Inizio questo post con un episodio personale, ma con valenza universale (o quasi). Dovendo sottopormi ad una visita oculistica e avendo la prescrizione del medico di base, qualche giorno addietro chiamo il Cup Piemonte e mi rispondono che c’è posto ad ottobre 2024. Tra me e me penso che con questa tempistica uno può diventare cieco. Del resto, l’alternativa è andare in una struttura privata ed è quello che a malincuore faccio. A malincuore non tanto per il costo, quanto per la banale considerazione che l’art. 32 della Costituzione recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Tutti noi sappiamo invece che la mano pubblica in questo campo si è progressivamente ritirata per lasciare spazio a strutture private convenzionate o private tout court, e la tutela del diritto alla salute si è progressivamente vanificata. Si sente dire spesso che la nostra Costituzione è la più bella e avanzata (nonostante l’età) tra quelle delle nazioni occidentali. Ma – al di là del fatto che essa non è più quella originaria e che la modifica del titolo V con lo spostamento delle competenze agli enti locali ne ha depotenziato molto l’efficacia e pertanto molti precetti non hanno più la tutela di un tempo – comunque un conto sono le parole e un altro sono i fatti, che, come nel caso della sanità, della scuola, della cultura oggi sono perlomeno deludenti, ad essere buoni.
Ma c’è un altro aspetto che qui mi preme sottolineare. Uno dei quesiti dei referendum promossi quest’anno da Ugo Mattei riguardava proprio direttamente la salute e cioè l’esclusione dei privati al tavolo di programmazione delle priorità di spesa. Ma anche l’altro quesito riguardava – seppure indirettamente – la salute prevedendo di non destinare più soldi alla guerra in Ucraina: e quei soldi potrebbero ben essere destinati al SSN. Bene, nessuno dei due quesiti ha raggiunto le 500mila firme necessarie per la sua indizione.
E qui veniamo ad un altro punto dolente, ossia il popolo italiano. Io sono certo, certissimo che ogni italiano che non sia coperto da assicurazione si lagni del fatto che i tempi di attesa del SSN sono eterni sia per visite e sia per esami. Però quanti di questi si lamentano ma non hanno firmato affinché questa situazione cambiasse?
Certamente, però, è anche vero che i media (domanda: la Rai è ancora un servizio pubblico?) e i partiti non hanno mosso un dito per far conoscere ai cittadini italiani l’esistenza dei quesiti referendari, perché sono proprio i soggetti che sostengono questo tipo di sanità nonché la guerra in Ucraina. Considerazione da uomo della strada: gli onorevoli si sono fatti un’assistenza sanitaria integrativa che vale anche per i loro familiari, e poi non sono loro ad andare al fronte…