Parte dei soldi destinati all’accoglienza e all’inserimento dei migranti venivano spesi in alberghi, ristoranti, abbigliamenti di lusso e gioielli, oppure girati in conti all’estero e in particolare in Ruanda, in Belgio o in Portogallo. Circa 2 milioni di euro di fondi pubblici distratti, assegnati alla cooperativa Karibu e alle “sorelle” Consorzio Aid e Jambo Africa, mentre gli ospiti delle strutture gestite vivevano in alloggi fatiscenti e condizioni igienico-sanitarie carenti. È questa l’accusa che ha portato la Procura di Latina a disporre gli arresti domiciliari per Marie Therese Mukamatsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente suocera e moglie del deputato Aboubakar Soumahoro (estraneo all’inchiesta) eletto con Alleanza Verdi e Sinistra e oggi al gruppo misto. Tra gli indagati ci sono altri due fratellastri di Murekatete, Richard Mutangana – per il quale è stato disposto l’obbligo di dimora – e Michel Rukundo. A tutti loro vengono contestati, a vario titolo, i reati di frode in pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta e auto-riciclaggio. La Guardia di Finanza di Latina, che conduce le indagini sul territorio pontino, ha provveduto a sequestrare conti correnti e beni reali per circa 2 milioni di euro, di cui 1 milione di euro è contestato a Murekatete.
L’inchiesta dei pm pontini segue quella già nota per malversazione, che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per i familiari di Soumahoro. Le indagini sono partite dalle rimostranze di alcuni lavoratori di Karibu – fondata e gestita da Mukamatsindo – che nel 2022 si sono rivolti al sindacato Uiltucs di Latina per contratti in nero e stipendi arretrati per oltre 3 anni. I finanzieri, allertati anche dalle segnalazioni di politici e giornalisti locali, si sono recati nei Cas (centri di accoglienza straordinaria) pontini gestiti dalle coop e hanno trovato una situazione di estremo degrado, tra cui – si legge nella nota della Procura – “sovrannumero di ospiti”, “condizioni igieniche carenti”, “derattizzazione non effettuata”, “insufficienza e scarsa qualità del cibo”, “carenze del servizio di pulizia”, “carenze nella conservazione della carne” e “carenze nell’erogazione dell’acqua calda”. Nel corso dell’indagine per malversazione era emerso che, a fronte di fatture ritenute fittizie emesse a partire dal 2018, parte dei fondi erogati dal Ministero dell’Interno per la gestione dei centri d’accoglienza era stato girato in Ruanda – circa 500mila euro – dove il fratellastro di Murekatete, Rukundo, ha realizzato un resort di lusso con ristoranti e piscine. Da un report del ministero dell’Interno (non allegato agli atti di indagine) risulta inoltre che Karibu e Aid in circa 20 anni abbiano ottenuto circa 60 milioni di euro in fondi pubblici da destinare all’accoglienza dei migranti.
Soumahoro, va ribadito, è estraneo all’inchiesta. La moglie Liliane Mukeratete è indagata in quanto ha fatto formalmente parte del cda delle cooperative dal 2020 al 2022. La donna, attraverso il suo legale Lorenzo Borrè, si è sempre difesa affermando di non aver mai avallato le decisioni del consiglio d’amministrazione – di cui la madre Mukamatsindo era la deus ex-machina – e anzi ha contestato l’autenticità delle firme sui fogli presenza, spiegando di essersi limitata a svolgere ruoli di segreteria e di non aver mai nemmeno dato il suo consenso ad entrare a far parte dei vertici delle cooperative.