Intesa Sanpaolo ha chiuso i primi 9 mesi del 2023 con il miglior risultato della sua storia, profitti per 6,1 miliardi. La prima banca italiana si attende di chiudere l’anno con utili per almeno 7,5 miliardi, eppure dalla tassa sugli extraprofitti non arriverà allo stato neppure un euro. Come Unicredit, anche Intesa Sanpaolo ha deciso di destinare la somma al rafforzamento del suo stesso patrimonio, un’opzione prevista dall’ultima versione dell’imposta che, di fatto, la cancella. In compenso la banca distribuirà ai suoi azionisti 2,6 miliardi di euro sotto forma di dividendi. Cosa ha consentito al gruppo guidato da Carlo Messina di conseguire risultati così brillanti? Una cosa sola: i maggiori introiti garantiti dall’aumento dei tassi decisi dalla Banca centrale europea.

La voce di bilancio “interessi netti” sale infatti del 65% rispetto ai primi nove mesi del 2022 superando i 10,6 miliardi di euro. Si tratta della differenza tra i soldi che la banca incassa dagli interessi sui prestiti erogati a famiglie ed imprese e quelli che paga ai depositanti. I primi sono saliti per effetto delle decisioni della Bce, i secondi sono rimasti pressoché al palo. L’altra grande voce del conto economico, ossia le commissioni, registra un calo del 3,7% a 6,4 miliardi. I proventi dall’attività di negoziazione titoli crollano del 72% a 382 milioni. Nel complesso i proventi operativi salgono così del 19% a 18,7 miliardi. Lieve aumento (+ 0,7%) per i costi che superano i 7,8 miliardi.

“Abbiamo ottenuto dei risultati di altissima qualità. Abbiamo conseguito i migliori nove mesi di sempre, con 6,1 miliardi di risultato netto. Questo ci consente di migliorare la nostra guidance”, ha detto l’amministratore delegato Carlo Messina. Il manager ha aggiunto che la banca ha “chiaramente capitale in eccesso e distribuzioni addizionali agli azionisti saranno valutate anno per anno. È chiaro – ha aggiunto – che siamo nella posizione di distribuire parte del capitale in eccesso. Ho detto al consiglio di amministrazione che la mia intenzione è di procedere con buyback e che quindi questa è la proposta che proporrò quando approveremo i conti di fine anno”. Musica per le orecchie degli investitori che stanno premiando gli annunci con un rialzo del titolo in borsa dell’1,6%.

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