Niente Zerocalcare al Lucca Comics&Games 2023. Il fumettista romano ha annunciato sui suoi canali social che non parteciperà alla fiera del fumetto toscana per via del patrocinio dell’ambasciata di Israele all’evento. “Senza troppi giri di parole: purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema” ha scritto il fumettista. “In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco – il minimo davvero – che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire“, continua. E ancora: “Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire”.
Il fumettista ha poi ricordato il suo viaggio a Gaza, fonte di ispirazione per diverse delle sue opere. “Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione”, ha scritto.
Pieno supporto da parte della Bao Publishing, la casa editrice dei fumetti dell’artista, che in una comunicazione su Instagram ha scritto: “Tutta BAO gli è solidale, comprende perfettamente le sue ragioni, le accetta e se ne sobbarca serenamente le conseguenze, confidando nella comprensione anche dei lettori e dei visitatori della fiera”. La casa editrice ha aggiunto che le polemiche nate attorno alla fiera per via dell’endorsment israeliano “sarebbero state più gestibili” se l’organizzazione del festival “si fosse espressa pubblicamente per chiarire i dubbi e le perplessità che hanno portato parte dell’opinione pubblica addirittura a invocare il boicottaggio di Lucca“. Concludendo che “da un grande evento popolare derivano grandi responsabilità, e quella di comunicare con il proprio pubblico, soprattutto in un momento drammatico e di grandissima incertezza, non è tra quelle che si possono ignorare”.