Piogge intense e in alcuni casi alluvioni non hanno scalfito l’ennesimo record delle temperature. Quello di quest’anno è stato il mese di ottobre più caldo mai registrato al mondo, proseguendo una successione di record mensili iniziata a giugno. L’osservatorio europeo sui cambiamenti climatici Copernicus (C3s) prevede che il 2023 supererà “quasi certamente” il record annuale del 2016.

Tali temperature che provocano siccità, incendi devastanti e violenti uragani, alimentano gli avvertimenti degli scienziati che faranno da sfondo alla 28ma conferenza sul clima delle Nazioni Unite in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. “Possiamo dire con quasi certezza che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato” e “la sensazione di necessità urgente di intraprendere un’azione ambiziosa sul clima in vista della Cop28 non è mai stata più forte”, ha affermato in un comunicato Samantha Burgess, vicecapo di C3s.

Secondo Copernicus, il mese scorso con una media di 15,38 gradi sulla superficie terrestre ha superato di 0,4 gradi il precedente record di ottobre 2019. L’anomalia è “eccezionale” per le temperature globali. Quello del 2023 è stato di “1,7 gradi più caldo della media degli ottobre del periodo tra il 1850 e il 1900”, prima dell’effetto delle emissioni di gas serra dell’umanità, aggiunge l’osservatorio Ue per il clima. Da gennaio la temperatura media è stata la più calda mai misurata nei primi dieci mesi dell’anno.

Le condizioni di El Niño hanno continuato a svilupparsi nel Pacifico equatoriale, anche se le anomalie rimangono inferiori a quelle raggiunte in questo periodo dell’anno durante lo sviluppo degli eventi dell’anno 1997 e del 2015 aggiunge il servizio Copernicus che nei suoi bollettini riporta i cambiamenti registrati globalmente nella temperatura superficiale dell’aria, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche. Copernicus sottolinea che tutti i risultati riportati si basano su analisi generate al computer e sul set di dati ERA5, che utilizza miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo.

Nel mese di ottobre 2023 comunque le precipitazioni sono state superiori alla media in gran parte dell’Europa: la tempesta Babet ha colpito l’Europa settentrionale, mentre la tempesta Aline ha colpito il Portogallo e la Spagna, portando forti precipitazioni e inondazioni. Copernicus riferisce che oltre all’Europa, il clima è stato più umido rispetto alla media in diverse regioni, tra cui: il sud-ovest del Nord America, alcune zone della penisola arabica, regioni dell’Asia centrale e della Siberia, Cina sud-orientale, Brasile, Nuova Zelanda e alcune regioni dell’Africa meridionale. Queste circostanze sono state spesso associate al passaggio di cicloni che hanno generato forti piogge e danni consistenti. Negli Stati Uniti meridionali e in alcune parti del Messico a causa della siccità la temperatura è risultata più secca rispetto alla media, come nelle regioni dell’Asia centrale e orientale, e nella maggior parte dell’emisfero meridionale extratropicale, compresa l’Australia.

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