“Io personalmente non mi vergogno di essere balcanico. Naturalmente non ne vado fiero. È riconosciuto ormai che questa è la penisola più problematica del continente. Ma è anche una delle regioni più ricche di ricordi, di saggezza e al contempo di follia. Nel frattempo questa è la parte di terra che ci è toccata, per cui è nostro dovere seguire l’unica via che ci è concessa ossia quella della pacifica convivenza. L’armonia fra i popoli della penisola non richiede una filosofia per essere giustificata. È semplicemente una via che conduce alla vita e non al suo contrario”: così Ismail Kadare, probabilmente il più noto scrittore albanese dell’ultimo secolo, icona delle lotta intellettuale contro il totalitarismo, ha riassunto il fascino e la complessa ricchezza della cultura balcanica.
Se indubbiamente è lo sport a esprimerne i volti più conosciuti (dal calcio al basket al tennis), vorrei invitare i miei lettori a esplorare anche gli aspetti artistici del genio balcanico. Per questo vi invito, dal 7 al 12 novembre 2023, alla sesta edizione del Balkan Film Festival, una delle manifestazioni più interessanti dal punto di vista della ricerca cinematografica proposte negli ultimi anni in Italia.
Il festival, nato su iniziativa dell’Associazione italo-balcanica Occhio Blu, quest’anno propone un ricco programma di eventi culturali, tra cui segnalo: l’apertura con Milcho Manchevski e il suo Kaymak; un dibattito sul Cinema Balcanico in sé con Dina Jordanova ed Elma Tataragić; l’evento “Il cinema e la guerra” intorno alla proiezione del film premio Oscar di Danis Tanović No Man’s Land; le prestigiose presenze di registi quali il croato Juraj Lerotic, della greca Asimina Proedrou, della bosniaca Aida Besić, del kosovaro Fisnik Maxville (recentemente premiato per la miglior regia al festival Rain Dance di Londra), degli albanesi Gentian Koći ed Edmond Budina, del montenegrino Aleksandar Vujović; tra gli eventi anche la Masterclass “Film Business School” a cura di Mimmo Calopresti.
Come sottolineato dal direttore artistico Mario Bova, già ambasciatore italiano a Tirana e a Tokyo e presidente dell’associazione organizzatrice del festival, quest’anno ci sono alcune novità: “la prima è che tutte le dodici cinematografie dei Paesi Balcanici sono presenti; per ogni proiezione è previsto un accompagnamento critico che promuova il dibattito col pubblico; sono raddoppiate le sedi del festival, infatti l’evento si svolgerà oltre che alla Casa del cinema anche al Nuovo Cinema Aquila (in entrambe le sale, l’accesso alle proiezioni sarà gratuito)”.
In particolare, soprattutto, quest’anno il festival amplia i suoi confini, compiendo una incursione nella letteratura vicina ai Balcani, del grande poeta americano d’origine serba, recentemente scomparso, Charles Simić. Simić, nato nel 1938 e scomparso il 9 gennaio 2023, è stato uno dei più importanti poeti del Novecento. Dopo l’infanzia nella Belgrado lacerata dalla Seconda Guerra Mondiale, emigrò negli Stati Uniti dove iniziò un significativo percorso accademico. Si è affermato come poeta negli anni Settanta, grazie al suo stile minimalista e caustico che lo ha portato a vincere alcuni dei più importanti riconoscimenti mondiali in fatto di letteratura, incluso un premio Pulitzer, ed è stato nominato poeta laureato nel 2007. Tra le sue raccolte poetiche più celebri, Avvicinati e ascolta (Edizioni Tlon), Club Midnight (Adelphi).
I suoi brillanti saggi, molti dei quali raccolti sotto il titolo de La vita delle immagini (Adelphi), lo hanno spesso portato a riflettere sulla questione dell’immaginario popolare e sull’evoluzione della cultura balcanica nel corso del Novecento. Come detto, in un détour letterario, Balkan Film Festival intende omaggiare questo grande poeta proveniente dai Balcani, indagando la sua fascinazione per il mondo delle immagini e per il cinema in particolare, da Simić definito “il più grande trucco illusionistico”, e spesso menzionato nei suoi versi. Avrò il piacere di presentare l’evento accanto a Ludovico Cantisani, alla presenza di ospiti quali il poeta e animatore culturale Giorgiomaria Cornelio (autore della pluripremiata silloge poetica La specie storta per Edizioni Tlon), lo studioso Giovanni Pillonca (Gli Asini), e l’attore e regista teatrale premio UBU Daniele Timpano, che leggerà passi delle poesie e dei saggi di Simić.
Vi aspettiamo l’11 novembre alle 18 alla Casa del Cinema di Roma, per celebrare la memoria di un poeta da riscoprire.