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Israele-Palestina, Cacciari: “Le voci critiche sul conflitto ci sono ma non contano niente. Tv e giornali propongono solo sparate da bar sport”

“La polarizzazione del dibattito su Israele e Palestina? Ho tanti colleghi e amici che affrontano questa tragedia come si deve, senza fare i tifosi da bar sport: da Donatella Di Cesare a Giacomo Marramao. Ma ci sono anche intellettuali di destra, come Franco Cardini. Diciamo che non c’è pensiero critico solo per le sparate continue delle tv e dei giornali? Certo che c’è il pensiero critico in Europa e in Occidente, il problema è che non conta niente“. Così, ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta (Radio Cusano Campus), il filosofo Massimo Cacciari commenta lo stato attuale della discussione sul conflitto israelo-palestinese, aggiungendo: “Sento ancor parlare di ‘conflitto tra Oriente e Occidente’, una puttanata vergognosa, detta peraltro da persone che non sanno nulla di cultura occidentale e di cultura orientale. Qui invece il problema è che ci sono un Occidente diviso su quale ordine dare al mondo e un Oriente altrettanto diviso, perché ci potrebbe essere un’egemonia cinese in prospettiva se noi occidentali continuiamo a comportarci da dementi“.

Cacciari fa un parallelismo con la vigilia della Prima Guerra Mondiale: “Se non c’è ascolto e se la leadership politica occidentale è totalmente sorda a ogni ragionamento, prendiamone atto. Fine. Speriamo che questo non ci conduca alla catastrofe, perché la storia si ripete, anche se in modo completamente diverso. Tra l’800 e il ‘900 – osserva – c’erano tantissime voci europee che preannunciavano una catastrofe ed era la Belle Époque. All’epoca la gente pensava che il conflitto si sarebbe in una competizione coloniale fuori dall’Europa. E invece sappiamo come è andata”.

E aggiunge: “In questo conflitto gran parte del dibattito dà per inevitabile la guerra, adottando lo stesso linguaggio bellico-bellicista di tanti settori politici e culturali alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. La situazione era molto simile a quella attuale, perché, come allora e a differenza della Seconda Guerra Mondiale, oggi non c’è nessuno che vuole la guerra mondiale. Putin non vuole conquistare l’Europa, gli Usa nemmeno, cioè – spiega – non c’è nessuna potenza imperialista come la Germania di Hitler. E tuttavia, non riescono a raggiungere accordi e a patti. A me piace la radice della parola ‘pace’, perché è molto concreta. Non indica la pace celeste, ma la pace da patto: noi abbiamo interessi diversi ma, ragionando, riusciamo a stabilire un patto tra di noi anche senza la necessità di un giudice”.

Il filosofo si sofferma sul conflitto tra Israele e Palestina, sottolineando il ruolo decisivo degli Usa: “Mi sembra che la politica americana in questa situazione specifica non si stia comportando male perché ha riconosciuto l’errore colossale di Bush e company dopo l’11 settembre con la guerra in Iraq e, in più, sta cercando di frenare Israele. Anzi, Biden lo ha detto anche esplicitamente: non trasformate la vostra politica in una sorta di vendetta. Gli Usa – continua – sono decisivi, tutti gli altri paesi europei sono solo comparse. Laddove tra le due leadership israeliana e palestinese non c’è possibilità di confronto perché entrambe mirano all’impossibile, l’unica potenza in grado di imporre un patto sono gli Usa, anche nella prospettiva di non far entrare nel gioco mediorientale la Cina. Anche con Camp David e gli accordi di Oslo erano gli Usa a condurre il tragico gioco”.

Cacciari, infine, ribadisce: “Gli Usa comprendono perfettamente di dover risolvere la questione, perché appunto nel Medioriente, e soprattutto in tutta l’Africa, dove la posizione delle forze islamiche è predominante, se non risolvono la questione israeliano-palestinese, entrerà in gioco anche la Cina. Gli Usa dovranno pur ragionare sul fatto che la loro battaglia decisiva è con la Cina e che i fronti di guerra – conclude – non possono moltiplicarsi ovunque. Dovranno pur chiudere queste tragiche vicende, come quella dell’Ucraina e del Medioriente. E solo loro hanno la potenza la forza di farlo. Parlano tutti di Occidente. Ma non esiste più. Ci sono gli Usa, punto e basta“.