“Non ha versato la cedolare secca” dal 2017 al 2021. È questa la contestazione della procura di Milano ad Airbnb che ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari di Milano un sequestro record di oltre 779 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Milano ha quindi eseguito il sequestro nei confronti di Airbnb Ireland Unlimited Company, titolare dell’omonima piattaforma di affitti brevi e nei confronti di tre persone che hanno rivestito cariche di amministrazione all’interno del gruppo, tra il 2017 e il 2021.
La battaglia legale – Al centro della vicenda, una legge del 2017 su cui da anni è in corso una battaglia legale tra l’Agenzia delle Entrate. La norma prevede che le piattaforme facciano da sostituto d’imposta per gli host – i cittadini non professionisti che mettono le loro case a disposizione per affitti brevi sul sito – trattenendo, e poi versando, il 21% sui guadagni che i titolari delle case sono tenuti a pagare al fisco appunto la cosiddetta cedolare secca. Airbnb, incassa infatti solo quelle degli host professionali e le tasse di soggiorno (che versa ai Comuni), mentre tiene per sé i costi del servizio trasmettendo gli utenti il loro margine e fornendo l’elenco di tutti i movimenti per la dichiarazione dei redditi. Questo fa sì che non abbia responsabilità su quanto gli utenti versino o meno al fisco. Se diventasse sostituto d’imposta tutto sarebbe automatico.
La norma italiana era stata impugnata da Airbnb davanti al Tar e poi il Consiglio di Stato aveva coinvolto la Corte di giustizia dell’Ue che a dicembre ha stabilito che l’Italia può chiedere alle piattaforme di raccogliere informazioni e dati sulle locazioni effettuate, e soprattutto di applicare la ritenuta alla fonte prevista dal regime fiscale nazionale, ma ha dato ragione ad Airbnb sulla parte relativa all’obbligo di designare un rappresentante fiscale, giudicata “una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi”. Ed è proprio in base a quel verdetto che le indagini sono proseguite e sono stata chiuse come informano gli inquirenti.
Le due sentenze a favore del Fisco italiano – Il sequestro, come informa la procura di Milano, arriva al termine delle indagini da cui è emerso che la società “non ha ottemperato agli obblighi introdotti dall’art. 4 del D.L. n° 50/2017, sottraendosi alla dichiarazione e al versamento (in qualità di sostituto d’imposta) di ritenute di ammontare pari all’entità del sequestro ottenuto dal G.I.P., calcolate in misura del 21 per cento ( cd. “cedolare secca“) su canoni di locazione breve per Euro 3.711.685.297 corrisposti nel periodo 2017-2021 dagli ospiti delle strutture ricettive pubblicizzate dalla piattaforma, a fronte delle prenotazioni effettuate, importi successivamente retrocessi ai proprietari degli immobili (host), al netto della commissione addebitata per l’utilizzo della relativa infrastruttura digitale”.
“L’obbligo in capo alla società estera di prelievo alla fonte sulle somme versate dai conduttori ai locatori e di successivo versamento del tributo evaso è stato confermato dal doppio vaglio operato:
dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza emessa il 22 dicembre 2022 nella causa C-83/21, che ha avuto ad oggetto la compatibilità con il diritto unionale della succitata normativa italiana introdotta nel 201 7; dal Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 9188 del 24 ottobre 2023, ha definitivamente confermato l’obbligo di applicazione della ritenuta alla fonte nei
confronti della società irlandese. La misura cautelare reale, da eseguirsi anche ricorrendo agli strumenti della cooperazione giudiziaria internazionale, è fondata sulla contestazione del delitto di omessa dichiarazione fiscale di cui all’art. 5 del D.Lgs n. 74/2000, commesso dal 30.1.2019 al 30.1.2023 ed è motivata sia in funzione della successiva confisca obbligatoria, in forma diretta o per equivalente, che per il ritenuto pericolo di protrazione ed aggravamento delle conseguenze del reato, anche con riferimento al danno economico che dall’omesso versamento dell’imposta dovuta deriva agli altri operatori del settore che ottemperano al ruolo di sostituto d’imposta previsto dal D.L. n° 50/2017″.
Il gip: “Deliberata opzione aziendale” – Airbnb “ormai da anni” ha “assunto la deliberata opzione aziendale” di non conformarsi alla normativa italiana sul versamento della cedolare secca sugli affitti brevi “con il fine precipuo di non rischiare la perdita di fette di mercato in favore della concorrenza” scrive il gip di Milano Angela Minerva nel decreto che ha portato al sequestro preventivo per evasione fiscale di oltre 779 milioni di euro a carico del colosso statunitense. Soldi che vengono sequestrati, scrive il giudice nell’inchiesta dei pm Giovanni Polizzi, Giancarla Serafini, Cristiana Roveda del dipartimento guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano, per il “pericolo” che la “somma oggetto di illecito risparmio fiscale venga interamente dispersa”, con danni per il “mancato incasso del debito erariale” ma anche per “tutti gli altri operatori del settore che invece versano regolarmente tale imposta“. La “politica aziendale” di Airbnb, aggiunge il gip, “non è mutata, come confermato dal protrarsi dell’omissione” del versamento delle imposte “anche negli anni successivi a quelli di verifica” fiscale, effettuata dalla Guardia di Milano.
L’ipotesi di abbandonare i pagamenti online – Airbnb avrebbe preso in considerazione anche la possibilità di “abbandonare i pagamenti online, al fine di sottrarsi, unicamente per il futuro, al presupposto impositivo” della cedolare secca secondo il gip. Nel decreto, infatti, è riportato un “memorandum”, acquisito dalle Fiamme gialle, nel quale Airbnb valutava “quattro differenti scenari” di “azioni da intraprendere” di fronte alle normative italiane sull’imposta. Il primo prevedeva di “difendere la propria posizione” facendo i conti “con diversi anni di contezioso” fiscale con l’Agenzia delle Entrate. Al secondo punto c’era l’opzione di abbandonare “i pagamenti on line”, anche se ciò avrebbe potuto portare ad una “contrazione dei ricavi”. Terzo scenario, indicato nel memorandum, il “conformarsi” alla normativa sulla cedolare secca con un sistema, però, di “adesione volontaria” da parte degli host locatari. Quarta ed ultima opzione quella di “conformarsi integralmente al dettato normativo” con un “rischio potenziale”, però, per Airbnb “di aumento dei prezzi degli annunci e di conseguente perdita di quote di mercato“.
Stando alla verifica fiscale dei finanzieri, fatta propria da Procura e gip di Milano, solo su alcuni host il colosso americano non dovrebbe applicare la cedolare secca: in particolare, per “i canoni incassati per soggiorni superiori ai 30 giorni”, per gli importi relativi a locatori titolari di partita Iva “per soggiorni inferiori ai 30 giorni” e, infine, sui canoni degli host con più di 4 appartamenti, ma solo per l’anno 2021. In pratica, stando al decreto del giudice e alla giurisprudenza, solo a queste categorie di host non si applica l’imposta.
Airbnb: “Rispettata la legge” – Airbnb Ireland ha in corso una discussione con l’Agenzia delle Entrate dal giugno 2023 per risolvere questa questione. Siamo sorpresi e amareggiati dall’azione annunciata dal procuratore della Repubblica lunedì. Siamo fiduciosi di aver agito nel pieno rispetto della legge e intendiamo esercitare i nostri diritti in merito alla vicenda” scrive in una nota la società.
Economia
Sequestrati oltre 779 milioni di euro ad Airbnb, la procura di Milano: “Non ha versato la cedolare secca”. La società: “Fiduciosi di aver agito nel pieno rispetto della legge”
“Non ha versato la cedolare secca” dal 2017 al 2021. È questa la contestazione della procura di Milano ad Airbnb che ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari di Milano un sequestro record di oltre 779 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Milano ha quindi eseguito il sequestro nei confronti di Airbnb Ireland Unlimited Company, titolare dell’omonima piattaforma di affitti brevi e nei confronti di tre persone che hanno rivestito cariche di amministrazione all’interno del gruppo, tra il 2017 e il 2021.
La battaglia legale – Al centro della vicenda, una legge del 2017 su cui da anni è in corso una battaglia legale tra l’Agenzia delle Entrate. La norma prevede che le piattaforme facciano da sostituto d’imposta per gli host – i cittadini non professionisti che mettono le loro case a disposizione per affitti brevi sul sito – trattenendo, e poi versando, il 21% sui guadagni che i titolari delle case sono tenuti a pagare al fisco appunto la cosiddetta cedolare secca. Airbnb, incassa infatti solo quelle degli host professionali e le tasse di soggiorno (che versa ai Comuni), mentre tiene per sé i costi del servizio trasmettendo gli utenti il loro margine e fornendo l’elenco di tutti i movimenti per la dichiarazione dei redditi. Questo fa sì che non abbia responsabilità su quanto gli utenti versino o meno al fisco. Se diventasse sostituto d’imposta tutto sarebbe automatico.
La norma italiana era stata impugnata da Airbnb davanti al Tar e poi il Consiglio di Stato aveva coinvolto la Corte di giustizia dell’Ue che a dicembre ha stabilito che l’Italia può chiedere alle piattaforme di raccogliere informazioni e dati sulle locazioni effettuate, e soprattutto di applicare la ritenuta alla fonte prevista dal regime fiscale nazionale, ma ha dato ragione ad Airbnb sulla parte relativa all’obbligo di designare un rappresentante fiscale, giudicata “una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi”. Ed è proprio in base a quel verdetto che le indagini sono proseguite e sono stata chiuse come informano gli inquirenti.
Le due sentenze a favore del Fisco italiano – Il sequestro, come informa la procura di Milano, arriva al termine delle indagini da cui è emerso che la società “non ha ottemperato agli obblighi introdotti dall’art. 4 del D.L. n° 50/2017, sottraendosi alla dichiarazione e al versamento (in qualità di sostituto d’imposta) di ritenute di ammontare pari all’entità del sequestro ottenuto dal G.I.P., calcolate in misura del 21 per cento ( cd. “cedolare secca“) su canoni di locazione breve per Euro 3.711.685.297 corrisposti nel periodo 2017-2021 dagli ospiti delle strutture ricettive pubblicizzate dalla piattaforma, a fronte delle prenotazioni effettuate, importi successivamente retrocessi ai proprietari degli immobili (host), al netto della commissione addebitata per l’utilizzo della relativa infrastruttura digitale”.
“L’obbligo in capo alla società estera di prelievo alla fonte sulle somme versate dai conduttori ai locatori e di successivo versamento del tributo evaso è stato confermato dal doppio vaglio operato:
dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza emessa il 22 dicembre 2022 nella causa C-83/21, che ha avuto ad oggetto la compatibilità con il diritto unionale della succitata normativa italiana introdotta nel 201 7; dal Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 9188 del 24 ottobre 2023, ha definitivamente confermato l’obbligo di applicazione della ritenuta alla fonte nei
confronti della società irlandese. La misura cautelare reale, da eseguirsi anche ricorrendo agli strumenti della cooperazione giudiziaria internazionale, è fondata sulla contestazione del delitto di omessa dichiarazione fiscale di cui all’art. 5 del D.Lgs n. 74/2000, commesso dal 30.1.2019 al 30.1.2023 ed è motivata sia in funzione della successiva confisca obbligatoria, in forma diretta o per equivalente, che per il ritenuto pericolo di protrazione ed aggravamento delle conseguenze del reato, anche con riferimento al danno economico che dall’omesso versamento dell’imposta dovuta deriva agli altri operatori del settore che ottemperano al ruolo di sostituto d’imposta previsto dal D.L. n° 50/2017″.
Il gip: “Deliberata opzione aziendale” – Airbnb “ormai da anni” ha “assunto la deliberata opzione aziendale” di non conformarsi alla normativa italiana sul versamento della cedolare secca sugli affitti brevi “con il fine precipuo di non rischiare la perdita di fette di mercato in favore della concorrenza” scrive il gip di Milano Angela Minerva nel decreto che ha portato al sequestro preventivo per evasione fiscale di oltre 779 milioni di euro a carico del colosso statunitense. Soldi che vengono sequestrati, scrive il giudice nell’inchiesta dei pm Giovanni Polizzi, Giancarla Serafini, Cristiana Roveda del dipartimento guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano, per il “pericolo” che la “somma oggetto di illecito risparmio fiscale venga interamente dispersa”, con danni per il “mancato incasso del debito erariale” ma anche per “tutti gli altri operatori del settore che invece versano regolarmente tale imposta“. La “politica aziendale” di Airbnb, aggiunge il gip, “non è mutata, come confermato dal protrarsi dell’omissione” del versamento delle imposte “anche negli anni successivi a quelli di verifica” fiscale, effettuata dalla Guardia di Milano.
L’ipotesi di abbandonare i pagamenti online – Airbnb avrebbe preso in considerazione anche la possibilità di “abbandonare i pagamenti online, al fine di sottrarsi, unicamente per il futuro, al presupposto impositivo” della cedolare secca secondo il gip. Nel decreto, infatti, è riportato un “memorandum”, acquisito dalle Fiamme gialle, nel quale Airbnb valutava “quattro differenti scenari” di “azioni da intraprendere” di fronte alle normative italiane sull’imposta. Il primo prevedeva di “difendere la propria posizione” facendo i conti “con diversi anni di contezioso” fiscale con l’Agenzia delle Entrate. Al secondo punto c’era l’opzione di abbandonare “i pagamenti on line”, anche se ciò avrebbe potuto portare ad una “contrazione dei ricavi”. Terzo scenario, indicato nel memorandum, il “conformarsi” alla normativa sulla cedolare secca con un sistema, però, di “adesione volontaria” da parte degli host locatari. Quarta ed ultima opzione quella di “conformarsi integralmente al dettato normativo” con un “rischio potenziale”, però, per Airbnb “di aumento dei prezzi degli annunci e di conseguente perdita di quote di mercato“.
Stando alla verifica fiscale dei finanzieri, fatta propria da Procura e gip di Milano, solo su alcuni host il colosso americano non dovrebbe applicare la cedolare secca: in particolare, per “i canoni incassati per soggiorni superiori ai 30 giorni”, per gli importi relativi a locatori titolari di partita Iva “per soggiorni inferiori ai 30 giorni” e, infine, sui canoni degli host con più di 4 appartamenti, ma solo per l’anno 2021. In pratica, stando al decreto del giudice e alla giurisprudenza, solo a queste categorie di host non si applica l’imposta.
Airbnb: “Rispettata la legge” – Airbnb Ireland ha in corso una discussione con l’Agenzia delle Entrate dal giugno 2023 per risolvere questa questione. Siamo sorpresi e amareggiati dall’azione annunciata dal procuratore della Repubblica lunedì. Siamo fiduciosi di aver agito nel pieno rispetto della legge e intendiamo esercitare i nostri diritti in merito alla vicenda” scrive in una nota la società.
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Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Mi ha molto colpito la fila di multimiliardari" all'Inauguration Day. "E' un'idea di società opposta alla nostra, una società in cui sono i ricchi a scrivere le leggi per tutti gli altri e a scegliere i giudici che le facciano rispettare. E anche da queste parti non ce la passiamo troppo bene". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La politica sta facendo abbastanza sul cambiamento climatico? No. E noi come prima forza di opposizione del Paese abbiamo una responsabilità di un governo che nega l'emergenza e ci riporta indietro. Mentre occorre rendere transizione ecologica conveniente ma le politiche di questo Paese non hanno mai accompagnato questa innovazione". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
"Troppe esitazioni e ritardi. Confidiamo nella leadership di Lula che ha organizzato la prossima Cop a Belem, nel cuore dell'Amazzonia" dopo "l'esito insoddisfacente della Cop 20 a Baku. Dobbiamo evitare che tra le tante ricadute nefaste dell'elezione di Trump ci sia un massiccio disimpegno degli Stati Uniti" nelle politiche per il clima. "Abbiamo sentito il suo discorso di insediamento grondante di slogan della campagna elettorale. Il pianeta non si può permettere 5 anni di Trump con queste premesse. E' vero è stato democraticamente eletto, ma c'è chi non ha potuto votare: la nuove generazioni che ci chiederanno il conto".
"A questo nuovo indirizzo dell'amministrazione americana è necessaria una risposta altrettanto forte dell'Europa, è necessario un protagonismo dell'Ue ma non è l'aria che tira a Bruxelles e questo come Pd ci preoccupa moltissimo".