La pelle del Milan, in Champions, è materiale assai di pregio e veramente tosto da conquistare, anche quando sembra a buon mercato. E infatti fa l’ impresa contro ogni pronostico la squadra di Pioli a San Siro: doveva obbligatoriamente vincere, vista la situazione complicatissima nel girone dove era ultimo in classifica e vince 2-1 contro il Paris Saint Germain nella gara più difficile restando in corsa per gli ottavi di finale.

Un match, quello contro i francesi, che si gioca dopo una vigilia che poteva essere suggestiva tra il tic tac di Ibrahimovic che pare destinato ad affiancare Pioli e l’ accoglienza polemica (annunciata) per Donnarumma, accolto a suon di “dollari” con il suo volto, ma rovinata dagli scontri tra tifosi finiti a coltellate.

Una montagna la cui scalata si complica addirittura prima di scendere in campo: se nella terza gara del girone la vittoria del Dortmund a Newcastle non era da buttare, stavolta i tedeschi col loro 2-0 rifilato agli inglesi in Germania complicano la già difficilissima strada del Milan. E pare proseguire peggio quando dopo un buon inizio rossonero segna il Psg. Non uno a caso, ma Milan Skriniar, ex capitano dell’Inter, che dopo dieci minuti infila Maignan con un tap in da calcio d’angolo.

A zero gol fatti dopo tre partite e un quarto d’ora della quarta il Milan si riorganizza, ma sbaglia due rigori in movimento, prima con Loftus Cheek e poi con Musah, ma al terzo tentativo Leao si mangia la difesa del PSG e scarica su Giroud, il sinistro del francese viene respinto da Donnarumma, ma Leao insacca in tap in rovesciata. Poi esulta polemicamente con l’indice davanti alla bocca, a zittire il pubblico che nelle ultime settimane lo aveva contestato.

L’impresa dei rossoneri resta titanica: osare per vincere è l’unica possibilità per vedere ancora gli ottavi ma allo stesso tempo tocca resistere agli attacchi velocissimi di Mbappè, Kolo Muani e Dembelè, e con un raccordo tra difesa e attacco che pare destinato a un brillio da super stella: Zaire Emery, 17 anni, semplicemente mostruoso.

Il Psg di Luis Enrique però se la gioca: coglie una traversa con Dembelè e si scopre quando il Milan usa la sua arma migliore, la riconquista di palla e ripartenza veloce, che porta a un’occasione per Giroud, che spreca, e a una punizione dalla trequarti con Tomori che impegna Donnarumma.

Però il Milan c’è e passa nel secondo tempo con Giroud che stacca meravigliosamente in testa a Skriniar e la manda alle spalle di Donnarumma mandando in visibilio San Siro. E potrebbe fare il terzo poco dopo, il Milan, quando Theo Hernandez calcia una punizione dritta nell’angolino e Donnarumma gliela toglie con una bella parata.

Un’altra paratona, l’ex portiere rossonero, la fa su Okafor, entrato al posto del mattatore del match, Leao. Palo del Psg con Lee Kang Hin che sfiora il bis contro i rossoneri nel forcing finale dei francesi. Ultimi secondi di sofferenza per i rossoneri che la sfangano però, con una prestazione encomiabile e si portano a quota 5 punti e al terzo posto nel girone.

In pratica si riconquistano il destino gli uomini di Pioli: riportandolo nelle loro mani, in particolare nella gara a San Siro contro il Borussia Dortmund e poi a Newcastle. Affare difficile, ma la competizione è la Champions e il Milan è il Milan. Il binomio funziona. Sempre.

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