Ricordate Garbo? Sabato 11 novembre 2023, si esibirà a Parma, presso Borgo Santa Brigida 5/A (info ticket); un piccolo quanto magico club, di quelli che richiedono una ricerca accurata per essere scoperti, dato che sempre più spesso si perdono i locali da live intimi e accoglienti. Questo evento speciale è parte di una kermesse altrettanto unica e sorprendente, chiamata “Il Rumore del Lutto” (www.ilrumoredellutto.com), di cui ho il piacere di curare la direzione artistica insieme a Maria Angela Gelati.
Ma vediamolo nei consueti nove punti di questo blog, attivo su queste pagine dal 2011.
1. Riconoscimento
Relegare Garbo all’interno dell’ambito cantautorale è francamente riduttivo, poiché la sua musica e il suo stile abbracciano una vasta gamma di influenze e sfumature. Il suo contributo alla scena italiana è innegabile. Diciamolo chiaro, Garbo è un’icona del panorama nostrano, e dovrebbe essere riconosciuto come tale. Sarà interessante vedere se “Quelli del Tenco” sapranno ascoltare (e premiare) attentamente il suo album capolavoro uscito quest’anno. Attendiamo con grande curiosità.
2. Con … Garbo
“Bello, algido, raffinato, con un’eleganza indiscutibile, pare un incrocio tra David Bowie e David Sylvian (Cit. Fabio Zuffanti per Rolling Stone)”. In altre parole, al tempo dei suoi esordi, Renato (suo nome di battesimo) era un figo pazzesco! E poi la cifra stilistica. Vediamola:
a) atmosfere oscillanti tra il pop e l’imperitura della sperimentazione.
b) una voce profonda a supporto della ricerca. Ha costantemente sfidato i confini dei generi musicali, esplorando nuove direzioni, costruendosi più che altro uno stile distintivo e identitario.
c) se ti capita di ascoltarlo in una nuova canzone alla radio (ammesso che le nefaste radio commerciali lo passino), è probabile che riuscirai a riconoscerlo. Della serie: “Ma questo è Garbo!”.
3. Coerenza
La carriera riflette, sin dai primissimi anni 80, una coerenza artistica e discografica impressionante. Mai si è svenduto, sfidando semmai le imposizioni del sistema, arrivando a sottrarsi alle dinamiche auree del music business, garantendo, piuttosto, una visione sonora che pochi possono vantare: “I miei dischi raccontano il mio sentire, nessun compromesso – dice – e sul palco, alla fine del concerto, potrò non esser piaciuto ma le persone, indistintamente tutte, devono aver compreso che niente è stato trattenuto, nemmeno l’ultima goccia di sudore”. Avercene!
4. Gli anni 80
La New Wave ha segnato un’epoca musicale senza precedenti, caratterizzata da una tensione e da una volontà di cambiamento comuni in tutti i paesi europei e non solo. In quell’epoca, non esisteva Internet, e ciò che accadeva simultaneamente in diverse parti del mondo rimaneva spesso sconosciuto al di fuori di ciascun luogo. Possiamo affermare che in tale contesto Garbo si sia distinto. Ancora oggi è ampiamente riconosciuto come uno dei pionieri della corrente italiana di quel genere.
5. La Canzone
“A Berlino… va bene” è stata pubblicata nel 1981. È un brano definitivo e che racconta la storia di un giovane in cerca di opportunità a Berlino. Il contesto politico del periodo, con il muro in sottofondo, è riflesso nella canzone, mentre le sonorità sublimano il suono delle tastiere sopra cui – regina – si erge la voce. Un pezzo che cattura l’atmosfera dell’epoca e le aspirazioni di una generazione desiderosa di sgretolare le barriere dell’indifferenza. In Italia, pochi artisti osarono sfidare le convenzioni. “A Berlino… va bene” è un inno, e come tale è invecchiato benissimo! Ancora oggi speso nel contesto giusto, sul dancefloor, regala soddisfazioni.
6. Sanremo
Garbo ha partecipato anche a Sanremo nel 1984 con “Radioclima”; una canzone che non ebbe fortuna in termini sanremesi, piazzandosi tra le ultime, ma come spesso accade venne rivalutata dal pubblico nei mesi successivi. Risultò essere, tra le canzoni più riuscite di quell’edizione, ottenendo un ottimo riscontro radiofonico. Di quel momento dice: “Fui criticato per la mia partecipazione, dissero che mi stavo svendendo ma non fu così, la canzone rispecchia in pieno il mio sentire”. Come dargli torto?
7. Amarcord
Ricordate Mr. Fantasy? Proprio nel 1981 il mitico Carlo Massarini lanciò sulle frequenze di Rai Uno, un programma destinato a rivoluzionare la fruizione della musica in tv. Tra i video proposti, neanche a dirlo, compariva “A Berlino va bene” ma erano diversi i protagonisti: Franco Battiato, Ivan Cattaneo, Eugenio Finardi, giusto per restare alle nostre latitudini e citarne alcuni. Mr. Fantasy è stato il primo programma al mondo incentrato interamente sui Video Clip (qui la mia intervista a Carlo Massarini).
8. Nel Vuoto
Album che segna un eccezionale ritorno sulle scene. Nel contesto generale, emergono chiaramente tracce della propria indiscutibile storia; alcuni passaggi sperimentali omaggiano il genio di Stockhausen, passando attraverso l’inconfondibile influenza di Sakamoto e dell’onnipresente David Bowie. Tuttavia, il disco evita con precisione di cadere entro cliché nostalgici. Quello che spicca è il presente di un grande artista, che offre una solida base per esplorare il passato, ma soprattutto per credere in un presente rassicurante.
9. Il Rumore del Lutto Festival
Il Rumore del Lutto nasce nel 2007 per ricordarci “di essere vivi” e fornire strumenti essenziali di consapevolezza, affrontando la vita nelle sue differenti sfaccettature. In cartellone sessantacinque eventi, tra musica, teatro, poesia, convegni, incontri e molto altro. A Parma ma con svariate incursioni in altre città italiane, dal 30 settembre al 25 novembre (qui il programma). Tutto questo per ricordare, – come dice lo slogan della kermesse – una sola cosa: “Vivi intensamente, abbraccia ogni istante”.
Vi lascio, come di consueto, ad una selezione di “9 canzoni 9”, in questo caso dedicate a Garbo.
Buon ascolto!