abbatterono sconvolgevano il morale tedesco privandoli anche del sonno. Anche quando i tedeschi erano all’attacco, i difensori sovietici lanciavano imboscate – uscendo da questi cunicoli sotterranei – che separavano i carri armati dalla fanteria di supporto. Secondo lo storico britannico Antony Beevor, i soldati dell’Armata rossa, protetti dalle rovine degli edifici e potendo rifugiarsi nelle fogne, si divertivano a inventare gadget per uccidere i tedeschi, tra cui trappole esplosive e cecchinaggio assolutamente imprevedibili. La risposta – efficace ma non risolutiva – fu affidata al lanciafiamme, un’arma terrificante nel suo utilizzo per ripulire tunnel fognari e nascondigli altrimenti inaccessibili.

L’inferno dell’Azovstal
Non erano una grotta né una fognatura, ma una fortezza all’interno di una città quelle acciaierie Azovstal che permisero nel 2022 agli ucraini di reggere all’assedio degli invasori russi per quasi tre mesi: l’enorme complesso rendeva la localizzazione delle forze di Kiev quasi impossibile e aveva edifici difficili da distruggere con le artiglierie convenzionali. Inoltre, conteneva un sistema di tunnel sotterranei che permise sia la difesa sia efficaci assalti contro gli attaccanti. Il risultato fu che la Russia si decise ad attuare un blocco totale del territorio delle acciaierie, ammettendo implicitamente la propria incapacità di catturare fisicamente il complesso.

Le miniere di sale di Soledar
Come delle grotte o dei tunnel sotterranei, le miniere di sale di Soledar, nell’oblast di Donetsk nei pressi di Bakhmut, per alcuni mesi – tra l’agosto 2022 e il gennaio 2023 – furono al centro degli scontri tra le forze ucraine da una parte e quelle russe insieme ai mercenari di PMC Wagner dall’altra. Le dimensioni delle miniere sono ciclopiche, con 201 chilometri di tunnel a una profondità di 288 metri e molti ambienti alti come un condominio di dieci piani. La loro cattura da parte degli uomini di Prigozhin avvenne a costo di migliaia di vittime e costringendo spesso gli attaccanti russi a spostarsi sopra cumuli di corpi di compagni morti.

Le gallerie di Hezbollah nella roccia
Non una grotta, tantomeno una fognatura, ma un tunnel si sono trovate di fronte le forze armate israeliane il 13 gennaio 2019 nella zona di confine col Libano: per la precisione, il più grande e il più sofisticato scoperto al termine di un’operazione durata sei settimane che permise di scovare sei gallerie scavate da Hezbollah tra il Paese dei cedri e lo stato israeliano. Aveva illuminazione elettrica, un sistema di binari per lo spostamento delle attrezzature, un sistema di smaltimento dei rifiuti e scale di buona qualità. Rotoli di filo spinato ed esplosivi furono piazzati per impedire il transito non autorizzato del Partito di Dio da quei tunnel scavati nella dura roccia.

I 34 tunnel distrutti già distrutti a Gaza
Era invece scavato in terreni alluvionali, argillosi o sabbiosi, il tunnel in cui il 7 luglio 2014 morirono in un’esplosione sette militanti di Hamas nei pressi di Khan Yunis, secondo Idf per la detonazione accidentale delle loro stesse munizioni, all’inizio di quella che per sei settimane nell’estate di quell’anno fu la prima guerra di Gaza. Al termine del conflitto-lampo 34 tunnel erano stati distrutti: cento chilometri di estensione e un terzo di loro con sbocco in territorio israeliano. Di lì a due anni, secondo fonti di Hamas, l’organizzazione terroristica – che ha preso il potere con un “colpo di Stato” nella Striscia nel 2007 – avrebbe messo di nuovo in piedi una rete estesa il doppio di quella dei vietnamiti del nord nel corso del conflitto degli anni Sessanta e Settanta. I punti di accesso ai tunnel sono nascosti all’interno di edifici, come case private o moschee, o mimetizzati dalla boscaglia o persino in semplici pollai, il che ne impedisce il rilevamento tramite immagini aeree o droni.

La guerra urbana che verrà
I tunnel si trovano solitamente a una profondità compresa tra 20 e 30 metri e sono alti in media circa due metri per una larghezza di uno. Sono dotati di illuminazioni, rete elettrica e talvolta binari per il trasporto di materiali, nonché di trappole esplosive con ordigni improvvisati. Nel novembre 2022, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (UNRWA) per i rifugiati palestinesi ha trovato un tunnel sotto una scuola elementare gestita dall’Agenzia e ha vivacemente protestato per la presenza di una tale struttura: “Una grave violazione della neutralità dell’Agenzia e una violazione delle norme internazionali che espone i bambini e il personale dell’Agenzia a rischi significativi per la sicurezza”. I tunnel hanno fornito a Hamas un mezzo efficace per contrastare la superiorità aerea israeliana, oltre che per nascondere lanciamissili e consentire l’accesso al territorio israeliano. Per questo, possiamo affermare che costituiscono l’obiettivo strategico più importante per l’attacco israeliano di risposta alla strage del 7 ottobre, ma anche che saranno la migliore struttura di difesa per i miliziani islamisti durante la guerra urbana. Civili o militari che siano, la maggior parte di coloro che cadranno perderà la vita dentro e nei pressi dei tunnel.

david.rossi.italy@proton.me

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