Non c’è una chiara causa di decesso nel rapporto presentato dal medico legale a proposito della morte della modella Maleesa Mooney, 31 anni. Siamo a Los Angeles e la ragazza è stata trovata senza vita lo scorso 12 settembre, nel suo appartamento: “Violenza omicida”, dice il rapporto come causa della morte. David Marcinek, detective capo della polizia di Los Angeles, ha dichiarato a KTLA di non essere mai stato coinvolto in un omicidio in cui il medico legale ha indicato la “violenza omicida” come causa di morte. L’autopsia indica che la modella è stata picchiata, legata e chiusa dentro un frigorifero, dove il suo corpo è stato trovato dagli agenti che hanno fatto irruzione nella sua abitazione, dopo che i genitori ne hanno segnalato la scomparsa. Secondo Marcinek a uccidere la 31enne è stata “la totalità delle ferite riportate” ma il medico legale sostiene che “le lesioni traumatiche da corpo contundente osservate all’autopsia non sono generalmente considerate fatali da sole“. L’esame tossicologico ha rivelato che Mooney aveva alcol e cocaina nel sangue al momento del decesso. La modella non era incinta, come dichiarato in un primo momento. Mentre la polizia non ha indizi sufficienti, i familiari chiedono giustizia. “Ha lottato, aveva entrambe le caviglie rotte… le mani e le gambe. Sono dettagli davvero raccapriccianti. Ha sicuramente lottato. Non è stato qualcosa di rapido”, ha detto la sorella Jourdine Pauline (popstar con 1,3 milioni di follower su Instagram) a NewsNation. Mooney lavorava come agente immobiliare presso l’agenzia Nest Seekers di Beverly Hills e si era trasferita nella sua nuova casa solo un mese prima della sua morte.