Siamo a due anni dall’insediamento del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e della sua Giunta – 3 novembre 2021 – e come Carteinregola abbiamo inviato 10 domande su temi scottanti di cui si occupa la nostra associazione.
Il programma elettorale del candidato Gualtieri si intitolava “Roma. E tutti noi. Il Programma per fare rinascere Roma e rendere la vita più facile ai romani”. Purtroppo molti degli annosi problemi della Capitale sono rimasti irrisolti e altri se ne sono aggiunti, con iniziative controverse di cui non si faceva parola né nel programma di Gualtieri sindaco né nelle Linee programmatiche del sindaco Roberto Gualtieri per il mandato amministrativo 2021-2026.
I cittadini spesso giudicano l’Amministrazione sulla base di quanto possono constatare direttamente: i rifiuti per strada, il trasporto pubblico che non funziona, le lungaggini burocratiche. Ma la vera faccia di un’Amministrazione si può vedere in quegli atti che pochi leggono o riescono a decifrare, inaccessibili o nascosti nei meandri dei siti istituzionali, i cui effetti spesso sono visibili quando sono ormai irreversibili. Decisioni di cui spesso è difficile rintracciare l’interesse pubblico, che scivolano progressivamente dalla pianificazione in funzione di obiettivi generali allo stillicidio di concessioni “caso per caso” alle ragioni del profitto e della rendita, a cui spesso si aggiunge il ricorso a poteri straordinari che possono derogare a normative poste a tutela del Paesaggio, dell’ambiente, persino della sicurezza e della salute dei cittadini.
Archiviati i poteri speciali per l’emergenza traffico dei sindaci Veltroni e Alemanno, sono rispuntati i poteri commissariali al sindaco Gualtieri per il Giubileo 2025, che coprono con una cortina di opacità interventi anche decisamente impattanti, molti dei quali non saranno neppure collaudati in occasione dell’evento religioso, a partire dall’inceneritore di Santa Palomba.
Una scelta, quella di realizzare l’inceneritore, che non era presente nel programma elettorale né nelle Linee programmatiche, calata dall’alto su un territorio che, già gravato da altri interventi, rischia ulteriore marginalità e degrado. Ma ancora più inspiegabile, per restare nel tema dei poteri commissariali applicati a interventi per i rifiuti, è l’inserimento di un impianto per il trattamento delle terre di spazzamento in un sito dove la Giunta aveva promesso ai cittadini, esasperati da anni e anni di emissioni maleodoranti, un centro per l’economia circolare. E si parla addirittura di utilizzare una stazione di fronte all’impianto come luogo di carico delle ecoballe sui treni diretti all’inceneritore di Santa Palomba.
Ma forse il caso più clamoroso che abbiamo voluto sottolineare con le nostre domande è la scelta di comprendere negli interventi giubilari l’inserimento nel progetto di un Porto turistico a Fiumicino, di un molo per grandi navi da crociera, che oltretutto sarebbe gestito da una sola compagnia, la Royal Caribbean. Intervento privato da realizzare con fondi privati, come alcuni parcheggi interrati che saranno peraltro ultimati a Giubileo inoltrato o anche terminato, moltiplicando i cantieri persino a pochi passi da San Pietro, in un caso addirittura vicino a Castel Sant’Angelo, con il relativo corredo di rampe, ascensori e griglie di aerazione in un’area Unesco.
Un’altra opera privata (per 90 anni) realizzata su suolo pubblico è il nuovo stadio della Roma, il cui studio di fattibilità ha ottenuto l’interesse pubblico dall’Assemblea Capitolina: è da vedere come saranno risolte, negli sviluppi dell’iter approvativo, le molte criticità evidenziate anche dagli stessi uffici comunali nella Conferenza di servizi, relativamente alla mobilità e ai parcheggi, e soprattutto se verrà corretta la prevista diminuzione del verde pubblico, in una zona, Pietralata, che lo stesso Comune ha indicato come una delle più inquinate di Roma, per la quale pianificare interventi di riforestazione.
Una contraddizione che da tempo segnaliamo anche per la cosiddetta “rigenerazione urbana”, che anziché atterrare nei quartieri più degradati, finisce con il cambiare i connotati ai quartieri storici più pregiati, dove le demolizioni e ricostruzioni con aumento di cubatura sono più remunerative per i costruttori. Lo permette una legge regionale, ma finora la nostra battaglia ha trovato ben pochi sostenitori in tutti i livelli istituzionali, quando la posizione del sindaco e della maggioranza capitolina avrebbero potuto fare la differenza. Anche per il fenomeno dell’iperturismo, che sta plasmando sempre di più il centro di Roma “a misura di turista”, espellendo i residenti e il commercio tradizionale non dedicato alla somministrazione, non sembra adeguatamente affrontato, come se la vocazione turistica fosse l’unico destino per l’economia della nostra città.
Sempre nel perimetro dei temi di cui Carteinregola si occupa, dobbiamo riconoscere anche iniziative positive di questa Giunta, ad esempio il Regolamento sull’utilizzo dei beni immobili di Roma Capitale per finalità d’interesse generale, frutto di un lavoro anche di ascolto di molte realtà civiche compresa la nostra associazione, mentre è ancora lontano dall’essere applicato il Regolamento del Verde pubblico e privato e del Paesaggio urbano elaborato insieme a molte associazioni e approvato due anni e mezzo fa dalla precedente amministrazione; ci sono stati importanti passi avanti per la trasparenza come la pubblicazione sul sito istituzionale delle proposte di Delibera prima dell’approdo in Assemblea Capitolina e, per Carteinregola, l’autorizzazione a partecipare a una conferenza dei servizi su un intervento giubilare, ma anche un incomprensibile passo indietro, con l’eliminazione dal sito comunale delle ordinanze commissariali per il Giubileo.
Infine, non sappiamo quale esito avrà l’impegno dimostrato dal sindaco per il futuro dell’Area Archeologica centrale di fronte ai diktat del ministro della Cultura sull’intangibilità di via dei Fori imperiali, un’autostrada che taglia a metà l’area monumentale la cui utilità si limita alla parata militare un giorno all’anno.
Ci auguriamo che il sindaco vorrà rispondere alle nostre domande, perché, senza mettere in discussione la legittimità delle sue scelte, riteniamo che sia una condizione imprescindibile per la vita democratica e partecipata della città mantenere vivo il dibattito con i cittadini sulla Roma in cui vogliamo vivere e che vogliamo costruire per quelli che la vivranno dopo di noi.