L’Autorità garante della concorrenza e del mercato avvia l’istruttoria sul caso – denunciato dal Fatto – degli incarichi a pagamento svolti dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi in potenziale incompatibilità con l’attività di governo. Nella delibera si richiama la norma della legge Frattini del 2004 sul conflitto d’interessi, in base alla quale “il titolare di carica di governo (…) non può esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati”.

“Considerato che dalle prime evidenze emergono elementi dai quali si evince che le attività sopra richiamate siano state effettivamente prestate; e considerato che le attività oggetto di segnalazione, se confermate, appaiono connesse con la carica di governo, nonché svolte in maniera né marginale, né occasionale, potendo porsi in contrasto con la norma; si ritengono pertanto sussistenti le condizioni di proponibilità e ammissibilità della questione”, scrive il presidente Roberto Rustichelli.

A rivolgersi all’Antitrust il 20 ottobre scorso è stato il titolare del dicastero di Sgarbi, Gennaro Sangiuliano, che al nostro giornale si è detto “indignato” dal comportamento del sottosegretario. Dietro l’attesa della risposta dell’Autorità si è schermata anche la premier Giorgia Meloni (video). L’istruttoria dovrà concludersi entro il 15 febbraio 2024 e Sgarbi potrà produrre memorie e documenti. “Sono felicissimo dell’avvio dell’istruttoria”, con cui si chiarirà che “le mie attività sono un esercizio legittimo del diritto d’autore“, commenta il critico d’arte. E annuncia: “Partirà il mio contrattacco non appena la polizia postale avrà individuato la persona che ha mandato la lettera anonima” che segnalava i suoi incarichi.

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