Il governo prova a sbrogliare il pasticcio che rischia di innescare una fuga di personale dalla sanità pubblica già in grave difficoltà. Sulla questione delle pensioni dei medici “mi sono sentito quasi quotidianamente con il ministro Calderone e quindi c’è tutta l’intenzione e l’interesse a cercare di rivedere la norma, che non riguarda solo i medici ma anche altri dipendenti del settore pubblico e quindi il governo sta lavorando per trovare una soluzione”, ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Subito dopo però ha lanciato una provocazione ai medici che hanno annunciato uno sciopero in protesta contro le norme della legge di Bilancio che taglierebbero di molto i loro assegni con decurtazioni fino a 11mila euro l’anno. “La manovra? Forse qualcuno non l’ha letta bene“, ha sostenuto. “Ci sono assunzioni per il Pnrr. Per la prima volta ci sono soldi per assumere i medici dentro la medicina territoriale. Questo è un dato fondamentale, tutti si preoccupavano che ci fossero soldi solo per le infrastrutture. Nella Manovra ci sono anche risorse per assumere medici, infermieri, operatori sanitari”. Peccato che gli stanziamenti – 250 milioni che salirebbero poi a 350 – siano previsti non per l’anno prossimo, l’unico su cui la legge di Bilancio dà qualche certezza, ma a partire dal 2025.

Rispetto al rischio di una fuga anticipata dei medici dal Servizio sanitario nazionale a seguito del taglio previsto per le pensioni, “non abbiamo assolutamente interesse che i medici vadano in pensione, soprattutto in un momento delicato come questo”, ha riconosciuto Schillaci, “perché per i prossimi due-tre anni andiamo incontro ad una gobba pensionistica, per cui ci sarebbero molti medici che raggiungono l’età pensionabile e non vogliamo certo sguarnire il Ssn in questo momento così delicato”.

Il ministro ha anche detto che “le liste di attesa sono piene di esami inutili e dovuti alla medicina difensiva, che costa 10 miliardi di euro l’anno. I lavori per il provvedimento sulla depenalizzazione dell’atto medico va avanti: stanno procedendo le audizioni in commissione e credo che in tempi rapidi si arriverà ad una definizione con dei provvedimenti. Questo provvedimento sulla medicina difensiva può risultare determinante perché si risparmierebbero fondi importanti”. Il fine vita, ha concluso il ministro, “rappresenta un tema etico fondamentale sul quale lavoreremo appena possibile e sul quale abbiamo le nostre idee e le metteremo in campo. È un argomento complesso che credo vada affrontato con una visione multidisciplinare, un tema su cui il governo sicuramente lavorerà con tutte le competenze che ha a disposizione”.

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