Un video diffuso dalla Berliner Zeitung il 31 ottobre, e poi condiviso anche dal movimento Ultima Generazione, mostra una persona in abiti civili che sbatte a terra e trattiene una dimostrante del movimento ambientalista, ponendole il ginocchio sulla schiena e torcendole il braccio, quindi acciuffa e ne scaraventa a terra un’altra e le strappa un pennello sporco di vernice con cui dipinge ad entrambe la faccia. Tutto senza che agenti in divisa intervengano. Esercita su almeno una delle due donne una forte torsione al polso, che dall’audio sembra essere stata dolorosa, finché non intervengono a dargli man forte per ammanettarle due poliziotti in divisa. Il video mostra anche che una terza manifestante cerca di tornare a verniciare la parete e viene placcata da un altro uomo in civile e subito dopo altri due dimostranti che stavano cercando di alzarsi sono spintonati a terra con decisione da un agente in uniforme.
L’episodio risale a martedì allorché una settantina di attivisti del movimento Ultima Generazione si erano riuniti fuori dal Cancellierato con cartelli contro Olaf Scholz accusandolo di mentire sulle misure contro il riscaldamento climatico. “Olaf mente” e “Cancelliere racconta bugie sul clima” i loro slogan, che oltre che su cartelli hanno scarabocchiato con vernice arancione sulle mura esterne dell’edificio, imbrattando anche la pavimentazione stradale. La polizia federale si occupa solo della sicurezza interna, quella esterna è affidata invece alla polizia di Berlino. Inizialmente quest’ultima avrebbe tuttavia negato al quotidiano che il responsabile della pennellata in faccia alle dimostranti fosse un poliziotto in abiti civili. D’altronde se si fosse trattato di una persona privata sarebbe difficile da spiegare perché altri agenti sullo sfondo non siano intervenuti.
Il quotidiano individuandolo come un poliziotto, ha specificato che questi aveva mostrato ad un giornalista un tesserino di servizio ed aveva parlato con agenti in uniforme. Alla redazione dell’emittente Rbb|24 la polizia berlinese tuttavia martedì ha risposto evasivamente, limitandosi a dire che sono in corso verifiche sull’episodio. Una portavoce aveva peraltro assicurato: “se si trattasse di un poliziotto in forza al corpo di polizia di Berlino verrebbero valutate misure penali”. Mercoledì, come appare anche nell’edizione aggiornata al primo novembre dell’articolo della Berliner Zeitung, le forze dell’ordine hanno infine ammesso che è in corso un’inchiesta: un agente è indagato per sospette lesioni personali nell’esercizio delle sue funzioni e potrebbe essere sottoposto a misure disciplinari. Prima devono essere interrogati i suoi colleghi presenti durante l’intervento ed esaminati altri video registrati nella giornata.
La dimostrazione di martedì si era conclusa con sessantasette persone trattenute per l’individuazione della loro identità e l’apertura di 26 fascicoli di indagine. Di questi 24 per danneggiamenti e due rispettivamente per resistenza ed aggressione a pubblico ufficiale. Sono stati inoltre avviati anche altri 43 procedimenti per illeciti amministrativi. Ora si aggiunge il fascicolo di indagini contro l’agente. Dalle immagini video appare come le forze dell’ordine fossero intervenute a tratti con metodi violenti.
Gli attivisti di Ultima Generazione d’altronde, oltre che con ripetuti blocchi stradali in ottobre, a metà del mese avevano già imbrattato con vernice arancione gli edifici dell’Università Tecnica e della Libera Università della capitale tedesca. Il giorno dopo avevano completamente riempito di vernice dello stesso colore l’orologio con l’ora mondiale della Alexanderplatz. Ancora prima, il 17 settembre, era stata imbrattata la Porta di Brandeburgo. Il monumento simbolo di Berlino non è ancora stato completamente ripulito; per rimuovere la vernice sarà necessario ingabbiare le colonne ed il senatore alle finanze della capitale Stefan Evers (CDU) ha ribadito di voler ottenere dai responsabili il risarcimento dei costi. I danni ammonterebbero a quasi 115mila euro “alla fine nulla deve restare a carico dei contribuenti” ha dichiarato.