“Avete un’ultima possibilità per scappare in Giordania, in maniera ordinata. Se non lo farete, distruggeremo ogni nemico e vi cacceremo dalla terra santa che Dio ha dato a noi”. E’ quello che si legge in un volantino rivolto ai palestinesi, circolato venerdì in Cisgiordania. La notizia è riportata dal quotidiano israeliano Hareetz.
“Fate i bagagli – continua il testo, trovato affisso ai finestrini di alcune macchine – e tornate da dove siete venuti: stiamo arrivando”. Questo, riportano diverse fonti stampa locali, sarebbe solo l’ultimo gesto in ordine di tempo che invita i palestinesi della West Bank a lasciare le loro case, in direzione della Giordania. Oltre agli “inviti”, si sono intensificati i raid del coloni israeliani armati contro i contadini palestinesi.
L’ultima vittima è Bilal Mohammad Saleh, quarant’anni, raggiunto dai proiettili mentre raccoglieva le olive con dei famigliari nel villaggio di al Sawiyeh, vicino a Nablus. “Mi ero accordato con Bilal e altri nostri parenti – racconta Hamad Saleh, intervistato dal quotidiano arabo al Araby el Jadeed – per andare a raccogliere le olive nel nostro uliveto”. Dopo qualche ora dall’inizio del lavoro e senza avvertirli, continua il racconto del famigliare, “sono arrivati quattro coloni, uno di loro armato che ci ha minacciati di attaccarci se non fossimo andati via”. Poi la tragedia. “L’israeliano ha aperto il fuoco, da non più di venti metri di distanza, uccidendo Bilal e sono andati via”. L’accaduto è ripreso anche da un video, circolato in rete, in cui si vede la scena.
“Questi attacchi sono aumentati, da quando il governo di Netanyahu si è insediato”, denuncia Mohamed al Safi, direttore di un centro studi, parlando con il quotidiano panarabo. E, continua, “queste incursioni hanno preso una piega sanguinosa”. Solo nella giornata di sabato, racconta il direttore del centro di ricerche, “abbiamo registrato nove assalti, tutti ai danni di raccoglitori di olive”. Secondo quanto riporta il centro studi, in queste incursioni armate sarebbero state portati via anche macchinari agricoli e attrezzature di vario tipo.
A non essere risparmiate sono anche le scuole. Dopo aver vandalizzato la Arab Al-Kaabna School, nell’area di AL Ma’rajat, dove vive una numerosa comunità beduina, i coloni avrebbero lasciato due bambole insanguinate fuori dalla porta dell’istituto, come riporta il sito internet Middle East Eye. L’immagine delle due bambole macchiate di sangue è diventata virale sui social network. Hassan Malihat, rappresentante dell’organizzazione Al Baidar, per la difesa dei diritti dei beduini, ha spiegato che questi attacchi sono diventati costanti e volti “ a far disperdere la comunità autoctona”. Per documentare tutto, “ogni incursione viene denunciata alla polizia israeliana”.
L’aggravarsi delle tensioni fra coloni e palestinesi nella West Bank, arriva in concomitanza con l’invito rivolto dall’esercito israeliano ai civili ancora a Gaza “di trasferirsi temporaneamente a sud”. Daniel Hagari, portavoce dell’esercito di Tel Aviv, ha spiegato nel video condiviso su X che la finestra di tempo per spostarsi “si sta chiudendo”. E, ha continuato il portavoce nel suo messaggio in lingua inglese, “questa non è una precauzione, è un appello urgente per la sicurezza dei civili” nella Striscia, prima dell’inizio di una operazione per “neutralizzare Hamas”.