Crollano da 90 a 39 miliardi gli investimenti della pubblica amministrazione mentre volano da 39 a 60,7 miliardi i contributi per quelli delle imprese. Si riduce di 1 miliardo la dotazione per la Tutela della salute, complice il calo delle spese “che hanno caratterizzato il periodo pandemico”. Calano di 200 milioni gli stanziamenti per la casa. Mentre l’esborso per interessi sul maxi debito pubblico come da attese si gonfia di 12,5 miliardi arrivando alla cifra monstre di 96,9 miliardi. I quadri riassuntivi delle spese previste dalla legge di Bilancio 2024, in confronto con le previsioni assestate 2023, danno un’idea delle scelte obbligate e delle priorità del governo Meloni, costretto a significativi aumenti delle tasse per finanziare le misure non coperte dall’extradeficit. Sul fronte delle entrate si segnala la previsione di un notevole aumento, da 3,9 a 5,6 miliardi in termini di cassa, di quelle da controllo e repressione di irregolarità e illeciti fiscali, tra cui sanzioni relative alla riscossione di imposte e multe. Gli introiti attesi dalla vendita di beni dello Stato sono invece ridotti al lumicino.

I dati sui contributi agli investimenti delle amministrazioni centrali e locali seguiranno il trend che deriva dalle difficoltà di spesa dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dalla decisione di correre ai ripari trasformando parte della spesa che lo Stato non riesce a mettere a terra in crediti di imposta e contributi a fondo perduto. Non a caso la missione Competitività e sviluppo delle imprese “vede incrementare le proprie dotazioni di competenza del 66,7% rispetto alle previsioni assestate 2023”, soprattutto per effetto dei maggiori stanziamenti per il Superbonus il cui tiraggio come è noto è stato molto superiore al previsto.

Risente dell’evoluzione del Pnrr anche la missione L’Italia in Europa e nel mondo, che vede calare le disponibilità dagli 89,7 miliardi del 2023 a 32,5 miliardi: arrivano infatti a scadenza, spiega la relazione illustrativa, gli stanziamenti previsti sul citato Fondo di rotazione per il Next generation EU-Italia creato per anticipare, fino al 2023, i contributi provenienti dall’Ue. Si riducono però di quasi 1 miliardo anche le spese per il finanziamento del bilancio europeo a causa di una riduzione del fabbisogno sulla politica di coesione per ritardi nell’esecuzione della programmazione 2021-2027.

La maggior diminuzione percentuale rispetto alle previsioni del 2023 riguarda il capitolo Energia e diversificazione delle fonti energetiche, che passa da 20,7 a 1,2 miliardi. Il governo lo spiega col venire meno di molte misure contro il caro bollette adottate dopo l’inizio della guerra in Ucraina, tra cui i crediti di imposta per le imprese energivore, lo stanziamento per l’acquisto di gas, i trasferimenti alla Cassa per i servizi energetici e ambientali per il rafforzamento del bonus sociale elettrico e la riduzione delle aliquote per gli oneri generali di sistema.

Tra le voci di entrata si segnala, oltre all’aumento delle imposte sul patrimonio e sul reddito e di quelle indirette, il maggior gettito delle tasse e imposte sui giochi, a 7 miliardi dai 6,7 del 2023. In diminuzione, invece, le entrate da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossioni di credito, con proventi di soli 233 milioni nel 2024 in termini di cassa contro i 382 del 2023.

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