A Gaza è il 23esimo giorno dall’inizio della guerra. Le testimonianze che arrivano raccontano di una Striscia sempre più frammentata con una parte a Nord isolata dal resto della Striscia, come spiega Alhasan, operatore Oxfam che ha mandato all’organizzazione una testimonianza audio da Gaza City. “Oggi sono andato all’ospedale di Al Shifa, mi hanno detto che c’era un mercato dove poter prendere un po’ di cibo. Sono riuscito a procurarmi appena un chilo di formaggio per tutte le dieci famiglie che condividono il rifugio“, racconta. Proprio il cibo è uno dei problemi maggiori, tanto che l’operatore Oxfam racconta anche di aver visto supermercati chiusi assaltati pur di trovare qualcosa da mangiare.

La situazione, secondo Alhasan, potrebbe collassare tra pochi giorni. Donne e bambini dormono in strada, racconta, senza servizi igienici e devono fare ore di coda per accedere a quelli dell’ospedale.

Il racconto di Alhasan fa parte di una serie di testimonianze giornaliere degli operatori e dei manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco.
Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al Governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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