Lavorava pure per il tribunale di Milano una delle aziende finita sotto controllo giudiziario per sfruttamento del lavoro. Si tratta della All System spa, che offre i propri servizi con guardie private agli accessi del Palazzo di Giustizia di via Freguglia. L’altra società per quale è stato nominato un amministratore giudiziario, sempre per caporalato, è la Battistolli servizi integrati srl di Vicenza. A condurre le indagini è stata la Guardia di Finanza di Como, coordinata dal pm Paolo Storari.
Nel decreto a carico della All System spa, così come in altri casi del genere, sono riportate le testimonianze di moltissimi lavoratori che “danno atto – scrive il pm – di una situazione di vero e proprio sfruttamento lavorativo perpetrato da anni ai danni di numerosissimi lavoratori, che percepiscono retribuzioni sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato”. La All System, che come si legge nel provvedimento pagava le guardie private tra i 5,3 e i 6,9 euro all’ora, offre servizi di vigilanza non solo alla Procura generale di Milano, competente per la sicurezza del Palazzo di Giustizia, ma anche a grandi aziende ed enti, come Leonardo, Sogin, Gruppo Iva Enel, Inps, Eni, Regione Piemonte, Saipem, procura di Busto Arsizio e Università Cattolica. Nessuno di questi enti o imprese è coinvolto nelle indagini.
La società, secondo le testimonianze, avrebbe approfittato dello “stato di bisogno dei lavoratori“, i quali, quando provavano a lamentarsi venivano “minacciati di ritorsioni“. Il decreto a carico di All System – società con sede a Verrone (Biella), che conta circa 1200 dipendenti – dovrà esser convalidato dal gip Domenico Santoro. “Mi sono trovato a dover lavorare per 10 ore al giorno dalle ore 5 alle ore 15 a cielo aperto e, all’esterno di un gabbiotto, (…) non avevo la possibilità di interrompere il servizio per effettuare una pausa per il pranzo e anzi avevo difficoltà anche nell’andare al bagno”, è una delle decine di testimonianze agli atti del’indagine.
Nel provvedimento del pm ci sono le parole dei lavoratori che hanno chiarito a verbale, uno per uno, che si sono dovuti accontentare “di percepire una retribuzione così bassa“, in condizioni di lavoro a volte disagiate, “in quanto- ha detto un testimone – ho bisogno di lavorare per potermi mantenere e non riesco a trovare un altro lavoro meglio retribuito“. Una dipendente ha spiegato che “dopo il parto e alla fine del periodo di astensione obbligatoria non sono più potuta rientrare in quanto, nel frattempo, era cambiato l’appalto”.
Indagato per caporalato il rappresentante legale della All System, Vincenzo Serrani. Nel caso Battistolli, che offre servizi di vigilanza privata per grandi aziende come Fendi e Ikea (non coinvolte nell’indagine), è indagato il vertice Pietro Contin. Gli amministratori giudiziari dovranno procedere, scrive il pm negli atti, alla “regolarizzazione dei lavoratori“. La Procura dà atto che altre aziende, per cui era stato disposto il controllo giudiziario, come Mondialpol e Securitalia/Servizi fiduciari, sono “rientrate” nella “legalità”.
Il pm Storari negli ultimi anni ha usato soprattutto tre strumenti – ossia i sequestri per reati fiscali, le misure di prevenzione e il controllo giudiziario – per contrastare un sistema che in certi settori, tra cui quelli della vigilanza privata e della logistica, offre ai lavoratori stipendi “sotto la soglia della povertà” e così inquina i prezzi e il mercato, distruggendo la concorrenza. Lo scorso giugno, una delle inchieste aveva portato al sequestro di quasi 48 milioni di euro a carico di Esselunga, dopo altri casi già noti come quelli che hanno coinvolto Dhl, Gls, Uber, Brt e Geodis.