di Gaetano Failla
Il Ministero della Difesa ha iniziato una procedura con Base 549.410 per vendere a scopo demolizione il pattugliatore “Aviere”.
Riva Trigoso varò la nave nel 1984 per l’Iraq dove non arrivò mai. Si pensò d’adeguarla agli standard Nato e il mezzo fu dato alla Marina Militare nel 1995. Nell’ottobre 2019 fu ritirata dal servizio con una anzianità di navigazione di circa 24 anni. In Italia sembra che l’unico cantiere idoneo alla demolizione (Agenda 2030, obiettivo 12) sia San Giorgio del Porto. San Giorgio comunque ritiene di non poter competere con i cantieri della Turchia per costi e smaltimento rifiuti: i cantieri di Aliega (Turchia) hanno ricevuto, nel passato, molte navi italiane anche militari.
L’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030 indica chiaramente di “pensare” prima di costruire come può essere riciclato un qualsiasi prodotto. Ritengo che i mezzi militari per tutto ciò che contengono siano da trattare rispettando al 100% l’ambiente. Se una nazione produce, come in questo caso, un attrezzo militare e non sa come demolirlo dopo soltanto 24 anni di uso dovrebbe essere sottoposta a delle severe multe europee.
P.S. Il pattugliatore – ad oggi, 2023 – è ormeggiato da circa quattro anni. Non ho dati sui costi di costruzione né sui lavori d’adeguamento Nato, sono però certo che in certe zone del Meridione l’attività di demolizione aumenterebbe l’occupazione con lo stesso livello qualitativo dei cantieri non italiani o forse meglio. È così o no, Ministero della Difesa?