Lo sciopero degli attori di Hollywood è finito. Dopo 118 giorni di blocco totale della produzione di film e serie l’accordo “provvisorio” tra SAG-AFTRA e gli studios è arrivato. Il comitato negoziale del sindacato, scrive Variety, ha approvato l’accordo con voto unanime e verrà sottoposto all’approvazione del consiglio nazionale SAG-AFTRA di venerdì prossimo.
Nelle ultime ore le due parti hanno continuato a ritoccare il documento finale che vedrà, e questa sembra essere la vera vittoria del sindacato attori, la protezione assoluta per gli attori dall’arrembante intelligenza artificiale, come l’altrettanto richiesto aumento salariale (i minimi salgono al 7%, più di quelli ottenuti dagli altri scioperanti, gli sceneggiatori).
L’accordo include anche un “bonus” per le repliche in streaming, aumenti dei contributi pensionistici e sanitari. Si tratta, spiega il sindacato di un contratto da oltre un miliardo di dollari. SAG-AFTRA parla di “contratto che consentirà ai membri di ogni categoria di costruire carriere sostenibili”. All’interno del sindacato c’è chi parla addirittura di “lacrime di euforia e gioia” per lo storico accordo. Tanto che sembra verrà presto organizzata una manifestazione nazionale per celebrare l’evento.
Variety racconta come l’ultimo punto dirimente per raggiungere un accordo sia stato l’uso dell’intelligenza artificiale per creare un doppio degli attori, manovra che chiaramente consentirebbe ai produttori di un esborso iniziale alto ma che in prospettiva cancellerebbe di netto una fetta impressionante di costi di produzione già sul breve-medio termine. E nelle ultime ore la distanza tra le parti, che mai era stata così tanta nel corso degli ultimi decenni, si è ulteriormente acuita proprio di fronte a questo dettaglio.
Il 3 novembre scorso, ovvero nell’ultimo weekend, l’AMPTP aveva presentato l’ “ultima, definitiva e migliore offerta possibile”. Ma la solita proposta alla Padrino – già avvenuta nello sciopero tra produttori e sceneggiatori – era parecchio incompleta rispetto a ciò che chiedeva la SAG-AFTRA. A quanto riportano gli insider, dunque, tra domenica e lunedì il miracolo si sarebbe compiuto proprio mentre il sindacato attori dichiarava pubblicamente di non essere soddisfatto sia sul tema dei bonus economici derivanti da repliche delle serie in streaming che nell’uso prevaricante dell’AI.
Sul tema l’AMPTP avrebbe, aggiungiamo noi, incredibilmente ceduto lunedì sera di fronte all’ennesimo no degli attori. Insomma, sembra che la lotta radicale, quindi del blocco totale dell’uso di attori nelle produzioni cinematografiche e televisive, abbia pagato. L’unico producer di grosso calibro che si è esposto con un certo timore per il futuro era stato Bob Iger, CEO Disney, che 24 ore fa aveva ricordato l’impatto finanziario pesantissimo che un ulteriore prolungamento dello sciopero avrebbe provocato, mettendo a rischio quella che negli Stati Uniti, diversamente dall’Italia, è una parte cruciale del settore: il mercato delle uscite estive.
Si è trattato dello sciopero più lungo della storia di Hollywood, dopo quello che nel 1980 vide contrapposti ancora attori e produttori e che durò 90 giorni.