Diciotto persone sono state arrestate dai Carabinieri nell’ambito di un’indagine sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’amministrazione di Caivano (Napoli), sciolta proprio per questo motivo dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre. L’ingerenza mafiosa riguardava in particolare gli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici: a quanto ricostruito dagli inquirenti, l’organizzazione riusciva ad ottenere da politici e dipendenti comunali notizie riservate sulle aggiudicazioni, così da indirizzare richieste estorsive ai vincitori. I reati contestati sono l’associazione di tipo mafioso, l’estorsione aggravata dal metodo mafioso e vari delitti contro la pubblica amministrazione.
Gli arrestati sono appartenenti alla criminalità organizzata di Caivano – tra cui Antonio Angelino detto “Tibiuccio”, l’esponente considerato di vertice – imprenditori edili impegnati in lavori nell’area, dipendenti pubblici ed ex amministratori: nove di loro erano già stati sottoposti per le stesse accuse a un fermo di polizia giudiziaria nelle scorse settimane. Tre dei politici arrestati sono esponenti di Italia viva, il partito di Matteo Renzi: si tratta del segretario cittadino Armando Falco, dell’ex assessore ai Lavori pubblici Carmine Peluso e dell’ex consigliere comunale Giovanbattista Alibrico.
L’indagine – condotta da novembre 2022 a luglio 2023 dai militari del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Napoli – ha svelato come in più di una occasione i pubblici dipendenti si ponessero anche come intermediari tra gli imprenditori e i camorristi nella richiesta del pagamento delle estorsioni, ovvero nel ritiro del denaro. Secondo gli inquirenti, poi, gli stessi imprenditori, se da una parte erano vittime della richiesta estorsiva, dall’altra riuscivano ad ottenere gli incarichi attraverso la corruzione di amministratori e dirigenti comunali compiacenti: a sei di loro è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.