Mentre Matteo Salvini festeggia la conferma di una Quota 103 con tali penalizzazioni che – a stare larghi – la chiederanno 17mila persone, il testo finale della manovra del governo Meloni conferma tagli pesanti alle pensioni di centinaia di migliaia di dipendenti pubblici. Che si affiancano a una stretta sull’indicizzazione degli assegni superiori a dieci volte il minimo, cioè circa 5.700 euro.

L’indicizzazione ridotta – Il sistema di perequazione resta, come nel 2023, organizzato in sei fasce. Riceveranno l’adeguamento pieno all’inflazione i pensionati con trattamenti pari o inferiori a quattro volte il minimo Inps, pari a circa 2.200 euro. Tra quattro e cinque volte il minimo l’adeguamento resta all’85% e non sale al 90 come previsto dalle prime bozze. Tra cinque e sei volte il minimo l’indicizzazione sarà al 53%, tra sei e otto volte il minimo al 47%, tra otto e dieci volte il minimo al 37%. A partire da 10 volte il minimo la percentuale scende dal 32% applicato nel 2023 al 22%: il risultato è un risparmio per lo Stato di 77 milioni l’anno.

La stretta sui dipendenti pubblici – A sorpresa, nelle ultime bozze diffuse durante il fine settimana è spuntato un giro di vite calcolo delle pensioni di dipendenti degli enti locali, insegnanti di asilo e scuole elementari, ufficiali giudiziari e sanitari. La versione inviata in Parlamento lo conferma. Per chi lascia il lavoro con una quota di pensione retributiva inferiore a 15 anni (cioè i dipendenti che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995), quella parte dell’assegno sarà rivalutata in base a nuove aliquote più basse delle precedenti. La Cgil ha calcolato perdite potenziali, per chi andrà in pensione di vecchiaia nel 2024 con 35 anni di contribuzione e 67 anni di età, di oltre 7mila euro se la retribuzione annua è di 50mila, quasi 6mila per chi ne guadagna 40mila, 4.400 nel caso di uno stipendio da 30mila. Secondo i sindacati dei medici, che hanno già annunciato sciopero, quasi il 50% del personale attualmente in servizio perderebbe tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale.

I risparmi per lo Stato? Partono da 11,5 milioni nel 2024, quando secondo la relazione tecnica subiranno il taglio 31.500 pensioni, per salire rapidamente a 96,9 nel 2026, con 147mila persone coinvolte, superare gli 1,1 miliardi nel 2034 con 557mila pensionati interessati e arrivare a 2,27 miliardi nel 2043 quando la platea interessata salirà a 732.300 persone. In totale, a fine 2043 i risparmi netti cumulati ammonterebbero a oltre 21 miliardi l’anno. I più colpiti, a livello numerico, sono i dipendenti degli enti locali: oltre 664mila a regime. Seguono i medici dipendenti dal Servizio sanitario nazionale che prima di confluire nell’Inpdap erano iscritti alla Cassa per le pensioni dei sanitari: oltre 55mila si vedrebbero ridurre l’assegno.

La bandierina di Quota 103 (solo per 17mila) – Dopo il niet della Lega al passaggio a Quota 104, si è deciso di confermare anche per il 2024 Quota 103 – il pensionamento con 62 anni d’età e 41 di contributi – ma con pesanti limiti: per chi ha i requisiti la pensione anticipata sarà calcolata con il contributivo e per un valore lordo mensile massimo non superiore a quattro volte il minimo. Inoltre il primo assegno si riceverà dopo sette mesi se dipendenti privati, nove mesi se dipendenti pubblici. Secondo la Cgil una lavoratrice con retribuzione lorda di 25mila euro lordi annui, uscendo dal lavoro con quella norma, riceverebbe una pensione di soli 1.570 euro lordi contro i 1.750 lordi che le spetterebbero attendendo la pensione di vecchiaia (a 67 anni). Un lavoratore che abbia visto il suo stipendio aumentare nel corso della carriera fino a toccare i 50mila euro prenderebbe con il ricalcolo contributivo 2.273,7 contro i 2.749,12 che gli spetterebbero con il calcolo misto. Il risultato è un evidente disincentivo a fare ricorso a una misura il cui appeal era già limitatissimo: nei primi nove mesi del 2023 le richieste presentate all’Inps sono state solo 16mila. La relazione tecnica della manovra stima che in tutto il 2024 potrebbero voler accedere alla nuova Quota 104 solo 17mila persone. Anche così, costa 149 milioni nel 2024 e 855 nel 2025.

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