Hanno deciso di scrivere una lettera alla scuola i genitori del ragazzino di 12 anni, allievo della English International School di Padova, che durante una festa di Halloween ha indossato una divisa della Wehrmacht, ricevendo anche il premio per l’originalità della maschera. La reazione indignata delle Comunità ebraiche di Padova e Venezia ha fatto scoppiare il caso e l’istituto si è affrettato a chiedere scusa, parlando di una svista e respingendo qualsiasi accettazione dell’ideologia nazista. Ma le polemiche non si sono placate e i genitori dell’allievo hanno offerto una ricostruzione diametralmente opposta rispetto alle interpretazioni apparse sui giornali.
“Ci dispiace moltissimo per l’accaduto, soprattutto per lo spirito con cui nostro figlio ha indossato quel costume che, per circostanze che esulano dalla nostra volontà, non avevamo avuto modo di esaminare con la dovuta attenzione prima della festa – hanno dichiarato ai quotidiani locali – Di questo ci scusiamo. Lo spirito era ben diverso da quanto è stato scritto nelle testate giornalistiche: non voleva sostenere un’ideologia che disprezziamo, ma stigmatizzare l’atrocità e l’assurdità di tutte le guerre e le conseguenze che queste hanno sulla vita dei giovani e dei ragazzi che in passato, e forse anche oggi, li vedono coinvolti anche come soldati”.
Parlano, quindi, di fraintendimenti e strumentalizzazione. Nella lettera inviata a scuola, aggiungono: “Nostro figlio, fin da piccolo appassionato di storia ed in particolare degli eventi del ‘900, condivide con noi la condanna degli orrori delle guerre. Da sempre parliamo di come le guerre volute da pochi portino alla morte di molti, vittime innocenti, tra i civili ma anche tra i militari. Gli eventi odierni testimoniano questo. Il costume era quello di un soldato ragazzino morto sul campo di battaglia, vittima di armi di cui portava traccia sul volto e sulle mani, simbolo di questo orrore”. Poi entrano nel dettaglio: “La giacca, recuperata ed indossata all’ultimo momento, portava un simbolo orrendo, del quale non ci siamo accorti (cosa di cui ovviamente siamo colpevoli e di cui ci rammarichiamo profondamente) e che neanche gli insegnanti presenti alla festa hanno notato, e ha urtato i sentimenti di molti”. Si trattava dell’Aquila del Terzo Reich e di una svastica.
I genitori trascrivono anche una dichiarazione del figlio: “Perché non hanno capito che non volevo dire che era bene, ma il contrario? E se non hanno capito, perché non mi hanno chiesto? Non sanno che la guerra è sbagliata, che fa morire le persone, tutti, i civili e i soldati, anche quelli che vanno a fare i soldati da ragazzini? Che non dobbiamo cercare di capire chi ha torto o ragione, ma solo fare sì che la guerra non ci sia per salvare la vita delle persone?”. Intanto Cristina Piva, assessora comunale all’istruzione, ha dichiarato: “Dov’erano la famiglia e i docenti quando lo studente è arrivato a scuola con quel costume? Il fatto è avvenuto in una scuola privata, ma il ministero dell’Istruzione dovrebbe inviare un ispettore per approfondire i fatti e le eventuali responsabilità”.