E’ davvero curioso, anzi direi paradossale, che proprio quando una donna arriva a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio il suo partito definisca le donne come lei delle fattrici atte a sfornare figli, come si diceva nel Ventennio. In principio ho pensato che fosse una bufala, ma la notizia è vera: in Municipio 6 a Milano, Fratelli d’Italia ha presentato la mozione “nidi gratis per incentivare la natalità, che in questi anni è diminuita in modo esponenziale”, firmata senza imbarazzo alcuno per gli errori ortografici e il machismo da Michele Leone, Omar Praticò e Gaetano Bianchi.
Nel documento si legge: “Considerato che la donna oggi contribuisce al sostentamento della famiglia, questo perché il costo della vita si è alzato notevolmente rispetto allo stipendio del lavoratore medio (impiegato, operaio) questo obbliga la moglie a contribuire lavorando a sua volta. Precisato che uno dei compiti della donna è mettere al mondo dei figli, questo diventa molto difficoltoso, perciò buona parte rinuncia all’aumentare la prole, a volte rinuncia ad avere dei figli”.
E’ davvero preoccupante che esponenti del partito che ha la maggioranza in questo Paese abbiano una concezione delle donne così svilente e refrattaria anche rispetto a quanto scritto nella Costituzione, che dubito abbiano letto se considerano le italiane come la costola d’Adamo. Se per Fratelli d’Italia e le menti dal pensiero debole nostalgico di una società che non esiste più le donne sono corpi privi di desideri che dovrebbero vivere in funzione della procreazione e della famiglia, allora abbiamo un grande problema. Non perché sussista il rischio che le donne siano ingravidate a forza – non temo l’avvento della distopia dei Racconti dell’Ancella – ma perché l’assenza di politiche volta a colmare il gender gap e a favorire la destrutturazione dei ruoli imposti dai peggiori stereotipi renderà questo Paese sempre più inospitale e privo di prospettive per le donne, in particolare per le giovani donne.
Le donne fanno meno figli perché essere madri non è più un obbligo o un dovere, ma una scelta. Le donne non fanno più figli perché non considerano quell’esperienza più importante e significativa di un progetto di vita che includa una laurea, una professione o il raggiungimento dell’indipendenza economica, oggi messa in crisi da un precariato del lavoro femminile che morde e un gender gap che allarga il divario con gli stipendi degli uomini. Nei Paesi del nord Europa, da ormai cinque decenni, la maternità non è considerata un compito delle donne ma una scelta che, quando viene fatta, va supportata favorendo la divisione del lavoro di cura con gli uomini. Lo scorso mese di marzo, Elly Schlein aveva chiesto a Giorgia Meloni di portare i congedi per paternità da 10 giorni a 3 mesi di durata, ricalcando la legge che è stata approvata in Spagna, ma nulla è stato fatto in questo senso.
E’ notizia di pochi giorni fa che l’Unione europea ha chiesto agli Stati membri di garantire entro il 2030 i servizi per l’infanzia al 45 per cento dei bambini, ma in Italia alcune regioni garantiscono l’accesso a questi servizi appena all’11 per cento dei bambini. Al Sud la situazione è drammatica e ci sono aree che non hanno nemmeno un asilo nido. Solo 27 bambini su 100 riescono ad accedere all’asilo. Il Governo ha stanziato dei bonus, ma il problema resta perché mancano le strutture che possano accogliere bambini.
Resta poi dolente il tema del precariato. Le occupate sono soltanto il 51,9% delle donne tra i 15 e i 64 anni, contro il 69,7% degli uomini (dati Istat), il tasso di disoccupazione femminile è del 9,5%, quello maschile è del 6,7%. Le inattive sono il 42,6 per cento contro il 25% degli inattivi. I salari bassi, l’assenza di servizi sono tali che il trend della nascite è in calo anche nelle famiglie immigrate. “I nuovi nati stranieri dal 2012 al 2021 sono diminuiti del 28,7%, passando da quasi 80 mila a meno di 57 mila. È quanto emerge dal XXXII Rapporto Immigrazione redatto dalla Fondazione Migrantes e dalla Caritas Italiana presentato oggi. Siamo più un Paese che non riesce a dare un futuro a nessuno, perché nessuno in politica è capace di pensare il futuro.
L’invecchiamento demografico dell’Italia del resto rispecchia la decrepitezza della politica italiana, incapace di governare e favorire i cambiamenti sociali che premono da decenni e chiedono riconoscimento. Pensano di risolvere l’inverno demografico invitando le donne a tornare a svolgere il ruolo di fattrici per dar figli alla Patria? Suppongo che affronteranno il tema dell’impoverimento delle famiglie con la befana fascista…
@nadiesdaa