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Daghestan, 60 arresti e 20 feriti dopo l’assalto dei manifestanti anti-Israele all’aeroporto. Mosca: “Ruolo chiave di Kiev”

È stato riaperto l’aeroporto di Makhachkala, nella Repubblica russa a maggioranza musulmana del Daghestan, dopo l’assalto di domenica 29 ottobre in cui un centinaio di manifestanti anti-Israele hanno provato ad aggredire i passeggeri in arrivo da Tel Aviv. Le immagini pubblicate sui social dagli stessi partecipanti mostrano persone prendere d’assalto la pista e il terminal dove ha fatto scalo un aereo proveniente da Israele. Il bilancio è di 20 feriti, tra cui alcune guardie, e di 60 arrestati su 150 persone identificate. Nessun danno ai passeggeri del volo preso di mira su cui erano presenti solamente 4 cittadini israeliani tra cui un bambino.

All’indomani dell’assalto, la comunità internazionale condanna l’attacco come antisemita, mentre la Russia accusa l’Ucraina di essere responsabile dei disordini nella regione settentrionale del Caucaso. “Nell’attuazione dell’azione distruttiva, un ruolo diretto e chiave è stato assegnato al regime criminale di Kiev che, a sua volta, ha agito per mano dei famigerati russofobi“, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. D’accordo anche il leader spirituale ortodosso di Mosca, il patriarca Kyrill, che ha condannato l’aggressione nell’aeroporto definendola “un tentativo di dividere ebrei e musulmani di Russia”, mentre il capo della repubblica del Daghestan, Sergei Melikov ha confermato che i disordini sono stati provocati da un sito ucraino, Mattino del Daghestan, che avrebbe fomentato le violenze interetniche e interreligiose in Russia.

Per il presidente russo Vladimir Putin invece, che lunedì ha convocato un vertice di sicurezza con il primo ministro, il ministro degli Esteri e i responsabili delle agenzie di sicurezza, si tratta di un “tentativo occidentale di spaccare la società russa usando gli eventi in Medio oriente”. Intanto Tel Aviv continua a chiedere alla Russia di condannare formalmente Hamas come organizzazione terroristica, e il giorno prima dell’incursione nell’aeroporto ha convocato l’ambasciatore russo in Israele, Anatoly Viktorov, per protestare contro l’accoglienza da parte di Mosca di una delegazione del gruppo islamico che controlla la Striscia di Gaza.

Lo scambio di accuse è proseguito con la risposta ucraina, con il presidente Volodymyr Zelensky che ha definito “spaventosi” i video dell’incidente in circolazione, sottolineando che “non si tratta di un caso isolato, ma fa parte della cultura russa di odio verso le altre nazioni”. Il suo consigliere, Mikhaylo Podolyak, sul social media X ha parlato di un “programma ufficiale anti-ebraico” avviato da Mosca, dichiarando che la Russia “considera ancora il mondo democratico debole e incapace di resistere all’aggressione”. Condanne anche dal fronte statunitense, con la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, che ha detto che gli Stati Uniti sostengono inequivocabilmente l’intera comunità ebraica “mentre assistiamo a un’impennata globale dell’antisemitismo”.