Atto Senato 926 è il numero del disegno di legge della manovra economica del Governo Meloni per l’anno 2024.

È giunta in Senato la legge di bilancio più blindata della storia repubblicana del nostro Paese. Quella dove il Governo di destra impone alla sua maggioranza parlamentare il divieto anche solo di presentare emendamenti. Il segnale è chiaro anche per le opposizioni: questa legge di bilancio è del Governo, vietato modificarla o provarci. Già questo è un pessimo segnale non solo autoritario ma incostituzionale che crea una evidente lesione alla democrazia, quasi irreparabile. Ma tant’è; ed è da questa visuale che questa legge di bilancio va analizzata e contrastata fuori dal Parlamento.

Detto questo, con la legge di bilancio il Governo unifica autoritarismo alla scelta di premere l’acceleratore sulle disuguaglianze e sull’esclusione sociale. Veniamo da mesi nei quali gli studenti con le tende hanno evidenziato come il caro affitti leda il diritto allo studio ma anche il diritto all’abitare. Nei giorni scorsi hanno avuto vasta eco i dati sulla povertà resi noti dall’Istat e quelli sugli sfratti resi noti dal ministero dell’Interno. Numeri pesantissimi con oltre due milioni di famiglie in povertà assoluta e di queste 983.000 non solo in povertà assoluta ma anche in affitto, quindi con una tripla precarietà: quella di vita, lavorativa e abitativa. Dati da far tremare i polsi se affiancati a quelli relativi agli sfratti aumentati nelle richieste di esecuzione e negli sfratti eseguiti di ben oltre il 200% rispetto al 2021.

Questi dati, lo voglio dire con franchezza, non sono il frutto delle politiche di questo Governo ma di altri governi e delle loro politiche liberiste. L’anno prossimo saranno probabilmente peggiori, visto che l’attuale Governo punta a rendere la povertà assoluta una condizione permanente e ampliata a una ancora più vasta porzione di popolazione. Così nell’atto Senato 926 le politiche abitative sono delle semplici pagine bianche che tali resteranno per imposizione autoritaria del governo.

Non riscontriamo nella manovra economica alcun finanziamento per studentati pubblici per fuorisede. Non si legge alcun rifinanziamento dei fondi contributo affitto e morosità incolpevole che, reiterato per il secondo anno consecutivo, di fatto sono aboliti. Non si scorge neanche tra le righe un finanziamento per il recupero di quelle 70.000 case popolari (come detto da Salvini) inutilizzate e impossibili da assegnare per mancanza di manutenzioni. Un investimento, non una spesa, visto che avrebbe riportato a reddito quelle case e data stabilità abitativa a 70mila famiglie. Non si riscontra neanche una postazione di bilancio con risorse da destinare ai comuni per acquistare alloggi da destinare a chi è in graduatoria o con sfratto eseguito o in esecuzione.

In tale contesto mi sono sembrate davvero stucchevoli e francamente arretrate la discussione e le polemiche sul previsto leggero aumento della cedolare secca relativamente alle unità immobiliari utilizzate per locazioni turistiche. Non mi ha stupito la difesa strenua della cedolare secca da parte di Forza Italia. Ritengo preoccupante che a difesa della cedolare secca e il considerare un suo mini aumento, un appesantimento della tassazione sulla casa, si siano espressi PD e M5S. Per un semplice fatto. Perché aumentare o abolire la cedolare secca per affitti brevi fino a quattro appartamenti o, come sarebbe opportuno, anche per chi affitta a libero mercato, non significa aumentare la tassazione sulla casa ma tassare progressivamente e costituzionalmente gli introiti dell’uso mercantile di unità immobiliari ulteriori alla prima casa. Sostenere così platealmente e di fatto la turistificazione delle città e di conseguenza il libero mercato delle locazioni, difendendo per questi una flat tax, da parte di PD e M5S significa non voler intaccare, anzi incentivare, due ambiti tra i maggiori responsabili del caro affitti, dei dati su povertà e sfratti.

Significa da parte di PD e M5S non avere superato l’abbraccio socialmente letale con quelle politiche abitative liberiste dei governi precedenti, che hanno prodotto i risultati dell’aumento delle famiglie in povertà assoluta e degli sfratti riscontrati nel 2022. Eppure PD e M5s sanno che l’Agenzia delle entrate ha dimostrato, ad esempio, come il 90% del risparmio derivante dalle minori tasse pagate con la flat tax applicata agli affitti a libero mercato resti nelle tasche del decimo più ricco dei proprietari. Altro che pensionato che integra il reddito.

In fondo il Governo Meloni le passate politiche liberiste “moderate” e “responsabili” le sta “solo” aggravando rendendole socialmente ancora più odiose. Sinceramente da PD e M5S mi aspettavo altro.

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