“Conosci te stesso” è la nota massima che compariva sul tempio di Apollo a Delfi. Una massima che nelle domeniche bestiali, dove l’unica certezza sono le mazzate, crea il solito dualismo. Il dualismo tra chi effettivamente conosce se stesso e i suoi e si regola di conseguenza, chi scopre tratti nascosti del suo carattere e di se stesso in generale e chi invece resta in sospeso tra una versione e l’altra di sé. E poi c’è chi se la prende comoda.
DOLCETTO O SCHERZETTO?
Eh sì, proprio degna di Halloween la squalifica fino al 23 febbraio beccata dal mister del Momo Atletico Calcio, Promozione Piemonte, Claudio Miserotti, come spiega il referto: “Espulso per condotta gravemente ingiuriosa ai danni di un calciatore avversario, ‘reo’ di aver segnato una rete, il quale veniva apostrofato dal Sig. Miserotti con pesanti epiteti ed offese anche di natura discriminatoria, accompagnate dal gesto di tagliare la gola. Dopo la notifica del provvedimento, il tesserato abbandonava il terreno di gioco, lanciando un sacchetto di caramelle in direzione della panchina avversaria”. Magari le caramelle erano per farsi perdonare.
LE GIUSTE PROPORZIONI?
Nessun dubbio o perplessità per i nostri amici di “Abruzzo Calcio Ignorante”, pagina Facebook amica delle Domeniche Bestiali sempre prodiga di chicche e di veri e propri manifesti del calcio dilettantistico. E un manifesto a tutti gli effetti è la cassetta delle borracce dello Specola Calcio: dentro ci sono sì borracce, ma come non di solo pane vive l’uomo, non di sola acqua vive il calciatore dilettante. E, appunto, oltre ai prestigiosi contenitori di plastica, c’è pura una birra. Si presume sia il premio per il migliore in campo.
PRENDITELA PURE COMODA
Altre bottiglie, ma non solo, causano una multa all’Ercolanese Calcio, società campana di Eccellenza. La multa è di 150 euro, ma non solo per le bottiglie piovute in campo, ma anche per la meticolosità nell’insulto di un tifoso che non aveva alcuna intenzione di fare le cose di fretta: “Perché i propri sostenitori lanciavano in campo bottiglie di acqua. Altresi il DDG ha dovuto interrompere il gioco per circa 2 minuti poiché sul TDG era presente un sostenitore di casa che insultava i tifosi ospiti”.
L’ESEMPIO (VERO)
È stata ripresa da molti la storia di Rhamon da Silva Bandeira dal Brasile: un 29enne arbitro che era stato condannato per rapina a mano armata e finito in carcere, come ha ammesso, per vie della sua dipendenza dalla droga. Rhamon in libertà vigilata ha avviato un percorso di riabilitazione e reinserimento: è tornato ad arbitrare (con cavigliera elettronica) e sta cercando di conseguire il diploma da tecnico infermieristico. Il sogno, ha raccontato in un’intervista ai media brasiliani, è arbitrare una gara in un mondiale. Per ora può arbitrare solo nella sua città visto che gli è proibito lasciarla, ma di sicuro l’ambizione di Rhamon di mettere alle spalle un brutto periodo attraverso il calcio è ammirevole e dimostra come la forza di volontà sia alla base per ogni grande trasformazione. Certo se poi uno stopper di terza categoria sogna di fare il numero dieci allora no, neppure la forza di volontà di Rahmon basterebbe.