“Ho sempre potuto trascorrere poco tempo con mio padre perché era sempre impegnato con il lavoro. Spero che me ne venga concesso ancora e di poterlo riabbracciare”. Queste sono, come riporta il Corriere della Sera, le parole di David Vardanyan, 28 anni, figlio del leader armeno Ruben Vardanyan, figura di spicco del separatismo armeno. In carcere a Baku, capitale dell’Azerbaigian, da settembre, rischia 14 anni di carcere. Arrestato mentre cercava di lasciare il Nagorno Karabakh dopo l’attacco delle autorità azere contro la regione a maggioranza armena, era tornato nell’Artsakh (il nome della regione in armeno) mentre erano in corso postazioni di blocco e un esodo di migliaia di altri armeni in fuga verso l’Armenia.
“Noi in famiglia eravamo contrari, ma lui pur conoscendo i rischi ha deciso di andare lo stesso”, prosegue David Vardanyan. Che specifica: “Abbiamo davvero poche notizie, non sappiamo effettivamente nemmeno come stia mio padre e non abbiamo mai potuto parlare con lui, se non brevemente. Ha 55 anni, siamo preoccupati per le sue condizioni di salute”. Le accuse al leader sono queste: finanziamento del terrorismo, creazione di gruppi o gruppi armati illegali, attraversamento illegale del confine.
Il suo profilo è controverso. Ricchissimo uomo d’affari russo con cittadinanza armena, al vertice di una banca d’investimento in Russia, la Troika Dialog, è stato protagonista di diverse inchieste giornalistiche per presunte attività di riciclaggio di denaro. E’ stato anche ministro di Stato della repubblica del Nagorno-Karabakh. Con lui sono stati arrestati altri leader politici considerati separatisti. In tutto sarebbero 7 i politici nelle mani degli azeri, mentre 53 i prigionieri di guerra. “Mio padre è un uomo integro, un filantropo”, spiega ancora il figlio riferendosi alle sue attività filantropiche, fra cui la fondazione dell’Aurora Humanitarian Initiative.
Un impegno umanitario che gli è valso anche la stima e il sostegno di attori come George Clooney, che ha partecipato a diversi eventi di beneficenza con lui, e di personalità internazionali. Ecco il post su X del calciatore dell’Inter Henrikh Mkhitaryan. Il suo tweet: “Mi unisco ai miei connazionali armeni nel chiedere il rilascio sicuro di Ruben Vardanyan e di tutti gli altri armeni detenuti in Azerbaigian. Mentre decine di migliaia di famiglie fuggono dal Nagorno-Karabakh per rifugiarsi in Armenia, la detenzione sta diventando una tendenza allarmante”.
Il centrocampista fa proprio riferimento alle sue attività per la pace: “Ruben Vardanyan si distingue come schietto sostenitore della pace non solo nella nostra regione ma nel mondo. È un filantropo, uomo d’affari e co-fondatore di fama mondiale di @auroraprize_iniziativa umanitaria che sostiene la costruzione della pace e fornisce alle persone di tutto il mondo istruzione e assistenza sanitaria”.