Proteste, violenze e tentativi di assalto alla sede del Psoe, il partito socialista spagnolo, stanno turbando le notti di Madrid. È alta tensione in Spagna, dove l’estrema destra da giorni sta contestando i tentativi di formazione del nuovo governo e l’amnistia. Le manifestazioni assai violente – solo martedì notte si sono registrati 39 feriti e 6 arresti – sono state organizzate dalla piattaforma Revuelta, il movimento giovanile considerato vicino a Vox e hanno visto la partecipazione (solo lunedì) del leader dello stesso partito Santiago Abascal, molto apprezzato da Giorgia Meloni.
Dopo la prima notte di scontri proprio Abascal ha accusato il governo di essere responsabile delle violenze per aver usato gas lacrimogeni contro famiglie e anziani e ha esortato gli agenti della polizia a non obbedire a ordini “illegali”. Una posizione che ha provocato un’ondata di indignazione nel Paese, alla luce delle violenze. L’epicentro delle proteste è la zona di calle Ferraz, a Madrid, dove ha la propria sede il Psoe di Pedro Sanchez, impegnato nelle trattative per la formazione del nuovo governo. Ma cortei si sono sviluppati anche a Barcellona, Valencia, Siviglia, Badajoz, Valladolid, Salamanca, Pamplona e Oviedo.
Più volte nel corso degli scontri, gruppi di manifestanti hanno tentato di assaltare il palazzo del Partito socialista spagnolo. Ai disordini hanno partecipato un buon numero dei circa 7mila partecipanti al corteo di martedì sera culminato in una guerriglia urbana con la polizia. Come riporta El Mundo agli scontri stanno partecipando diversi gruppi di estrema destra come Hace Nación, che osteggia anche il movimento indipendentista catalano, e Democrazia Nazionale, accusa di razzismo e xenofobia nonché al centro dell’attacco a una moschea di Barcellona.
Con loro anche Ultras Sur, Bastion Frontal, Juventudes Canillejas, Spagna 2000 – menzionata nel manifesto del terrorista Anders Breivik, autore delle stragi di Oslo e Utoya nel 2011 – e Falange Spagnola, movimento che affonda le sue radici nella guerra civile spagnola e alle ultime elezioni municipali ha candidato Carlos García Juliá, condannato per il massacro di Atocha, come capolista a Bilbao. Martedì sera la tensione è salita dopo le 22, quando i manifestanti hanno lanciato oggetti e bottiglie contro gli agenti e hanno dato fuoco a dei cassonetti. La polizia ha caricato i dimostranti e ha usato gas lacrimogeni per far indietreggiare il corteo.
Durante la manifestazione alcuni hanno fatto il saluto fascista e intonato ‘Cara al sol’, inno della Falange spagnola. Nel corso della manifestazione un gruppo si è diretto verso il Congresso dei deputati che è stato però blindato dalla polizia. Gli scontri stanno lacerando il Partito Popolare, diviso tra le posizioni del leader Alberto Nunez Feijòo e la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Ayuso: il primo sui social ha accusato il leader socialista come il responsabile “del malessere sociale”, mentre Ayuso ha voluto “condannare questi atti di vandalismo” e si è augurata che “ogni violento venga arrestato e processato”.
Le posizioni di Vox e del Partito Popolare hanno portato Sanchez a criticare entrambi i partiti: “Attaccano i valori costituzionali e la democrazia che pretendono di difendere e che non cessano di violare. Alcuni con le loro azioni. Altri, con il loro silenzio complice. Già in passato hanno provato a metterci a tacere. Né allora né adesso gli intolleranti potranno intimidire un partito con 144 anni di storia. Coraggio, compagne e compagni. Noi democratici siamo di più”, ha scritto su X. Il premier ad interim ha anche incontrato i lavoratori del Partito socialista nella sede del Psoe esprimendo la sua indignazione per le violenze e ha assicurato che i socialisti non si faranno intimidire.