È l’uomo chiave dell’”asse della resistenza” messo insieme dall’Iran come rete di alleanze in Medio Oriente, un leader sciita che è riuscito a far entrare Hezbollah in Parlamento e nel governo in Libano, paese al collasso economico, e che guida un partito armato. Hasan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, parla oggi in un discorso atteso da decine di migliaia di persone, da Gaza all’Iraq. Noto per la sua retorica anti-israeliana e anti-americana, dal 7 ottobre è rimasto in silenzio, o almeno non ha mai tenuto uno dei suoi ‘storici’ discorsi pubblici. Dal giorno del terribile attacco di Hamas in Israele crescono i timori per un allargamento del conflitto, e si guarda con maggiore attenzione al confine nord di Israele.

A oggi, resta un mistero dove si trovi Nasrallah. Nato in Libano nel 1960, ha conosciuto come primo conflitto la guerra civile libanese (1975-90). E’ proprio nel 1975 che Nasrallah si unisce al movimento Amal. Studia a Najaf, città irachena simbolo per il mondo sciita, e poi a Qom, cuore spirituale dell’Iran. Nel 1982 Israele interviene militarmente in Libano e una fazione di Amal, guidata da Hussein al Musawi, decide per la scissione e, con il sostegno iraniano, getta le basi per la nascita di Hezbollah. Nasrallah prende la guida di Hezbollah nel 1992, dopo l’uccisione di Abbas al Musawi in un raid aereo israeliano. Nel 2011 era tra le 100 persone più influenti al mondo segnalate dal Time, quel leader di Hezbollah che ‘attacca’ Israele, ma è considerato da “molti suoi connazionali come una minaccia anche per il Libano“. Amato o disprezzato oggi resta una delle figure più influenti in Medio Oriente.

Nasrallah, evidenzia Sky News, è considerato da molti l’uomo più potente del Libano, con 100mila combattenti a sua disposizione. “Con la sua leadership dell’unica forza armata che gode dell’ampia percezione di essere in grado di contenere il nemico israeliano, Nasrallah è stato in grado di costruire una leggenda intorno al suo nome”, scrive il giornale libanese L’Orient Le Jour, che lo descrive come uno stratega militare, leader politico e icona carismatica, “paragonato da alcuni a un moderno Nasser“. E la stessa testata evidenzia come dal 2006, dalla guerra dei 34 giorni tra Hezbollah e Israele, “il serbatoio di simpatie per Nasrallah sia stato intaccato dalle molteplici crisi che hanno attanagliato il Libano“. All’epoca delle cosiddette Primavere Arabe ha sostenuto le rivolte in Tunisia, Egitto e Bahrein, ma poi ha fatto intervenire Hezbollah in sostegno dell’alleato leader siriano Bashar al-Assad. “Nessuno lo considera più una figura prettamente libanese”, ha detto a L’Orient Le Jour Hanin Ghaddar, ricercatrice del Washington Institute. E “questo è il momento di Nasrallah“, ha detto alla tv satellitare araba al-Jazeera Mohanad Hage Ali, esperto di Libano del Carnegie Middle East Center.

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