Cosa c’entra il processo Open con le indagini per narcotraffico internazionale? Assolutamente niente. Eppure la decisione della Consulta, che ha dato ragione a Matteo Renzi nella sua crociata contro i pm di Firenze, ha aperto la strada alla scarcerazione di due presunti trafficanti di cocaina e potenzialmente a quella di moltissimi altri indagati e imputati in tutta Italia. Sulla base di quella sentenza, infatti, la Corte di Cassazione ha ribaltato il proprio orientamento su un tema delicatissimo: le regole per sequestrare i messaggi presenti sui telefonini criptati con sistemi come Sky Ecc, Encrochat o Blackberry, sempre più utilizzati dai narcos e dai criminali di alto livello. Per acquisirli, i magistrati italiani spesso devono rivolgersi all’estero, alle autorità del Paese in cui i dispositivi si trovano. Se sono all’interno dell’Ue, dal 2017 esiste uno strumento speciale: l’ordine europeo di indagine (Oie), una specie di rogatoria con cui ogni Stato membro può chiedere agli altri di raccogliere prove o fornire quelle già raccolte.
Le sentenze sui narcos – Nei casi appena decisi dalla Suprema Corte, le chat ottenute in questo modo servivano a dimostrare i gravi indizi di colpevolezza a carico di due indagati sottoposti a custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata a rifornire di droga i clan calabresi. Uno dei due, tra l’altro, è Bruno Iaria, boss già condannato in via definitiva a 13 anni in quanto capo della locale di ‘ndrangheta di Cuorgnè, in provincia di Torino. L’altro, invece, è Indrit Kolgjokaj, presunto narcotrafficante albanese coinvolto nella maxi inchiesta Eureka, coordinata dalla procura nazionale Antimafia in collaborazione con i magistrati tedeschi e belgi.
I precedenti – L’utilizzabilità dei messaggi dipende soprattutto da una questione giuridica: a chi spetta acquisirli dall’estero? La legge dice che l’ordine d’indagine dev’essere emesso dalla stessa autorità a cui spetterebbe compiere l’atto in Italia. Se si tratta di un sequestro di documenti, ad esempio, può procedere in autonomia il pm, mentre nel caso di un’intercettazione serve l’ok del gip. Finora la Cassazione aveva sempre detto che le chat criptate sono “dati informativi documentali conservati all’estero (…) e non flusso comunicativo”: tradotto, documenti sequestrabili dal pubblico ministero. L’ultima massima in questo senso risale al 27 giugno e proviene dalla Quarta sezione penale.
I giudici aprono la strada alle scarcerazioni – Lo scorso 2 novembre, invece, la Sesta sezione (nota per il suo spiccato orientamento garantista) deposita due sentenze “gemelle” che affermano il contrario: per acquisirle ci vuole l’autorizzazione di un giudice, proprio come le intercettazioni o i tabulati. Così le ordinanze che hanno messo in carcere Iaria e Kolgjokaj vengono annullate con rinvio: ora i Tribunali del Riesame (rispettivamente di Milano e Reggio Calabria) dovranno prendere una nuova decisione senza poter considerare i messaggi criptati, cioè le prove regine a loro carico. La scarcerazione quindi è quasi scontata, a meno che i pm, prima della nuova pronuncia (che deve arrivare entro trenta giorni) non riescano a ripetere l’acquisizione passando dal gip.
Sentenza Renzi e legge sui tabulati – Qual è il motivo di questo clamoroso cambio di orientamento? Le motivazioni (identiche) delle due sentenze attribuiscono una “rilevanza centrale” proprio alla decisione della Corte costituzionale sul caso Open, depositata il 27 luglio. In quel provvedimento si legge che i messaggi scambiato con Renzi, sequestrati su dispositivi di terze persone, erano da considerare “corrispondenza” e non semplici documenti, perciò i pm non potevano prenderli senza l’autorizzazione del Senato. Ebbene, secondo la Cassazione quella pronuncia, per quanto emessa con riferimento alle immunità di un parlamentare, “possiede una valenza di carattere generale“: la Consulta infatti avrebbe “esteso alla libertà delle comunicazioni i criteri applicati per legittimare le limitazioni della libertà personale“, prevedendo per il sequestro di corrispondenza nei confronti di qualsiasi cittadino un “vaglio dell’autorità giurisdizionale (…) associato alla garanzia del contraddittorio”. L’altro argomento principe, usato per annullare le ordinanze di custodia cautelare dei due presunti narcos, riguarda la nuova legge sui tabulati telefonici: dal 2021 non si possono più acquisire senza passare dal giudice. “Sarebbe davvero singolare – scrive la Suprema corte – ritenere che per l’acquisizione dei dati esterni del traffico telefonico e telematico sia necessario un preventivo provvedimento autorizzativo del giudice, mentre per compiere il sequestro di dati informatici riguardanti il contenuto delle comunicazioni oggetto di quel traffico sia sufficiente un provvedimento del pubblico ministero”.
Palla alle Sezioni Unite – Le decisioni Iaria e Kolgjokaj, come detto, smentiscono analoghe decisioni prese nel recente passato da altri giudici della Suprema corte. Per questo motivo la questione è stata appena rimessa alle Sezioni unite, lo speciale collegio della Cassazione che interviene a sciogliere i contrasti interpretativi interni. Se a prevalere fosse la tesi della Sesta sezione, che ha preso spunto dalla sentenza Renzi, gli effetti sui procedimenti in corso potrebbero essere devastanti. Un assaggio probabilmente si è già avuto a Milano, dove la Corte d’Appello ha assolto l’ex superlatitante Vincenzo Amato dall’accusa di essere al vertice di un’organizzazione a delinquere dedita al traffico internazionale di cocaina, ribaltando la condanna a 16 anni che gli era stata inflitta in primo grado.
Genchi: “La sentenza Renzi vale per la generalità dei cittadini” – A difendere Amato è l’avvocato Gioacchino Genchi, che nella sua arringa ha citato esplicitamente la sentenza della Consulta su Renzi per chiedere l’assoluzione dell’imputato. “A prescindere dalla vicenda di specie che riguardava il conflitto di attribuzione relativo all’acquisizione di alcune chat del senatore Renzi, il giudice delle leggi ha tenuto aprecisare che la tutela riservata dall’articolo 15 della Costituzione alla corrispondenza va estesa per l’appunto alla generalità dei cittadini e non solo a coloro che sono investiti del mandato parlamentare”, spiega l’ex superpoliziotto, noto per la sua esperienza in campo informatico. Dell’assoluzione di Amato non sono ancora state depositate le motivazioni e dunque non è possibile al momento sapere se davvero la decisione dei giudici della corte d’Appello è arrivata a causa della sentenza della Consulta su Renzi. Nell’appello di Genchi, tra l’altro, erano numerose le censure sempre relative alle modalità di acquisizioni dei messaggi. “Per fare un esempio l’Ufficio postale non può trattenere corrispondenza inoltrata dai singoli cittadini, al pari dei gestori telefonici che non possono abusivamente registrare le chiamate, i messaggi e le email scambiate dagli abbonati al servizio telefonico per poi consegnarne copia a proprio piacimento al primo agente dei Servizi Segreti di turno che va a bussare. Il tutto, peraltro, selezionando accuratamente ciò che viene fornito ed escludendo altre abusive registrazioni di chat e conversazioni che potrebbero risultare di interesse per la difesa degli interlocutori”, spiega il legale. Che citando la sentenza Renzi nella sua arringa potrebbe avere avuto un’intuizione fondamentale, capace di cambiare la storia processuale di molte altre indagini per narcotraffico.
Giustizia & Impunità
“Per sequestrare le chat serve l’ok del giudice”: così la sentenza Renzi apre la strada alla scarcerazione degli indagati per narcotraffico
Cosa c’entra il processo Open con le indagini per narcotraffico internazionale? Assolutamente niente. Eppure la decisione della Consulta, che ha dato ragione a Matteo Renzi nella sua crociata contro i pm di Firenze, ha aperto la strada alla scarcerazione di due presunti trafficanti di cocaina e potenzialmente a quella di moltissimi altri indagati e imputati in tutta Italia. Sulla base di quella sentenza, infatti, la Corte di Cassazione ha ribaltato il proprio orientamento su un tema delicatissimo: le regole per sequestrare i messaggi presenti sui telefonini criptati con sistemi come Sky Ecc, Encrochat o Blackberry, sempre più utilizzati dai narcos e dai criminali di alto livello. Per acquisirli, i magistrati italiani spesso devono rivolgersi all’estero, alle autorità del Paese in cui i dispositivi si trovano. Se sono all’interno dell’Ue, dal 2017 esiste uno strumento speciale: l’ordine europeo di indagine (Oie), una specie di rogatoria con cui ogni Stato membro può chiedere agli altri di raccogliere prove o fornire quelle già raccolte.
Le sentenze sui narcos – Nei casi appena decisi dalla Suprema Corte, le chat ottenute in questo modo servivano a dimostrare i gravi indizi di colpevolezza a carico di due indagati sottoposti a custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata a rifornire di droga i clan calabresi. Uno dei due, tra l’altro, è Bruno Iaria, boss già condannato in via definitiva a 13 anni in quanto capo della locale di ‘ndrangheta di Cuorgnè, in provincia di Torino. L’altro, invece, è Indrit Kolgjokaj, presunto narcotrafficante albanese coinvolto nella maxi inchiesta Eureka, coordinata dalla procura nazionale Antimafia in collaborazione con i magistrati tedeschi e belgi.
I precedenti – L’utilizzabilità dei messaggi dipende soprattutto da una questione giuridica: a chi spetta acquisirli dall’estero? La legge dice che l’ordine d’indagine dev’essere emesso dalla stessa autorità a cui spetterebbe compiere l’atto in Italia. Se si tratta di un sequestro di documenti, ad esempio, può procedere in autonomia il pm, mentre nel caso di un’intercettazione serve l’ok del gip. Finora la Cassazione aveva sempre detto che le chat criptate sono “dati informativi documentali conservati all’estero (…) e non flusso comunicativo”: tradotto, documenti sequestrabili dal pubblico ministero. L’ultima massima in questo senso risale al 27 giugno e proviene dalla Quarta sezione penale.
I giudici aprono la strada alle scarcerazioni – Lo scorso 2 novembre, invece, la Sesta sezione (nota per il suo spiccato orientamento garantista) deposita due sentenze “gemelle” che affermano il contrario: per acquisirle ci vuole l’autorizzazione di un giudice, proprio come le intercettazioni o i tabulati. Così le ordinanze che hanno messo in carcere Iaria e Kolgjokaj vengono annullate con rinvio: ora i Tribunali del Riesame (rispettivamente di Milano e Reggio Calabria) dovranno prendere una nuova decisione senza poter considerare i messaggi criptati, cioè le prove regine a loro carico. La scarcerazione quindi è quasi scontata, a meno che i pm, prima della nuova pronuncia (che deve arrivare entro trenta giorni) non riescano a ripetere l’acquisizione passando dal gip.
Sentenza Renzi e legge sui tabulati – Qual è il motivo di questo clamoroso cambio di orientamento? Le motivazioni (identiche) delle due sentenze attribuiscono una “rilevanza centrale” proprio alla decisione della Corte costituzionale sul caso Open, depositata il 27 luglio. In quel provvedimento si legge che i messaggi scambiato con Renzi, sequestrati su dispositivi di terze persone, erano da considerare “corrispondenza” e non semplici documenti, perciò i pm non potevano prenderli senza l’autorizzazione del Senato. Ebbene, secondo la Cassazione quella pronuncia, per quanto emessa con riferimento alle immunità di un parlamentare, “possiede una valenza di carattere generale“: la Consulta infatti avrebbe “esteso alla libertà delle comunicazioni i criteri applicati per legittimare le limitazioni della libertà personale“, prevedendo per il sequestro di corrispondenza nei confronti di qualsiasi cittadino un “vaglio dell’autorità giurisdizionale (…) associato alla garanzia del contraddittorio”. L’altro argomento principe, usato per annullare le ordinanze di custodia cautelare dei due presunti narcos, riguarda la nuova legge sui tabulati telefonici: dal 2021 non si possono più acquisire senza passare dal giudice. “Sarebbe davvero singolare – scrive la Suprema corte – ritenere che per l’acquisizione dei dati esterni del traffico telefonico e telematico sia necessario un preventivo provvedimento autorizzativo del giudice, mentre per compiere il sequestro di dati informatici riguardanti il contenuto delle comunicazioni oggetto di quel traffico sia sufficiente un provvedimento del pubblico ministero”.
Palla alle Sezioni Unite – Le decisioni Iaria e Kolgjokaj, come detto, smentiscono analoghe decisioni prese nel recente passato da altri giudici della Suprema corte. Per questo motivo la questione è stata appena rimessa alle Sezioni unite, lo speciale collegio della Cassazione che interviene a sciogliere i contrasti interpretativi interni. Se a prevalere fosse la tesi della Sesta sezione, che ha preso spunto dalla sentenza Renzi, gli effetti sui procedimenti in corso potrebbero essere devastanti. Un assaggio probabilmente si è già avuto a Milano, dove la Corte d’Appello ha assolto l’ex superlatitante Vincenzo Amato dall’accusa di essere al vertice di un’organizzazione a delinquere dedita al traffico internazionale di cocaina, ribaltando la condanna a 16 anni che gli era stata inflitta in primo grado.
Genchi: “La sentenza Renzi vale per la generalità dei cittadini” – A difendere Amato è l’avvocato Gioacchino Genchi, che nella sua arringa ha citato esplicitamente la sentenza della Consulta su Renzi per chiedere l’assoluzione dell’imputato. “A prescindere dalla vicenda di specie che riguardava il conflitto di attribuzione relativo all’acquisizione di alcune chat del senatore Renzi, il giudice delle leggi ha tenuto aprecisare che la tutela riservata dall’articolo 15 della Costituzione alla corrispondenza va estesa per l’appunto alla generalità dei cittadini e non solo a coloro che sono investiti del mandato parlamentare”, spiega l’ex superpoliziotto, noto per la sua esperienza in campo informatico. Dell’assoluzione di Amato non sono ancora state depositate le motivazioni e dunque non è possibile al momento sapere se davvero la decisione dei giudici della corte d’Appello è arrivata a causa della sentenza della Consulta su Renzi. Nell’appello di Genchi, tra l’altro, erano numerose le censure sempre relative alle modalità di acquisizioni dei messaggi. “Per fare un esempio l’Ufficio postale non può trattenere corrispondenza inoltrata dai singoli cittadini, al pari dei gestori telefonici che non possono abusivamente registrare le chiamate, i messaggi e le email scambiate dagli abbonati al servizio telefonico per poi consegnarne copia a proprio piacimento al primo agente dei Servizi Segreti di turno che va a bussare. Il tutto, peraltro, selezionando accuratamente ciò che viene fornito ed escludendo altre abusive registrazioni di chat e conversazioni che potrebbero risultare di interesse per la difesa degli interlocutori”, spiega il legale. Che citando la sentenza Renzi nella sua arringa potrebbe avere avuto un’intuizione fondamentale, capace di cambiare la storia processuale di molte altre indagini per narcotraffico.
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Intellettuali pro guerra, Galimberti contro la pace “che intorpidisce”. Scurati invoca “spiriti combattivi”
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Spike Lee e Adriano Celentano si incontrano a Milano e subito l’ambiente cinematografico, quello televisivo e quello musicale entrano in fibrillazione partorendo mille ipotesi. Per incontrare il regista Usa, Celentano - a quanto apprende l’Adnkronos - ha lasciato la villa di Galbiate e la cosa, sempre più rara, non è passata inosservata. E infatti il motivo era validissimo visto che ad aspettarlo nel capoluogo lombardo c’era il regista newyorkese cult. Riserbo al momento su cosa i due si siano detti e cosa stiano tramando. Forse c’entra il nuovo film del regista americano ‘Highest 2 Lowest’, in uscita in primavera e dato in arrivo al festival di Cannes? Magari la colonna sonora? Si tratta di un thriller poliziesco che è il remake in lingua inglese del film di Akira Kurosawa del 1963 ‘High and Low’. Protagonista è Denzel Washington, alla sua quinta collaborazione con Spike Lee.
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - È stato presentato oggi, nel corso di un incontro alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, su iniziativa dell’onorevole Simona Loizzo, capogruppo Commissione Affari sociali della Camera, il Manifesto per l’Umanizzazione delle cure in oncologia. Realizzato da Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, in collaborazione con le associazioni di pazienti Ailar, Walce e Palinuro e con i clinici di riferimento in ambito oncologico, il documento è stato siglato da tutti i partecipanti, che hanno sottoscritto l’impegno a promuovere azioni concrete per riportare la persona al centro dell’iter di cura e affrontare lo stigma associato alla malattia. Nonostante i continui progressi della ricerca - si legge in una nota - il cancro continua a colpire milioni di persone, che vedono le proprie vite stravolte dalla patologia e da percorsi terapeutici tanto necessari quanto faticosi dal punto di vista fisico ed emotivo. Ogni anno, in tutto il mondo, vengono effettuate oltre 20 milioni di diagnosi di cancro e le proiezioni prevedono, al 2050, un aumento del 77% dei nuovi casi rispetto al 2022.
Tra le azioni, proposte del Manifesto, per condividere nuovi approcci a sostegno dei pazienti e delle loro famiglie, spicca quella di introdurre percorsi psico-oncologici strutturati e personalizzabili, in continuità con quanto suggerito dal Piano europeo di lotta contro il cancro e dal Piano oncologico nazionale 2023-2027. L’iniziativa prevede di aumentare gli interventi psico-sociali nei reparti di oncologia, al fine di gestire meglio l’impatto emotivo della patologia, che spesso porta i pazienti a sviluppare ansia e depressione, con conseguenze sfavorevoli sulla prognosi complessiva.
"L'umanizzazione delle cure in oncologia è un obiettivo fondamentale per garantire ai pazienti una qualità della vita che vada oltre la semplice cura fisica. L’obiettivo - afferma l’onorevole Loizzo - è quello di inserire all’interno dei percorsi di cura gli stessi pazienti con un ruolo da protagonisti. Non è un caso che abbiamo presentato un emendamento che punta a coinvolgere le associazioni di pazienti nei processi decisionali relativi alle cure, affinché le loro esperienze possano contribuire a un approccio che risponda sempre più ai bisogni ancora insoddisfatti di chi è affetto da queste patologie. Non possiamo infatti dimenticare l'impatto psicologico devastante che una malattia oncologica può avere sulla persona, ed è per questo che è urgente inserire la figura del psico-oncologo nel sistema sanitario, come già proposto dalla nostra legge".
Come ricordato durante l’incontro, per realizzare pienamente l’obiettivo di umanizzazione dei percorsi terapeutici è necessario un rinnovato impegno collettivo a favore della prevenzione, della diagnosi precoce, della presa in carico tempestiva e di un’assistenza olistica. Un simile impegno non può concretizzarsi senza la piena adesione di tutti gli attori, pubblici e privati, del sistema salute.
"Grazie ai notevoli progressi compiuti dalla ricerca, nel giro di pochi anni i pazienti oncologici hanno visto moltiplicarsi le opportunità di guarigione – afferma Ramon Palou de Comasema, presidente e amministratore delegato Healthcare di Merck Italia - Nel portare avanti l’impegno a rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti, non va trascurata l’importanza di tutelare il benessere complessivo del paziente, come parte integrante del percorso terapeutico. Il Manifesto per l’Umanizzazione delle cure in oncologia parte proprio da questo presupposto e mira a mettere a punto azioni specifiche e concrete, attuate grazie alla collaborazione di tutti noi firmatari. È un grande impegno - conclude - ed è solo l’inizio di un percorso che vede nel benessere del paziente l’unico, fondamentale obiettivo".
Verona, 11 mar. (Adnkronos) - "Per il primo anno saremo presenti a Monaco di Baviera, alla Fiera Transport Logistics, insieme a Friuli ed Emilia Romagna. Sarà importante portare l’esperienza e quello che stiamo facendo nelle nostre regioni. In Veneto stiamo diventando un laboratorio e uno studio di nuove tecnologie applicate alla mobilità. A Monaco presenteremo tutti i nostri progetti". Così Elisa De Berti, vicepresidente della Regione Veneto e assessore alle infrastrutture, durante l’evento di lancio della partecipazione congiunta di tutti i nodi logistici regionali – sotto la regia della Regione del Veneto – alla prossima fiera Transport Logistics di Monaco.
È stata anche l’occasione per fare il punto sul protocollo logistica nord-est che ha l'obiettivo di migliorare il traffico di merci e persone, anche in vista delle Olimpiadi 2026, implementando e migliorando i collegamenti e la logistica, strumenti fondamentali quali volano dello sviluppo.
“Il protocollo logistica nord-est ha obiettivi molto ambiziosi - prosegue De Berti - mettere attorno a un tavolo a parlare di logistica, infrastrutture e trasporti regioni come Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e le province autonome di Trento e Bolzano. Il primo anno è servito per raccogliere tutte le informazioni e definire lo stato di fatto, ora la presidenza del tavolo è passata al Friuli e si inizierà ad entrare nel merito ragionando sulla pianificazione e fabbisogni della logistica del nord-est. La logistica fattura a livello nazionale più di 100 miliardi di euro, 15 solo nel Triveneto. Un settore davvero importante che può fare la differenza. Il fatturato è importante e incide molto sull’economia di questo territorio”
Verona, 11 mag. (Adnkronos) - "Infrastrutture Venete ha siglato il protocollo logistica nord-est, insieme alle altre due società regionali, l'anno scorso, e gli interporti avevano già sottoscritto il protocollo nel 2022. Siamo entrati come soggetti in grado di garantire l'accessibilità dei nodi di trasporto, che sono appunto rappresentati dagli interporti. Infrastrutture Venete sta operando affinché l'accessibilità attraverso le proprie infrastrutture sia assolutamente garantita e pronta ad accogliere la domanda di mobilità idroviaria". Sono le parole di Alessandra Grosso, direttore generale di Infrastrutture Venete, all’evento di presentazione “La Logistica Veneta al Transport Logistics di Monaco” tenutosi nella prima giornata di LetExpo, la fiera promossa da Alis, in collaborazione con Veronafiere, ormai vero e proprio punto di riferimento nazionale per il settore della logistica e del trasporto sostenibile.
Infrastrutture Venete presenterà domani a LetExpo 2025 “il proprio sistema di automazione delle conche, un'infrastruttura necessaria per la navigazione: attraverso un sistema di progettazione informatica e sistema IoT siamo infatti in grado di movimentare le conche da remoto - spiega Grosso - Parleremo poi anche del processo attraverso il quale, con una piattaforma, riusciamo a governare e monitorare i trasporti lungo le idrovie di nostra competenza. Siamo riferimento delle altre Regioni del sistema idroviario Padano-Veneto nonché poi riferimento di Uni per intercettare e trasferire i dati al Ministero”.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Spike Lee e Adriano Celentano si incontrano a Milano e subito l’ambiente cinematografico, quello televisivo e quello musicale entrano in fibrillazione partorendo mille ipotesi. Per incontrare il regista Usa, Celentano - a quanto apprende l’Adnkronos - ha lasciato la villa di Galbiate e la cosa, sempre più rara, non è passata inosservata. E infatti il motivo era validissimo visto che ad aspettarlo nel capoluogo lombardo c’era il regista newyorkese cult. Riserbo al momento su cosa i due si siano detti e cosa stiano tramando. Forse c’entra il nuovo film del regista americano ‘Highest 2 Lowest’, in uscita in primavera e dato in arrivo al festival di Cannes? Magari la colonna sonora? Si tratta di un thriller poliziesco che è il remake in lingua inglese del film di Akira Kurosawa del 1963 ‘High and Low’. Protagonista è Denzel Washington, alla sua quinta collaborazione con Spike Lee.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Spike Lee e Adriano Celentano si incontrano a Milano e subito l’ambiente cinematografico, quello televisivo e quello musicale entrano in fibrillazione partorendo mille ipotesi. Per incontrare il regista Usa, Celentano - a quanto apprende l’Adnkronos - ha lasciato la villa di Galbiate e la cosa, sempre più rara, non è passata inosservata. E infatti il motivo era validissimo visto che ad aspettarlo nel capoluogo lombardo c’era il regista newyorkese cult. Riserbo al momento su cosa i due si siano detti e cosa stiano tramando. Forse c’entra il nuovo film del regista americano ‘Highest 2 Lowest’, in uscita in primavera e dato in arrivo al festival di Cannes? Magari la colonna sonora? Si tratta di un thriller poliziesco che è il remake in lingua inglese del film di Akira Kurosawa del 1963 ‘High and Low’. Protagonista è Denzel Washington, alla sua quinta collaborazione con Spike Lee.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Sport e Salute e la Fitp hanno presentato oggi al Foro Italico le novità per il site degli Internazionali Bnl d’Italia 2025 che tutti gli appassionati, dal 29 aprile al 18 maggio, si troveranno ad apprezzare per l’82esima edizione, una ‘nuova epoca’ del torneo capitolino, in un’atmosfera unica, all’interno di un site più grande, più bello, più funzionale e ricco di fascino. Quest’anno, infatti, il tennis per la prima volta entrerà nello Stadio dei Marmi. Il suggestivo impianto, intitolato alla leggenda Pietro Mennea, conterà tre campi, due da circa 800 spettatori ed uno da oltre 3000 posti la 'Supertennis Arena', che potrebbe avere la suggestione di abbracciare un’altra leggenda dello sport italiano, Jannik Sinner, il primo azzurro della storia a raggiungere il primo posto del ranking Atp e che proprio a Roma farà il suo ritorno alle competizioni, dopo la squalifica di tre mesi.
Per presentare il nuovo progetto con tutte le grandi novità che renderanno ancor più iconico il colpo d’occhio dello splendido parco del Foro Italico, si è tenuta la conferenza stampa alla presenza di Angelo Binaghi (Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel), Marco Mezzaroma (Presidente di Sport e Salute), Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani), Francesco Rocca (Presidente della Regione Lazio) e Alessandro Onorato (Assessore al Turismo, Grandi Eventi, Sport e Moda del Comune di Roma).
“Quello del Foro Italico era come se fosse un foglio bianco, e un team straordinario con l’ad Diego Nepi, alla guida, ha ridisegnato il Foro Italico del presente e del futuro. Da 10 ettari abbiamo portato il site a 20 ettari. Fino ad oggi poteva contenere circa 33 mila persone, mentre da quest'anno saranno 55 mila. Avremo 34.500 posti a sedere, ben 7500 in più del 2024. Inoltre nel 2025 avremo 21 campi (9 campi da gioco e 12 da allenamento) con 4 campi in più rispetto allo scorso anno", ha sottolineato Mezzaroma.
“Quest’anno puntiamo ad arrivare alle 400mila presenze pagarti e vorremmo superare la soglia di un miliardo di euro di impatto economico sul territorio, nel giro di due o tre anni”, ha aggiunto Binaghi che ha parlato anche di futuro, "Quinto Slam a Roma? La nostra sfida è crescere, abbiate pazienza. Noi secondi dietro il calcio e dietro i grandi Slam non ci vogliamo rimanere a vita. Come Sinner, vogliamo provare ad arrivare in vetta, questo è l'obiettivo. Siamo campioni del mondo nel tennis a squadre, abbiamo il numero uno e dobbiamo essere curiosi e legittimamente ambiziosi, accompagnati per mano dal Governo", ha proseguito il numero uno della Fitp che su Sinner ha poi detto "tre mesi sono il giusto vantaggio che un grande campione come lui doveva dare al resto del mondo. Io non lo disturbo e le uniche volte che Sinner mi chiama sta per succedere un disastro mondiale. Lui aiuta moltissimo il tennis italiano nel processo di crescita e noi lo aiutiamo a essere il campione di uno sport sano, pulito e vincente. La nostra sfida è crescere".
Mentre il ministro Abodi ha sottolineato come "il Foro Italico, è un'eredità del '900, ma da sempre è stato un luogo generoso e se prima era intermittente, oggi offre un palinsesto quotidiano. Qui si celebra lo sport in tutte le sue dimensioni. E' un luogo dell'intrattenimento in senso generale, un luogo di socialità, che diventerà molto facilmente un luogo di destinazione. E c'è ancora margine di miglioramento e non è una logica di gigantismo, ma di opportunità". Poi il ministro per lo sport ha poi concluso: "Invito tutte le altre realtà sportive a prendere la Federtennis come esempio. Non bisogna mai sovrastare o subire gli altri, ci deve essere un miglioramento che sia sistematico".
Tornando sul nuovo site, insieme al Campo Centrale, alla Grand Stand Arena e al ‘Pietrangeli’, la SuperTennis Arena rappresenterà, dunque, uno dei quattro show court del torneo. In totale ci saranno 9 campi da gioco e 12 campi per gli allenamenti dei campioni e delle campionesse attesi al via; menzione speciale, tra quelli riservati alla preparazione, per i due allestiti lungo il Tevere, all’ombra del Ponte della Musica. Il pubblico, che per la prima volta potrà accedere all’impianto direttamente dal suggestivo Viale dell’Impero, che unisce l’Obelisco alla Fontana della Sfera, beneficerà anche di un Fan Village totalmente rinnovato, con spazi e facilities che contribuiranno a rendere indimenticabile l’experience-IBI in questo 2025. La zona delle piscine, riservata anche quest’anno ai giocatori e alle loro squadre, sarà nuovamente collegata al Centrale attraverso quella suggestiva passerella rappresentata dal ponte sospeso. Il progetto e le ‘rivoluzionarie’ novità del site -che passa così da 12 a 20 ettari per soddisfare la sempre più crescente voglia di tennis - rappresentano un doveroso omaggio della città e degli organizzatori per gli storici risultati che i campioni azzurri hanno raccolto nelle ultime stagioni.