Trasformare la grande biodiversità della Calabria in un vantaggio competitivo agricolo-economico: è questo l’obiettivo perseguito dal gruppo cooperativo GOEL insieme all’onlus Comunità Progetto Sud, che, unendo forze e competenze, grazie al sostegno di Fondazione con il Sud, hanno dato vita al B.R.I.C.K., Botanical Research Institute of Calabrian Knowledge, il primo centro di ricerca italiano specializzato in oli essenziali ed estratti vegetali. “La Calabria detiene uno straordinario primato europeo in termini di diversificazione microclimatica e biodiversità: su 230 habitat censiti in Europa, ben 74 si trovano in Calabria. Dunque, a seguito della crisi del settore agrumicolo, abbiamo deciso di puntare su tali potenzialità del nostro territorio consolidate dal ruolo strategico della ricerca, portando avanti il percorso comune di cambiamento e riscatto avviato ormai da decenni”, così Vincenzo Linarello, pluripremiato presidente di Goel, illustra l’origine del progetto orientato alla valorizzazione delle produzioni vegetali, non solo come alimenti freschi o conservati, ma anche come principi attivi farmaceutici, cosmetici e nutraceutici, in collaborazione con università italiane e aziende partner, tra cui Aboca e Flora.
Si tratta di un sistema integrato, costituito da aziende agricole, stabilimenti di trasformazione diversificati e ricerca scientifica, che sorge all’interno del Villaggio GOEL a Siderno, dove Linarello, sostenuto da una rete cooperativa in continua crescita, da 20 anni, quotidianamente chiude la porta in faccia a chi cerca di imporre il controllo attraverso l’intimidazione, attivando un riscatto che parte dalla terra. “Abbiamo sviluppato questo nuovo approccio teorico e metodologico chiamato etica efficace, consapevoli del fatto che, per annientare il sistema ‘ndranghetistico, è indispensabile attestare che l’etica è assolutamente efficace, non solo giusta” spiega. E lo dimostrano concretamente realizzando azioni etiche e innovative, come appunto GOEL Biodiversi, una sperimentazione importante per il futuro delle politiche agricole della Calabria.
Il “cluster” capace di potenziare la biodiversità botanica, attingendo alla “tavolozza microclimatica” della Calabria, consentirà anche di diversificare le produzioni agricole, valorizzando aree interne, collinari e montane, in via di spopolamento. Per rendere l’idea, Linarello fa un esempio: “Se dovessimo scoprire che una determinata zona dell’Aspromonte ha il microclima ideale per una particolare specie botanica con virtù farmaceutiche, quell’area diventerebbe fonte di occupazione, nel segno della legalità e della lotta allo spopolamento. Dato l’alto valore aggiunto del prodotto, quell’area montana si ripopolerebbe e verrebbe presidiata, impedendo anche il dissesto idrogeologico“.
Come ci tiene a sottolineare il responsabile scientifico del B.R.I.C.K., Michele Ceraudo, all’interno del centro non si farà soltanto ricerca “in vitro”, ma anche sperimentazioni “in vivo”, attraverso la collaborazione con università e centri di ricerca pubblici e privati. Coinvolgendo diverse aziende agricole, verranno sviluppati processi innovativi di estrazione ecosostenibile che consentiranno di ottenere brevetti, strumenti di protezione delle produzioni tipiche territoriali. “Proprio come non si deve sprecare nessuna parte del frutto delle piante, non dovremmo perdere i figli della Calabria, spesso costretti a trasferirsi in altre regioni per affermarsi professionalmente. Mediante l’innovazione sociale e tecnologica, riusciremo a vincere questa scommessa” commenta, fiducioso, don Giacomo Panizza, fondatore di Comunità Progetto Sud, trovandosi d’accordo con Linarello nel sostenere che “dinanzi a una classe politica, spesso, priva di una visione di futuro, spetta alla società civile assumersi la responsabilità di sperimentare un progetto avveniristico, costruendo comunità sostenibili con solide basi nella tradizione agricola”.