Se questo periodo, come ricordava Carducci, è tutto un “ribollir de’ tini”, l’autunno può essere un’occasione per scoprire il mondo che ruota intorno al vino: osterie, cantine, strade e vigne.
Osmize, un’istituzione asburgica. Fra Trieste e il Carso, la freccia rossa con un tralcio di edera indica un’osmiza aperta. Questi rustici locali, dove i contadini offrono i loro prodotti, aprono solo pochi giorni all’anno. Fino al 12 novembre tocca per esempio all’osmiza Tavčar Renzo, nel borgo carsico di Rupingrande, che offre tra l’altro vino rosso Terrano, uova sode, affettati. osmize.com/rupingrande/tavcar-renzo
Osteria senz’oste. Il nome di questo locale veneto non mente: in questo casolare di pietra sulle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, il bancone è vuoto. Formaggi, uova sode, sottaceti, vini ecc. si pagano alla cassa automatica e si degustano sul posto, nel mare di vigneti. osteriasenzoste.it
L’osteria senza cibo. In Vicolo dei Ranocchi a Bologna, a due passi da piazza Maggiore, l’Osteria del Sole (558 anni ben portati) serve solo vino e birra (e niente acqua). Il cibo se lo porta l’avventore. osteriadelsole.it