Benno Neumair, il 31enne accusato di aver ucciso i genitori e averne gettato i corpi nell’Isarco, è stato ritenuto colpevole anche dalla Corte d’assise d’appello di Bolzano, che ha confermato la condanna all’ergastolo. Neumair doveva rispondere di duplice omicidio e di occultamento dei cadaveri. Il delitto avvenne il 4 gennaio 2021: all’epoca le vittime Peter Neumair e Laura Perselli – insegnanti in pensione – avevano rispettivamente 63 e 68 anni. Al momento della lettura del dispositivo della sentenza Benno Neumair non era presente in aula. I giudici hanno accolto la richiesta della procuratrice generale Donatella Marchesini. Nel corso del processo di secondo grado la difesa aveva chiesto la non imputabilità del 33enne o il riconoscimento della seminfermità previa esclusione dell’aggravante della premeditazione e la riqualificazione del reato di distruzione di cadavere in occultamento.”Non si sa mai come si entra e come si esce da un’aula di giustizia, però confidavo nel fatto che venisse confermato l’ergastolo – dichiara all’AdnKronos l’avvocato Carlo Bertacchi, che assiste la sorella di Neumair, Madè – L’ho chiamato appena la Corte si è pronunciata. Fortemente emozionata, si è sciolta in lacrime, sollevata e spero per lei che possa mettersi alle spalle ora questo processo, perché ha diritto di avere una vita nuova”.
Già in primo grado la questione della seminfermità dell’imputato era stata oggetto di discussione tra le parti. Secondo la perizie dei consulenti nominati dagli avvocati difensori di Neumair, il 31enne soffrirebbe di “un grave disturbo di personalità”, sarebbe “malato e socialmente pericoloso” e dunque incapace di controllarsi: il litigio con il padre avrebbe fatto da detonatore portando all’omicidio (del litigio, in realtà, non c’è prova perché è una circostanza riferita solo dal giovane). Dall’altra parte la Procura aveva ritenuto che i delitti siano stati commessi “con piena coscienza e volontà” e che la confessione di Neumair è stata “tardiva ed utilitaristica“, perché arrivata dopo il ritrovamento del corpo della madre.